
(AGENPARL) – ven 04 ottobre 2024 Prot. n.______ Federico Marini
COSTI ENERGIA – Il “caro bolletta” pesa ancora sulle imprese sarde:
260milioni di gap rispetto alle concorrenti europee. Giacomo Meloni
(Presidente Confartigianato Sardegna): “Necessari interventi urgenti di
politica energetica come efficientamento e riqualificazione di edifici e imprese”.
Associazioni Il costo dell’energia sferza ancora le imprese della Sardegna, soprattutto le
Territoriali 95mila di piccole e medie dimensioni, e le mette in difficoltà rispetto alle altre competitor
Sud Sardegna
europee. Lo scorso anno le Pmi sarde hanno, infatti, pagato l’elettricità il 9,9% in più
Cagliari rispetto alla media Ue e, nel biennio 2022-2023; questo gap di prezzo si è tradotto in 260
Via Riva Villasanta 241
dimensione. A livello territoriale la provincia Sassari-Gallura è quella che ha pagato
Oristano
Via Campanelli, 41 maggiormente: 96 milioni di euro in più. Seguono Cagliari, cresciuta di 71 milioni, il
Nuoro E’ questo ciò che è emerso da una indagine realizzata dall’Ufficio Studi di
Via Brig.Sassari, 37 Confartigianato Imprese Sardegna, analizzando i dati Eurostat, Terna e Istat 2022-
2023.
Sassari “L’analisi sul peso della bolletta elettrica per le aziende sarde e del resto d’Italia –
Via Alghero, 30
l’urgenza di interventi di politica energetica su più fronti: diversificazione delle fonti di
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 approvvigionamento, sostegno convinto delle rinnovabili e delle azioni per
L’analisi ricorda anche come i costi dell’energia per la Sardegna nel 2023
segnarono un +68,2% rispetto al 2021 (pre conflitto russo-ucraino) con il picco dei rincari
che però venne toccato nella seconda metà del 2022, momento in cui l’escalation dei
prezzi di elettricità e gas provocò una impennata dei costi che toccò un +147,1% rispetto
al 2021. In quei due anni (2022-2023), le attività produttive isolane pagarono quasi 1
miliardo e mezzo di euro in più rispetto al periodo pre bellico.
E le previsioni sul costo dell’energia, secondo le dichiarazioni del Presidente di
ARERA, Stefano Besseghini, non sono tranquillizzanti: “Nell’ultimo trimestre dell’anno
(ottobre-dicembre 2024) l’andamento del costo dell’energia per i clienti vulnerabili,
rispetto al trimestre precedente, subirà una crescita, ma questa non dovrebbe superare la
doppia cifra. Il trend non sarà dunque “negativo” perché l’andamento dei prezzi
all’ingrosso l’abbiamo visto tutti”.
Il rapporto inoltre, ricorda anche come l’incidenza media delle bollette di gas ed
elettricità nei bilanci delle aziende sia passata dal 15,8% del 2021 al 28,1% del 2023,
di fatto raddoppiando. Ciò ha significato che, mediamente, l’energia è diventata una delle
spese più importanti per le imprese artigiane sarde. Il deragliamento dei prezzi
dell’energia, ha anche comportato una erosione del 6,1% del valore aggiunto delle micro-
piccole-medie imprese. A questi shock, si sono uniti la stretta monetaria, l’aumento dei
prezzi delle materie prime e la mancanza di manodopera.
Confartigianato Imprese Sardegna
“Sempre più, sarà necessario coniugare lo sviluppo economico con il risparmio
energetico – ha proseguito il Presidente Meloni – però è necessario “mettere a terra”
un sistema efficiente di iniziative che realmente e tangibilmente favoriscano
l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia e l’efficienza energetica degli impianti
produttivi”. “Le aziende che abbracciano questa visione – prosegue il Presidente di
Confartigianato Sardegna – non solo prosperano sul mercato, ma diventano veri e
propri incubatori di innovazione, dove le risorse umane sono messe nelle condizioni di
dare il meglio di sé, contribuendo attivamente al successo dell’impresa e alla costruzione
di un futuro più verde e sostenibile”. “La nostra speranza è che gli impegni del Governo
per la decarbonizzazione del sistema energetico contenuti nel Piano Nazionale Integrato
Energia e Clima (PNIEC) – conclude Meloni – trovino presto attuazione”.
Sempre secondo il rapporto, la bolletta elettrica delle aziende italiane, con un
prezzo medio è di 28,44 centesimi/Euro per kWh, è la quinta più costosa d’Europa. Il
sistema economico, per questo, paga il 10,1% in più rispetto alla Francia, il 13,4% in più
della Germania e il 44,4% in più rispetto alla Spagna.
L’Ufficio Studi di Confartigianato ha stilato la classifica delle regioni e delle
province in cui le imprese hanno subito il maggiore extra-costo per l’energia elettrica
rispetto all’Ue nel biennio 2022-2023: in testa c’è la Lombardia con 2.354 milioni,
seguita da Veneto (1.224 milioni), Emilia-Romagna (1.199 milioni), Piemonte (990
milioni), Lazio (863 milioni), Toscana (850 milioni), Campania (774 milioni), Sicilia
(586 milioni) e Puglia (574 milioni). A livello provinciale il salasso di maggiori oneri per
l’elettricità ha colpito soprattutto Roma (596 milioni), seguita da Milano (523 milioni),
Torino (430 milioni), Brescia (408 milioni), Napoli (365 milioni), Bergamo (310
milioni), Verona (243 milioni), Treviso (236 milioni), Vicenza (232 milioni), Firenze
(215 milioni), Padova (209 milioni), Bari (206 milioni), Bologna (205 milioni), Varese
(203 milioni) e Modena (201 milioni).
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