Egregi Onorevoli Membri della Commissione Difesa,
L’Organizzazione Sindacale Itamil Esercito, rappresentata dal Segretario Generale Girolamo Foti, richiede con urgenza un’audizione presso codesta Commissione per illustrare e discutere l’avvio di contestazioni all’associazione a carattere Sindacale Itamil Esercito ed avvio di procedimento disciplinare e l’inchiesta formale di stato nei confronti del nostro Segretario Generale.
Tali provvedimenti espongono il Segretario Girolamo Foti al rischio di sospensione dal servizio e di destituzione dalla carica elettiva, minacciando il diritto di rappresentanza sindacale e di espressione garantiti a ogni rappresentante sindacale.
Premesse e contestazioni Durante il processo di rinnovo contrattuale per il triennio 2022-2024, al Segretario Foti sono stati contestati, mediante procedimento disciplinare e inchiesta formale di stato, alcuni comunicati stampa nei quali egli ha rappresentato il disagio della collettività militare.
Questi comunicati evidenziano questioni critiche e ben documentate, quali:
● Condizioni alloggiative e igieniche carenti, soprattutto per il personale impiegato
nell’operazione “Strade Sicure” nel periodo marzo/maggio 2024;
● Insufficienza di risorse destinate al rinnovo contrattuale 20222024, limitando la possibilità di miglioramenti retributivi e delle condizioni di lavoro;
● Lentezza e genericità delle risposte dell’Amministrazione alle istanze dei militari, aggravando la sensazione di isolamento e mancanza di ascolto.
● Differenze di trattamento rispetto alle Forze di Polizia, soprattutto per quanto concerne straordinari e tutela legale.
Violazione dei diritti fondamentali
Questi provvedimenti disciplinari contro il Segretario Foti mettono in discussione i più elementari diritti di espressione e critica, sanciti anche per i militari dall’articolo 21 della Costituzione Italiana.
È paradossale e inaccettabile che, mentre esponenti della politica possono criticare apertamente magistrati, sentenze e autorità senza subire alcuna conseguenza, un rappresentante sindacale rischi sanzioni severe per aver espresso critiche – documentate e legittime – nei confronti dell’operato dell’amministrazione pubblica e politica.
La vicenda richiama alla memoria il celebre film di Alberto Sordi, Il Marchese del Grillo, in cui il potere si arroga il diritto di applicare due pesi e due misure: mentre alla politica è concessa libertà di critica, al sindacalista militare viene negato questo diritto costituzionalmente garantito, quasi fosse lesa maestà. Questa disparità appare ingiustificata e sembra configurarsi come una condotta antisindacale volta a limitare la libertà di rappresentanza e il diritto di critica, entrambi legittimamente esercitati in difesa dei colleghi militari.
Osservazioni giuridiche e richiesta di intervento
Alla luce delle norme di riferimento – Legge 46/2022 e art. 1479-bis del D. Lgs. 66/2010 – l’azione comunicativa del Segretario Foti si configura come esercizio legittimo della funzione sindacale e del diritto di rappresentanza collettiva, comprensivo del diritto di esprimere opinioni e critiche nell’interesse dei militari rappresentati.
Di conseguenza, chiediamo alla Commissione Difesa di intervenire per l’annullamento
del procedimento disciplinare e dell’inchiesta formale in corso nei confronti del Segretario Generale Foti e della nostra Organizzazione Sindacale, garantendo così il pieno rispetto del diritto di rappresentanza sindacale e della libertà di espressione.
Richiesta di audizione urgente-
Confidando in una risposta tempestiva, chiediamo una convocazione urgente presso la
Commissione per esporre dettagliatamente la questione e chiarire i fondamenti giuridici e costituzionali della nostra istanza.
La presenza di esperti in materia ci permetterà di fornire un quadro completo e ben documentato, a tutela del diritto di rappresentanza sindacale e dei diritti collettivi della comunità militare.
Desideriamo trattare il rinnovo del contratto 2022-2024 senza le pressioni derivanti
dall’atteggiamento antisindacale dell’amministrazione, che sta creando malessere e preoccupazioni interne.
Certi della Vostra attenzione, restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento o ulteriore informazione e confidiamo che la nostra richiesta venga esaminata con la massima priorità.
Girolamo Foti
Segretario Generale Organizzazione
Sindacale Itamil Esercito
Si allegano le diffide trasmesse in Funzione Pubblica
Dal punto di vista giuridico legislativo occorre tener conto:
● L’art. 21 della Costituzione garantisce che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
● A livello sovranazionale, l’art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo afferma il diritto alla libertà di opinione ed espressione.
● L’art. 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE e l’art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo garantiscono la libertà d’espressione.
● Per quanto concerne l’ordinamento militare, l’art. 21 della Costituzione trova attuazione nell’art. 1472 del C.O.M., stabilendo che i militari possono manifestare liberamente il proprio pensiero, salvo argomenti riservati.
Alcune sentenze hanno discolpato militari in materia di libertà di pensiero:
● T.A.R. Piemonte, Sez. I, 10 ottobre 2022, n. 839: “le affermazioni del (…) ricorrente sono espressioni del diritto di manifestazione del pensiero tutelato dall’art. 21 della Costituzione e dall’art. 1472 dell’ordinamento militare che ne costituisce l’attuazione; nel caso di specie, infatti, non si tratta di argomenti di carattere riservato militare o di servizio, e nemmeno di un’espressione di una domanda interna all’ordinamento che deve trovare sviluppo nella catena gerarchica, ma di una serie di osservazioni del tutto estranee a fatti strettamente di servizio”.
● Cons. Stato, Sez. II, 6 giugno 2023, n. 5566: che ha confermato la suddetta sentenza di prime cure, che aveva annullato il provvedimento sanzionatorio di perdita del grado per rimozione impugnato, offre una più ampia e articolata disamina della materia in questione.
● Tale libertà è soggetta, nel caso del militare, a specifici limiti: “neppure v’è dubbio, d’altra parte, che più stringenti limiti, anche in punto di espressione di tali opinioni, possano essere imposti ai militari in servizio e ad alcune categorie di pubblici funzionari (arg. ex art. 98, terzo comma, Cost.); sicché tale oggettiva ed astratta riconducibilità della condotta del militare all’evvocato principio fondamentale non vale ex se ad escludere la possibile rilevanza disciplinare della stessa, in considerazione dei limiti che il suo perimetro applicativo supporta.
● La Corte costituzionale ne ha, infatti, rimarcato, con numerose pronunce, i confini, a tutela, ad esempio, della sicurezza dello Stato,“riferita alla tutela della esistenza, della integrità, della unità, della indipendenza, della pace e della difesa militare e civile dello Stato” (sent. n. 25 del 1965) ovvero del prestigio del Governo, dell’ordine giudiziario e delle forze armate (sent. n. 20 del 1974).
● La stessa Corte di Cassazione ha riconosciuto che viene in considerazione un diritto che “non può essere considerato senza limiti” (Cass. civ., sez. III, 5 novembre 2018, n. 28084)”.
● La giurisprudenza conferma che anche ai militari è riconosciuta la libertà di manifestazione del pensiero, limitata solo nei casi previsti dalla legge. Siamo impegnati a svolgere attività sindacale nei toni e nei modi previsti, senza offendere persone, né discutere di materie di servizio o riservatezza.
● Il Sindacato opera in autonomia nel rispetto della legge 46/2022 (compresi i limiti della legge), trattandosi di organizzazione autofinanziata e privata, riteniamo che la legge non sia sbagliata ma che siano le ingerenze interpretative dell’amministrazione a limitare la nostra azione di rappresentanza sindacale
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