
Il Ministero della Difesa ucraino ha recentemente sollevato preoccupazioni su un nuovo missile balistico russo che, secondo le sue dichiarazioni, ha colpito la città di Dnipro giovedì scorso, raggiungendo la velocità impressionante di Mach 11 (circa 13.500 km/h). Questo presunto missile, denominato “Oreshnik” (tradotto come “Nocciola”), è un prototipo di arma balistica a raggio intermedio (IRBM), che l’Ucraina sostiene sia stato lanciato dalla regione di Astrakhan.
Un attacco ad alta tecnologia
Secondo Kiev, il missile avrebbe viaggiato in un arco balistico, lasciando temporaneamente l’atmosfera terrestre, prima di percorrere circa 500 miglia per raggiungere Dnipro in soli 15 minuti. L’arma, descritta come un IRBM dotato di sei veicoli di rientro, ciascuno contenente sei submunizioni, si è diretta verso un impianto industriale nella città. Questo approccio è tipico dei missili dotati di tecnologia MIRV (veicoli di rientro multipli e indipendenti), progettati per massimizzare i danni con testate convenzionali, nucleari o persino privati ??di carico esplosivo.
La complessità dell’attacco ha evidenziato l’efficienza di un’arma in grado di combinare velocità, precisione e capacità di superare le difese convenzionali. Tuttavia, l’Ucraina non ha specificato il tipo di carico delle submunizioni e se esse fossero convenzionali, esplosive o altro.
L’arma “invulnerabile” di Mosca
Mosca ha rivendicato il successo del lancio, definendo il missile Oreshnik un’arma ipersonica e “invulnerabile” alle difese aeree occidentali. Il presidente Vladimir Putin ha sottolineato la capacità di questo IRBM di eludere i sistemi di intercettazione, una dichiarazione che ha generato timori sul possibile utilizzo di una nuova generazione di missili strategici nel conflitto.
Secondo il Cremlino, l’Oreshnik potrebbe rappresentare un passo avanti nel programma Kedr (“Cedro”), un progetto di sviluppo missilistico avviato nel 2021. A quel tempo, il programma Kedr era descritto come un sistema missilistico strategico di nuova generazione alimentato a combustibile solido, destinato a essere operativo entro il 2030.
La risposta ucraina e occidentale
Nonostante l’impressionante velocità e complessità del missile, le affermazioni russe sulla sua invulnerabilità rimangono contestate. Gli Stati Uniti hanno ribattuto citando i successi dei sistemi di difesa missilistica come il Patriot, che nel 2023 hanno dimostrato di essere capaci di abbattere i missili Kinzhal, anch’essi descritti da Mosca come ipersonici e invincibili.
Tuttavia, le difficoltà nell’intercettare un missile balistico rimangono evidenti. Questi missili, viaggiando a velocità estreme e con traiettorie altamente predeterminate, possono essere abbattuti solo durante le fasi di volo iniziali o nella loro fase spaziale. I sistemi convenzionali, che agiscono quando il missile è vicino al bersaglio, rischiando di creare danni collaterali significativi, con detriti che possono comunque colpire l’obiettivo designato.
Un esempio efficace di intercettazione nello spazio è stato ottenuto dal sistema Arrow israeliano, che nel 2023 ha abbattuto un missile balistico Ghadr-110 iraniano ben al di fuori dell’atmosfera. Questo successo ha attirato l’attenzione internazionale, portando paesi come la Germania a investire miliardi in tali tecnologie.
Un futuro incerto
L’introduzione dell’Oreshnik rappresenta un nuovo capitolo nell’evoluzione delle armi balistiche. Se il missile si dimostrerà effettivamente innovativo come dichiarato da Mosca, ciò potrebbe complicare ulteriormente le capacità di difesa aerea dell’Ucraina e dei suoi alleati. Tuttavia, resta da vedere se le affermazioni russe siano supportate da dati concreti o se si tratti principalmente di propaganda volta a intimorire l’Occidente ea rafforzare il morale interno.
Il conflitto in Ucraina continua a sottolineare il ruolo critico della tecnologia militare, con ogni innovazione che ridefinisce le strategie di difesa e offesa. La comunità internazionale dovrà monitorare attentamente lo sviluppo delle armi come l’Oreshnik e valutare come adattare le proprie difese a questo tipo di minaccia.