
In un’epoca di transizione energetica, in cui il futuro dei paesi è sempre più legato alla sostenibilità e all’autosufficienza, il fotovoltaico si conferma uno dei pilastri per affrontare le sfide attuali del mercato energetico. Le crisi geopolitiche e i costanti rialzi dei prezzi dell’energia stanno spingendo le imprese e i cittadini verso modelli di consumo rinnovabili e decentralizzati, dando un nuovo impulso alle tecnologie fotovoltaiche. Tuttavia, in questo percorso emergono difficoltà legate alla stabilità normativa, alla scarsità di personale qualificato e alla necessità di infrastrutture adeguate.
In questo contesto, l’Ing. Salvatore Scerbo, Amministratore Unico di Main Solution s.r.l., azienda leader nel settore fotovoltaico, ci offre la sua visione sui cambiamenti in atto. L’intervista esplora i modelli di business più efficaci, le difficoltà di mercato e le opportunità per le aziende che decidono di investire nell’energia solare, analizzando anche le potenzialità occupazionali del settore e il ruolo delle istituzioni italiane nel promuovere stabilità e innovazione. L’energia rinnovabile si presenta così non solo come una risorsa strategica, ma come un volano di crescita economica e sociale, aprendo prospettive occupazionali che, con adeguate misure formative e di semplificazione normativa, potrebbero far avanzare il settore fotovoltaico italiano verso una maggiore competitività e autonomia energetica.
Domanda: In un mercato sempre più globalizzato che risente di tensioni non prevedibili, Quali sono i modelli di business che oggi contribuiscono maggiormente alla transizione energetica?
Scerbo: Sicuramente modelli di business ritagliati sulle reali esigenze del cliente.
In passato, soprattutto in termini di fotovoltaico c’è stato insegnato a ragionare più sulla vendita dell’energia legata ai vari incentivi che sull’autoconsumo. Questo ha determinato un utilizzo non ottimale di queste fonti energetiche e molto spesso non siamo in grado di utilizzare adeguatamente tutta l’energia prodotta.
Dobbiamo imparare a consumare l’energia elettrica che ci auto produciamo progettando le nostre abitazioni, come le nostre aziende, con unico obbiettivo: l’indipendenza energetica.
Domanda: Quali sono le maggiori difficoltà operative che oggi ostacolano il posizionamento sul mercato delle aziende fotovoltaiche?
Scerbo: Per rispondere a questa domanda bisogna suddividere il mercato del fotovoltaico in due macro aree: quelle del settore residenziale e quella facente capo al settore industriale.
Nel mercato residenziale l’ostacolo principale è rappresentato dall’incertezza legislativa in materia di incentivazione; nello specifico, troppo spesso ci siamo ritrovati a dover modificare i nostri modelli di business a seguito di repentini cambi normativi. Caso eclatante risulta quello di febbraio 2023 quando, in seguito ad un consiglio dei ministri lampo, il Governo ha deciso il blocco della cessione del credito e sconto in fattura legato al superbonus 110 %. Tale scelta, sepure condivisibile, ha comportato una frenata di tutto il settore.
Per chi opera in questo mercato in Italia, nello specifico la difficoltà consiste nel non riuscire a programmare un piano industriale affidabile che vada oltre 6 mesi.
Nel settore industriale, al contrario di quello residenziale, la crisi dei prezzi energetici del 2022, in seguito del conflitto Russo/Ucraino, ha sollecitato molte imprese a comprendere l’importanza dell’autoproduzione che, aldilà di eventuali incentivi o detrazioni, consente di stabilizzare una parte del costo energetico per almeno 25 anni.
Non a caso, dopo la fine del Superbonus, l’unico mercato che ancora in piedi è proprio quello business.
Domanda: Quali sono i benefici per un’azienda che intende investire in tale settore?
Scerbo: Non mi dilungherò in ambito fiscale.
Oltre ai benefici di risparmio in termini energetici, occorre considerare, stante il costo attuale dell’energia elettrica, un investimento in ambito fotovoltaico può rientrare tranquillamente in 3,5 – 4 anni. In tal modo l’azienda avrà la possibilità di reinvestire i capitali risparmiati in ulteriore efficientamento dei processi aziendali. Infine, anche in termini di bilancio di sostenibilità, le energie rinnovabili sono la parte predominante.
Domanda: Cosa dovrebbe fare lo Stato italiano per aiutare concretamente questa diffusione?
Ing. S. Scerbo: Gli interventi statali dovrebbero assicurare stabilità, ovvero decidere una strada da percorrere per i prossimi cinque anni ed evitare cambi improvvisi in termini normativi. Non mi riferisco in particolar modo agli incentivi, ma a leggi chiare e semplici, che non subiscano modifiche in breve termine.
Domanda: Nel panorama nazionale delle aziende specializzate in impianti tecnologici, in cosa si distingue Main Solution?
Scerbo: In ambito residenziale, con oltre 13.000 impianti fotovoltaici residenziali progettati ed installati dal 2015 ad oggi, siamo senza dubbio il leader in questo mercato.
Il nostro processo di lavorazione standardizzato, unito alla nostra capillarità, ci rende gli operatori più veloci sul mercato.
Domanda: Quale osservatore privilegiato, quali cambiamenti state registrando a livello di mercato, presso partner e clienti? quali bilanci potete fare?
Scerbo: In questa fase i cambiamenti che stiamo registrando sono sicuramente di una maggiore consapevolezza sul reale utilizzo dell’energie rinnovabili. Non si considera più un mercato di nicchia, ma una necessità. Oggi, infatti, quando si ristruttura casa, oltre cambiare la caldaia, si installa sempre più frequentemente anche il fotovoltaico.
Per crescere abbiamo bisogno, come detto in precedenza, di stabilità e di ulteriori semplificazioni.
Domanda: Come si può trovare l’equilibrio tra le richieste dei territori e l’urgenza di sviluppare i progetti?
Scerbo: Abbiamo bisogno di investimenti importanti nello sviluppo della rete elettrica, oggi capita sempre più spesso di realizzare nuovi impianti di generazione e di non poterli collegare alla rete perché queste sono insufficienti. Infatti, abbiamo impianti fotovoltaici fermi da quasi due anni, stante il mancato realizzo di lavori di adeguamento della rete elettrica. Ci auguriamo che tale adeguamento avvenga in tempi brevi.
Domanda: Gli obiettivi europei sulle rinnovabili di 70 gigawatt aggiuntivi per il 2030, le sembrano un obiettivo realistico in Italia?
Scerbo: Allo stato attuale no, troppo spesso progetti anche molto importanti vengono bloccati da diversi enti senza una reale motivazione tecnica. In alcuni casi si tratta solo di pregiudizi.
Domanda: Nel settore fotovoltaico, anche l’aspetto occupazionale svolge un ruolo rilevante. Un aspetto positivo è sicuramente la potenziale crescita occupazionale, mentre l’aspetto negativo è rappresentato dalla mancanza di personale qualificato. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, il fotovoltaico nel 2022 impiegava quasi 4 milioni di persone in tutto il mondo tra segmento residenziale e segmento utility-scale, di cui oltre metà in Cina, e che entro il 2030 potrebbero salire a circa 5 milioni nello scenario Steps (Stated Policies Scenario basato sulle “politiche dichiarate” dai governi). Invece nello scenario Net Zero Emissions (Nze), che prevede un percorso energetico per azzerare le emissioni nette di CO2 al 2050, il potenziale per il fotovoltaico è molto più ampio, potendo gli occupati arrivare a circa 6,6 milioni nel 2030 e cioè due milioni e mezzo in più rispetto a oggi. Secondo Lei come impattano queste previsioni con il dato oggettivo della carenza dei lavoratori qualificati del settore, specialmente in Italia?
Scerbo: Chi lavora oggi in questo settore può essere paragonato ai petrolieri nei primi del novecento. Siamo pochi e anche un po’ folli. Il personale realmente qualificato è insufficiente a ricoprire la domanda, anche perché i componenti utilizzati nella realizzazione degli impianti non sono semplici componenti elettronici, ma necessitano anche di competenza informatiche e tra un po’ anche di cyber security.
Fondamentale è il ruolo che gli istituti tecnici e delle università che dovranno ricoprire in questi anni, formando tanti studenti specializzati in questa disciplina. Il tempo è poco ed il lavoro da fare è tanto, però sono ottimista. Inizialmente potremmo sembrare un po’ più lenti degli altri paesi, ma abbiamo tutte le risorse necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo.
Domanda: Riguardo alle “Comunità Energetiche Rinnovabili”, pensa che il mercato italiano sia culturalmente preparato?
Scerbo: Sono anni che se ne parla, ma ancora ad oggi sono poche e di difficile creazione, nonché gestione. Il mercato le richiede e possono essere l’incentivo cruciale per lo sviluppo definitivo di questo settore, ma bisogna semplificare.
Domanda: Come vede l’uso dell’Intelligenza artificiale nel settore del fotovoltaico: una opportunità oppure un’arma a doppio taglio, con il rischio di riduzione della concorrenza e crescita sempre maggiore per le grandi aziende a scapito delle piccole?
Scerbo: L’intelligenza artificiale la considero come l’avvento dei computer nel secolo scorso, anche a quel tempo sembravano potessero danneggiare il mondo del lavoro, ma in realtà hanno contribuito a creare nuove professioni e ci hanno permesso di raggiungere risultanti impensabili. L’unico elemento di preoccupazione oggi è rappresentato dalla intelligenza artificiale legata alla cyber security.
Domanda: Cosa ne pensa del settore Agrivoltaico. Può rappresentare una nuova sfida?
Scerbo: La vedo come una soluzione utile in determinati contesti, ma sembra tanto un’alternativa di facciata per evitare di risolvere i veri problemi legati alle autorizzazioni.
I campi fotovoltaici non devono essere visti come un vincolo nello sviluppo del settore agroalimentare anzi, sono necessari per tornare competitivi sul mercato non solo nazionale ma Europeo. Pensare di abbattere il costo energetico installando solo sistemi agrivoltaici non la considero un’idea fattibile, sicuramente è una soluzione che ripeto può andare bene ma non è l’unica strada da percorrere.
