
La chiusura della settimana ha visto i mercati azionari statunitensi registrare un’impennata di guadagni, spinti dalla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali. Gli indici principali hanno chiuso in positivo, con guadagni settimanali tra il 4,6% e il 5,7%, segnalando la fiducia degli investitori nella nuova direzione politica.
Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso venerdì con un aumento dello 0,59%, pari a 259,65 punti, chiudendo a 43.988,99. L’indice ha ottenuto un significativo guadagno settimanale del 4,61%, spinto dall’ottimismo per le politiche economiche pro-crescita attese con la nuova presidenza.
Anche l’S&P 500 ha registrato una crescita, guadagnando 22,44 punti, ovvero lo 0,38%, raggiungendo quota 5.995,54. Complessivamente, l’indice ha visto un incremento settimanale del 4,66%.
Il Nasdaq Composite ha segnato un rialzo più contenuto venerdì, con un guadagno di 17,32 punti, pari allo 0,09%, chiudendo la giornata a 19.286,78. Tuttavia, su base settimanale, ha registrato una delle migliori performance tra i principali indici, con un guadagno del 5,74%.
L’indice di volatilità VIX, spesso chiamato “indice della paura”, ha registrato una flessione dell’1,71%, scendendo a 14,94. Questo calo suggerisce che gli investitori sono meno preoccupati per l’incertezza politica e ritengono che la vittoria di Trump possa portare stabilità e nuove opportunità di crescita economica.
Parallelamente, l’indice del dollaro USA ha registrato un aumento dello 0,44%, salendo a 104,8, segnalando la forza della valuta statunitense rispetto alle altre valute principali. Di conseguenza, il tasso di cambio EUR/USD è sceso dello 0,8%, evidenziando il rafforzamento del dollaro rispetto all’euro.
Nonostante la performance positiva degli indici azionari, i metalli preziosi hanno chiuso in territorio negativo. L’oro ha perso lo 0,82%, stabilizzandosi a circa 2.683,3 dollari l’oncia, mentre l’argento ha subito una flessione più marcata del 2,32%, chiudendo a 31,29 dollari. Il calo dei metalli preziosi può essere attribuito al rafforzamento del dollaro e alla minore domanda di beni rifugio in un contesto di mercato più ottimistico.
Anche i prezzi del petrolio hanno subito una flessione. Il greggio Brent, riferimento globale, è sceso del 2,08%, chiudendo la settimana a 73,80 dollari al barile. Questa diminuzione riflette sia un aumento della produzione che le incertezze sulla domanda globale di petrolio, nonostante l’attesa di politiche pro-energia che potrebbero essere introdotte dalla nuova amministrazione Trump.
Conclusioni
La reazione positiva dei mercati alla vittoria di Donald Trump riflette le aspettative per un governo favorevole al settore imprenditoriale e per politiche che possano stimolare la crescita economica. La forza del dollaro e il calo della volatilità segnalano un mercato fiducioso nel futuro, anche se restano incertezze legate alle politiche che verranno effettivamente implementate.
I prossimi sviluppi saranno attentamente monitorati dagli investitori, che valuteranno se la direzione politica di Trump porterà a una crescita economica sostenuta o se emergeranno nuove sfide all’orizzonte.