
(AGENPARL) – ven 25 ottobre 2024 Cia-Agricoltori: raccogliere la “sfida” dei cambiamenti climatici
La settimana appena trascorsa è stata l’ennesima riprova della pericolosità
degli effetti del riscaldamento globale e di come l’Italia sia l’hub
europeo della crisi climatica: ben 236 nubifragi hanno squassato la
Penisola in soli 7 giorni, con cumulate di pioggia, in alcuni casi
impressionanti, e non sono mancate conseguenze nelle campagne del
Metapontino, su un Paese spezzato in due fra territori devastati da oltre
un anno di siccità estrema e zone con i serbatoi acquiferi stracolmi,
nonché terreni saturi d’acqua dopo mesi di piogge abbondanti. Invertendo
l’ordine dei fattori, in una condizione di estremizzazione degli eventi
atmosferici, il risultato non cambia e si chiama alluvione: è così per
l’ormai “palude padana”, ma è così anche per l’inaridito Meridione. La
fotografia viene dal settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle
Risorse Idriche. Negli invasi della Basilicata, la decrescita idrica è
quantificabile in 8 milioni di metri cubi in una sola settimana: l’invaso
di monte Cotugno, ad esempio, nonostante oltre 150 millimetri di pioggia in
due giorni, è sceso di ulteriori 800.000 metri cubi nella disponibilità
d’acqua. Per Cia-Agricoltori Potenza-Matera è sempre più urgente una
riflessione sul ruolo della nostra agricoltura nella lotta ai cambiamenti
climatici. Non possiamo più permetterci di rimandare decisioni chiave per
il futuro del nostro Paese e la sopravvivenza del comparto agricolo
nazionale, perno fondamentale della sostenibilità dei territori e della
sicurezza alimentare globale, tanto più evidente guardando alle
potenzialità dell’intera penisola, regione per regione, soprattutto nelle
aree interne. Per il vicepresidente nazionale di Cia, Gianmichele Passarini
“il periodo difficile che stiamo attraversando non solo sul fronte delle
risorse, ma anche per i ripetuti eventi atmosferici estremi in tutta
Italia, richiede di accelerare il dibattito sulle trasformazioni che il
comparto agricolo deve affrontare per superare le sfide attuali e costruire
per le nuove generazioni”. E, dunque, per Passarini: “Questo scenario e la
transizione sostenibile che ci viene sollecitata ha bisogno di maggiori
fondi a sostegno delle aziende e delle comunità, ma soprattutto di uno
sforza maggiore per riconoscere il patrimonio che l’intera penisola
rappresenta. Il grande potenziale del Sud Italia -ha aggiunto- è una delle
nostre principali risorse. Ciò nonostante, è sempre il Sud a produrre
eccellenze e a dimostrare di poter essere un motore di crescita per tutta
l’agricoltura italiana”. Basti pensare alla tenacia e alla passione dei
produttori locali ai quali – evidenzia Cia Potenza-Matera – si deve buona
parte dell’agrifood certificato riconosciuto in tutto il mondo, ma che
-secondo Cia- meritano più attenzione per tutelare comunità e territori,
contribuendo parallelamente alla crescita delle imprese del settore,
superando le frammentazioni, le difficoltà di accesso ai mercati e una
logistica inefficiente. Formazione, condivisione di know-how e consulenza
per orientare al meglio le scelte tecniche e strategiche nel settore
agricolo, tra le leve introdotte da Cia attraverso i suoi servizi alle
imprese, ma anche alla persona. “Sul fronte istituzionale poi -ha concluso
Passarini- siamo impegnati a tutto campo per rafforzare le filiere e
rendere la nostra agricoltura più competitiva e sostenibile. Per il
Mezzogiorno, serve uno sforzo congiunto tra istituzioni ed imprenditori,
leva per garantire investimenti strategici improntati a una visione a lungo
termine, troppo spesso assente nel nostro Paese”.