L’amministrazione Biden avrebbe esercitato pressioni sul Regno Unito per cedere le isole del Territorio britannico dell’Oceano Indiano (BIOT), note anche come Isole Chagos, a Mauritius entro novembre, prima delle elezioni presidenziali statunitensi. Questa notizia, riportata dal quotidiano britannico The Daily Telegraph, ha suscitato scalpore, poiché la decisione sembrerebbe essere stata imposta da Washington, con la minaccia di compromettere la storica “relazione speciale” tra Stati Uniti e Regno Unito in caso di mancata conformità.
Un passo geopolitico improvviso
La scorsa settimana, il governo britannico ha sorpreso molti con l’annuncio che avrebbe ceduto le Isole Chagos a Mauritius, mettendo fine a decenni di controllo su questo territorio strategicamente importante. Tra queste isole, la più nota è Diego Garcia, sede di una delle più importanti basi militari congiunte USA-Regno Unito, essenziale per operazioni militari e di intelligence in regioni chiave come Africa, Medio Oriente e Asia.
Sebbene Mauritius avesse da tempo rivendicato la sovranità sulle Chagos, la questione era stata considerata a lungo di scarsa rilevanza politica. Tuttavia, negli ultimi anni, il governo britannico ha cambiato posizione, aprendo persino negoziati per discutere la questione durante l’ultima amministrazione conservatrice. Fino a poche settimane fa, non sembrava imminente una decisione definitiva e, sorprendentemente, la cessione non era stata oggetto di discussione durante le elezioni generali nel Regno Unito né vi era stato alcun dibattito parlamentare.
La pressione americana
Secondo The Daily Telegraph, dietro questo cambio di direzione del governo britannico ci sarebbe la Casa Bianca di Joe Biden. Alti funzionari del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense e del Dipartimento di Stato avrebbero avvertito il governo laburista che un rifiuto di firmare l’accordo avrebbe potuto danneggiare seriamente i rapporti tra Washington e Londra.
L’amministrazione Biden avrebbe chiesto che l’accordo fosse finalizzato prima delle elezioni sia negli Stati Uniti che a Mauritius, previste per il mese prossimo. La preoccupazione principale degli Stati Uniti sarebbe stata la possibilità che Mauritius cercasse di far valere il diritto internazionale per ottenere il controllo delle isole, una mossa che avrebbe potuto minare la presenza militare USA sulla cruciale base di Diego Garcia.
I dettagli dell’accordo
L’accordo, ancora privo di dettagli concreti, prevede che il Regno Unito e gli Stati Uniti mantengano un contratto di locazione di 99 anni sulla base di Diego Garcia. Tuttavia, persistono preoccupazioni sul crescente peso dell’influenza cinese a Mauritius. La Cina potrebbe tentare di stabilire proprie infrastrutture di sorveglianza nelle isole circostanti, mettendo a rischio l’equilibrio geopolitico della regione.
Questa eventualità non è da sottovalutare, considerando le tensioni globali tra Stati Uniti e Cina, e il crescente interesse di Pechino nelle aree strategiche dell’Oceano Indiano.
Una decisione controversa
Nonostante la chiarezza apparente sulla posizione degli Stati Uniti, la situazione presenta delle contraddizioni. Se da un lato Biden ha insistito per una risoluzione rapida, precedenti resoconti suggerivano che Washington avesse messo in guardia Londra dal prendere decisioni affrettate. Tuttavia, è comune che in questioni di grande portata geopolitica, governi eletti e apparati di sicurezza nazionali possano avere visioni divergenti.
In effetti, le posizioni sembrano riflettere due aspetti della tradizionale politica estera americana: da un lato, il desiderio di mantenere basi militari strategiche in tutto il mondo; dall’altro, la storica inclinazione degli Stati Uniti a favorire i processi di decolonizzazione, in questo caso supportando la richiesta di sovranità di Mauritius sulle Isole Chagos.
Conclusioni
La cessione delle Isole Chagos a Mauritius rappresenta una mossa strategica che risponde non solo a logiche di decolonizzazione, ma soprattutto a considerazioni di sicurezza nazionale e geopolitica. L’imposizione di un rapido accordo prima delle elezioni americane dimostra quanto le preoccupazioni militari e l’influenza globale siano centrali per l’amministrazione Biden.
Questo sviluppo segna un ulteriore passo nella complessa relazione tra Regno Unito e Stati Uniti, ponendo una nuova sfida per Londra nella gestione della propria politica estera e del proprio ruolo in un mondo sempre più multipolare.