
Il dollaro statunitense ha registrato una significativa flessione, con l’indice del dollaro che è sceso oggi di oltre lo 0,5%. Questa discesa riflette le crescenti aspettative di un nuovo e importante taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, previsto per novembre. Il calo del dollaro è stato ulteriormente accentuato dalle misure di stimolo economico recentemente annunciate dalla Cina, che hanno rafforzato le valute dei paesi vicini e alimentato l’incertezza sui mercati valutari globali.
Attualmente, il dollaro si trova a 100,26 contro un paniere di valute, molto vicino al suo livello più basso in oltre un anno, registrato a 100,21. Questo ribasso segna un momento di debolezza per la valuta statunitense, che sta affrontando un contesto di pressione crescente, con gli investitori che guardano con preoccupazione alla possibilità di un ulteriore allentamento monetario negli Stati Uniti.
L’indebolimento del dollaro ha stimolato un rialzo delle principali valute a livello globale. In particolare, il dollaro australiano ha visto una crescita significativa, raggiungendo quota 0,6908 dollari nelle prime fasi degli scambi asiatici. Questo valore rappresenta il livello più alto toccato dalla valuta australiana dal febbraio 2023. Anche il dollaro neozelandese ha mostrato segni di rafforzamento, attestandosi a 0,63555 dollari, il suo livello più alto negli ultimi nove mesi.
Parallelamente, lo yuan cinese ha registrato una solida performance, arrivando a quota 7,0012 contro il dollaro statunitense, segnando il livello più alto in 16 mesi. L’apprezzamento della valuta cinese è strettamente legato agli stimoli economici lanciati dal governo di Pechino, che hanno contribuito a migliorare le aspettative di crescita per l’economia del paese.
Sterlina britannica ed euro in rialzo, yen giapponese in calo
Anche la sterlina britannica ha beneficiato dell’indebolimento del dollaro, salendo dello 0,1% per raggiungere quota 1,3430 dollari, un valore che non si registrava da marzo 2022. Questo rialzo riflette il rinnovato ottimismo verso l’economia del Regno Unito, sebbene permangano incertezze legate all’inflazione e alle future decisioni della Bank of England in tema di politica monetaria.
L’euro, dal canto suo, ha guadagnato lo 0,14%, attestandosi a 1,1195 dollari, avvicinandosi al suo livello più alto degli ultimi 13 mesi, raggiunto a luglio. Questa crescita è stata sostenuta dalle aspettative di una possibile stabilizzazione economica all’interno dell’Eurozona, nonostante le sfide legate all’inflazione e all’energia.
Infine, lo yen giapponese ha registrato un lieve calo, scendendo a 143,32 contro il dollaro. Tuttavia, la debolezza dello yen riflette in parte la persistente politica monetaria ultra-espansiva della Banca del Giappone, che continua a mantenere tassi di interesse estremamente bassi, in netto contrasto con le tendenze delle altre principali economie globali.
Il mercato valutario si trova attualmente in una fase di forte volatilità, guidata dalle aspettative sui tassi di interesse e dalle politiche economiche globali. L’annuncio di nuove misure di stimolo in Cina ha alimentato il rialzo delle valute asiatiche, mentre l’attesa per un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve ha messo ulteriore pressione sul dollaro statunitense. Con l’avvicinarsi di novembre, sarà fondamentale osservare l’evoluzione delle decisioni delle banche centrali per comprendere meglio le direzioni future dei mercati valutari globali.