
(AGENPARL) – gio 19 settembre 2024 *NAPOLI | Una nuova prospettiva per determinare l’origine delle emissioni **di
anidride carbonica*
*Individuate l’anidride carbonica naturale e quella antropogenica nell’area
urbanizzata della città di Napoli.*
[*Roma, 19 settembre 2024*]
Uno studio innovativo condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia (INGV), recentemente pubblicato sulla rivista
‘Scientific Reports’ di Nature, *ha evidenziato le differenze tra le
emissioni di origine antropica e quelle vulcanico-idrotermali nella
regione.*
La ricerca “*Unveiling spatial variations in atmospheric CO2 sources: a
case study of metropolitan area of Naples, Italy*” ha analizzato la
composizione degli isotopi stabili del carbonio e dell’ossigeno
nell’anidride carbonica (CO2) atmosferica della città di Napoli che, in sé,
costituisce una delle zone più densamente popolate d’Europa.
*”Mentre nell’area urbana di Napoli l’aumento dell’*anidride carbonica
dipende* principalmente dalla combustione di idrocarburi, in alcune aree
intorno alla Solfatara di Pozzuoli l’eccesso di CO2 deriva chiaramente
dalle attività vulcaniche e idrotermali”*, afferma *Roberto Di Martino,
ricercatore della Sezione di Palermo dell’INGV e primo autore dello studio.*
“*Questo ci ha motivato a cercare di comprendere meglio la variabilità
delle sorgenti di CO2 e di quantificare il contributo di ciascuna fonte
nelle diverse aree*”.
*Le analisi isotopiche sono estremamente utili per distinguere le diverse
fonti di anidride carbonica. *Questo è possibile perché i vari processi di
produzione di CO*2* lasciano una “firma isotopica” specifica che i
ricercatori possono rilevare e interpretare. Lo studio ha inoltre
dimostrato come l’analisi effettuata permetta una migliore
caratterizzazione della componente magmatica/idrotermale della CO*2*
rispetto alla componente antropogenica, fornendo potenzialmente indicazioni
sulla dinamica vulcanica flegrea e sulle variazioni climatiche.
*”Identificare con precisione le sorgenti di emissione è cruciale per
promuovere azioni concrete di contrasto al cambiamento climatico. Le
determinazioni di carbonio e ossigeno, infatti, rappresentano una svolta
importante nelle azioni di contrasto alle cause del riscaldamento globale”*,
prosegue *Sergio Gurrieri, ricercatore della Sezione di Palermo dell’INGV e
co-autore dello studio. *
In linea con le direttive dell’*European Green Deal,* che mira a rendere
l’Europa il primo continente a zero emissioni di carbonio, la Commissione
Europea sta promuovendo misure concrete per ridurre le emissioni del 55%
entro il 2030. Queste iniziative sono supportate dal piano di resilienza
NextGenerationEU e avranno un impatto diretto sulle economie e sulla vita
dei cittadini europei.
*Antonio Paonita, Direttore della Sezione di Palermo dell’INGV e co-autore
della ricerca,* sottolinea: *”L’Europa sta investendo ingenti risorse per
affrontare la crisi climatica, ma il successo dipenderà dalla nostra
capacità di comprendere e monitorare le fonti di emissione locali.
Attraverso un controllo dettagliato delle sorgenti potremo garantire una
reale riduzione delle emissioni.” *
Il team ha utilizzato un laboratorio mobile dotato di tecnologie di
spettrofotometria
laser