(AGENPARL) – ven 11 ottobre 2024 Trieste, 11 ott – “Non aspetteremo il 2027 per indire le gare
per l’assegnazione delle concessioni balneari. Siamo convinti che
la concorrenza possa condurre a maggiori investimenti sul
territorio, con un conseguente miglioramento dell’offerta
turistica nel nostro territorio e in particolare sulle nostre
coste”.
? quanto ha sostenuto l’assessore regionale al Patrimonio e
Demanio Sebastiano Callari, che oggi pomeriggio ha portato il
saluto istituzionale al convegno “Concessioni balneari: principi
europei della concorrenza, regime di proroga e possibili
sviluppi”. L’evento, incluso nel programma del Barcolana Sea
Summit, ? stato promosso dalla sezione triestina di Aiga –
Associazione italiana giovani avvocati.
Callari ha ripercorso gli avvenimenti degli ultimi anni che hanno
portato all’attuale situazione di incertezza sul tema delle
concessioni. “La Regione – ha ricordato l’assessore – si era
mossa gi? all’inizio della scorsa legislatura per dare avvio alle
gare, ma la procedura ? stata stoppata dalle proroghe imposte dal
Governo nazionale con le leggi 145 del 2018 e 118 del 2022.
Guardando a livello europeo, la direttiva Bolkenstein non ? stata
applicata uniformemente all’interno degli Stati Ue, sebbene
alcuni di essi abbiano tentato negli anni di mettere ordine alla
materia”.
Come ha sottolineato l’esponente della Giunta, “se in passato la
politica ha perso la possibilit? di emanare una legge chiara per
dirimere ogni incertezza sul tema, ora il decreto 131 del 2024
sembra poter dire una parola definitiva, dettando nuovi parametri
da tenere in considerazione tra cui gli indennizzi a favore dei
vecchi concessionari. La Regione, che nel frattempo si era gi?
mossa per l’apertura delle gare, ha valutato di attendere il
decreto attuativo atteso per marzo 2025 da parte del ministero
delle Infrastrutture: da esso sar? possibile trarre le regole a
cui attenersi per le prossime gare”.
“La disciplina delle concessioni balneari – ha detto ancora
l’assessore – ? chiamata a prestare attenzione da un lato al
principio di concorrenza, elemento essenziale di ogni democrazia
che va salvaguardato per lo sviluppo del territorio, dall’altro
ai concessionari che spesso vivono e mantengono intere famiglie
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