
I prezzi dell’oro sono aumentati oggi, sostenuti dalla crescente domanda di beni rifugio, alimentata dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e dal calo dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi. Nonostante il rialzo, il metallo prezioso rimane al di sotto dei livelli record registrati di recente, dopo che la Federal Reserve ha segnalato un rallentamento nel ritmo di riduzione dei tassi di interesse.
Rialzo dell’oro
L’oro ha registrato un aumento dello 0,6% nelle transazioni spot, raggiungendo i 2.649,59 dollari l’oncia, dopo aver toccato giovedì scorso il livello massimo di 2.685,42 dollari. I futures sull’oro statunitense sono anch’essi saliti dello 0,4%, attestandosi a 2.671 dollari.
L’aumento della domanda di oro come bene rifugio riflette l’incertezza globale e le tensioni in Medio Oriente, che spingono gli investitori verso asset considerati più sicuri. Il calo dei rendimenti delle obbligazioni decennali statunitensi ha ulteriormente rafforzato l’attrattiva dell’oro, che, non offrendo interessi, diventa più competitivo rispetto agli asset obbligazionari a basso rendimento.
Impatto delle dichiarazioni della Federal Reserve
Nonostante l’aumento odierno, l’oro è ancora al di sotto dei recenti massimi. La scorsa settimana, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha indicato che la banca centrale degli Stati Uniti potrebbe adottare un approccio più cauto nel ridurre i tassi di interesse, ipotizzando un possibile taglio di un quarto di punto percentuale. Questa posizione ha temporaneamente frenato la corsa dell’oro, che aveva beneficiato delle aspettative di una politica monetaria più accomodante.
I mercati stanno ora aspettando ulteriori indicazioni dall’economia statunitense, con particolare attenzione ai prossimi dati sull’occupazione. La forza del mercato del lavoro potrebbe influenzare le decisioni future della Federal Reserve in merito ai tassi di interesse, impattando direttamente anche sui prezzi dell’oro.
Andamento degli altri metalli preziosi
In parallelo al rialzo dell’oro, anche l’argento ha guadagnato terreno, aumentando dello 0,7% a 31,37 dollari l’oncia. Il platino è salito dello 0,4%, raggiungendo 979,83 dollari. Diversamente, il palladio ha subito una flessione, scendendo dello 0,8% a 991,36 dollari.
L’andamento dei metalli preziosi riflette un contesto di incertezza, dove gli investitori cercano rifugi sicuri, ma rimangono cauti in attesa di sviluppi macroeconomici e geopolitici che potrebbero ulteriormente influenzare i mercati finanziari globali.
Conclusioni
Il mercato dell’oro continua a oscillare tra fattori geopolitici e attese economiche. Se le tensioni in Medio Oriente alimentano la domanda di beni rifugio, le politiche della Federal Reserve e i dati economici degli Stati Uniti saranno determinanti nel plasmare l’andamento dei prezzi dell’oro e degli altri metalli preziosi nei prossimi mesi.
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