
Grande Oriente d’Italia: Il principio di democraticità come fondamento delle associazioni, quando la sua violazione impone il commissariamento
Il principio di democraticità rappresenta il cardine delle associazioni di ogni tipo, incluse quelle e massoniche. Esso garantisce la parità di diritti tra i membri e ne tutela la partecipazione attiva, impedendo la creazione di oligarchie e abusi di potere. Quando si verifica una violazione sistematica e intenzionale di tale principio, diviene necessario e urgente un intervento esterno per tutelare i valori fondanti dell’organizzazione e ripristinare la legalità e l’equità.
Cronaca di un presunto broglio elettorale
Il caso dell’elezione interna al Grande Oriente d’Italia (GOI) nel 2024 è emblematico dei rischi che minacciano le associazioni quando il principio di democraticità è compromesso.
Nello specifico, tra il 9 e il 10 marzo, otto componenti del Comitato Elettorale Nazionale (CEN) vicini al Gran Maestro uscente Stefano Bisi avrebbero, secondo le accuse, falsificato i risultati elettorali per favorire la vittoria di Antonio Seminario (vice di Bisi) ai danni di Leo Taroni, il candidato che aveva fatto della lotta al malaffare e alle infiltrazioni mafiose nel Grande Oriente d’Italia la cifra distintiva del suo programma.
L’attacco al Rito Scozzese e la marginalizzazione di figure critiche
Dopo il colpo di mano in sede elettorale, si è poi avuta un’ulteriore escalation delle tensioni interne quando in giugno Antonio Seminario ha voluto rendere — de facto — inoperativo il Rito Scozzese Antico e Accettato, che si era posto in posizione critica verso la sua leadership come pure, in precedenza, aveva fatto con quella di Bisi.
Contemporaneamente, tra maggio e ottobre, Silverio Magno — figura di spicco della Lista Taroni, noto per il suo impegno contro le mafie — è stato oggetto di diverse accuse da parte di membri siciliani del GOI e del conseguente avvio di procedimenti disciplinari tesi a delegittimare e indebolire la sua posizione all’interno dell’organizzazione.
L’ordinanza del Tribunale di Roma
Il 25 ottobre 2024, il Tribunale di Roma, per mano del giudice dott. Manzi, ha sospeso l’efficacia delle decisioni del CEN, annullando gli atti di insediamento di Seminario e della sua Giunta.
Nel vuoto di potere istituzionale creato da tale ordinanza, il 2 novembre, Stefano Bisi, si è autoproclamato nuovamente alla guida del GOI, conferendosi pieni poteri e compiendo fin da subito atti di gestione straordinaria, quando invece la prassi e il buon senso avrebbero imposto una semplice, ordinaria amministrazione in attesa degli sviluppi giudiziari.
L’esito controverso della Corte Centrale e l’ulteriore escalation
A tal proposito, in assoluto e incredibile contrasto con l’ordinanza del Tribunale di Roma, il 15 novembre 2024, la Corte Centrale — organo di disciplina interno del GOI — ha confermato la vittoria di Seminario.
Per giustificare una sentenza a dir poco sorprendente, che vorrebbe far prevalere la decisione di un organo di disciplina interno rispetto al pronunciamento della Giustizia Ordinaria, la Corte Centrale si è valsa di nuovi elementi che hanno sollevato ulteriori controversie all’interno dell’Ordine, se non addirittura sospetti sull’imparzialità e validità del procedimento.
Tra questi, spicca un messaggio vocale che Leo Taroni avrebbe diffuso dopo la vittoria elettorale di marzo. Secondo la Corte, tale messaggio sarebbe la prova della preventiva conoscenza dei risultati elettorali da parte di Taroni.
Sebbene quest’ultimo abbia smentito fermamente la paternità del messaggio, la prova è stata considerata ugualmente valida in virtù di una perizia fonetica di parte presentata da Seminario in totale assenza di contraddittorio e senza alcuna verifica giudiziaria.
Il principio di democraticità violato e le prospettive di commissariamento
Quando il principio di democraticità è sistematicamente violato, come sembra evidenziarsi in questa vicenda, il commissariamento diventa una misura auspicabile, se non necessaria.
La serie di atti illegittimi — dal broglio elettorale in poi — rappresenta non solo la negazione dei diritti degli associati, ma assume anche una connotazione sinistra se si considera che va a contrastare la lotta intrapresa da Taroni e dai suoi sostenitori per ripristinare la legalità e la trasparenza all’interno del GOI.
In un clima che sta diventando sempre più arroventato, dalla parte di Taroni si preannunciano nuove azioni legali tese a bloccare le decisioni contestate, nonché la presentazione alla Procura della Repubblica di Roma di una querela per associazione a delinquere.
