
(AGENPARL) – lun 02 settembre 2024 *Editoria =*
*Interrogazione parlamentare Alleanza Verdi Sinistra su situazione Gazzetta
del Mezzogiorno.*
*Vogliamo sapere dal governo Meloni quali iniziative verranno assunte per
salvaguardare la testata e i suoi giornalisti.*
*Si attivino le funzioni ispettive nei confronti della società editrice*
Vogliamo spere quali iniziative abbia assunto o intenda assumere il governo
per esercitare le proprie funzioni ispettive nei confronti della società
editrice, vista la particolare situazione dei giornalisti coinvolti, nella
vicenda della Gazzetta del Mezzogiorno, storico quotidiano di Puglia e
Basilicata fondato il 1° novembre del 1887, baluardo dell’informazione
nelle due regioni del Mezzogiorno.
È quanto si legge nell’interrogazione parlamentare dell’Alleanza Verdi
Sinistra, primo firmatario Franco Mari, e rivolta al governo Meloni.
Nell’atto ispettivo parlamentare si ricorda che Fnsi, le Associazioni
stampa di Puglia e Basilicata, il Comitato di redazione hanno firmato a
gennaio 2024, presso il Ministero del lavoro, l’accordo per il
prolungamento della cassa integrazione alla Gazzetta del Mezzogiorno.
L’intesa ha chiuso, momentaneamente positivamente, la procedura di
licenziamento collettivo di 46 giornalisti annunciata il 27 ottobre 2023, e
si prevede che fino al 31 dicembre 2024 siano posti in cassa integrazione a
zero ore un numero di 46 giornalisti (10 giornalisti ex articolo 1, 22
giornalisti ex articolo 36 e 11 giornalisti ex articoli 2 e 12 del CCNL
giornalisti) occupati nelle sedi di Bari, Potenza, Taranto, Lecce, Andria e
Foggia. 4 giornalisti potranno essere prepensionati;
Nonostante la soddisfazione per avere evitato i licenziamenti, resta il
timore per il futuro della Gazzetta del Mezzogiorno: la proprietà ha chiuso
tutte le redazioni provinciali, accentrando i giornalisti a Bari,
eliminando la presenza in Basilicata e mandando in edicola un’unica
edizione, limitando l’offerta informativa nelle due regioni. Con l’edizione
unica si eliminano i dorsi, le redazioni decentrate, i giornalisti che vi
lavoravano e si mantiene la suddivisione geografica delle testate, provando
a «decentrare» i giornalisti superstiti nel «fortino» della redazione
centrale di Bari. Si procede a tagli, non si investe per il rilancio del
quotidiano, non si hanno certezze su cosa succederà dopo il 31 dicembre
2024, al termine del piano di crisi. Unpiano di crisi al quale Fnsi e
Associazioni di stampa guardano con preoccupazione per le pesanti ricadute
che potrebbero avere sulla diffusione e raccolta pubblicitaria, mettendo a
rischio la tenuta futura di tutto il giornale e i livelli occupazionali,
con la contestuale eliminazione della copertura dell’informazione in due
regioni del Sud Italia;
Mentre l’orizzonte per i giornalisti si presenta molto nebuloso, non è così
per gli editori attuali e pregressi del quotidiano di Puglia e Basilicata.
Riporta Repubblica Bari di venerdì 26 luglio 2024: «Ex Gazzetta, già
venduta metà dei nuovi appartamenti». Ed inoltre che l’edificio
residenziale pur non realizzato, vede la corsa per acquistare gli
appartamenti già cominciata. In 45 giorni, circa il 50 per cento delle case
che faranno parte del Palazzo del Mezzogiorno è stata acquistata. Stesso
trend per i 68 box garage, 43 dei quali già comprati. Infine: «La vendita
degli appartamenti è affidata a Gabetti con prezzi dai 3.700 ai 4mila euro
al mq»;
La sede del quotidiano costituiva il boccone più prelibato della proprietà
fallita Edisud spa ed è stata oggetto della «pax editoriale» siglata
dall’affittuario della Gazzetta (Ladisa srl) e dagli assegnatari del
giornale al termine della procedura fallimentare (Albanese e Miccolis con
Editrice del Mezzogiorno srl). Conclude così, l’articolo di Repubblica
Bari: «Il Palazzo del Mezzogiorno sarà ultimato entro dicembre del 2025. Il
progetto fa capo alla Scipione srl costituita da Vito Ladisa, a capo
dell’azienda attiva nel settore delle mense ed Editore dell’Edicola del
Sud, che detiene il 50 per cento, da Vito Miccolis e Antonio Albanese,
editori della Gazzetta del Mezzogiorno»;
La società che pubblica la Gazzetta del Mezzogiorno, Editrice del
Mezzogiorno srl è controllata da Cultura e Mezzogiorno, srl impresa sociale
(24 per cento Cisa spa, 24 per cento Ecologica spa, 26 per cento Antonio
Albanese, 26 per cento Vito Miccolis): è stata costituita il 23 gennaio
2023 e scritta il 25 gennaio 2023 nel registro imprese della Camera di
commercio di Bari, risulta «inattiva» nell’ambito dello «stato
dell’attività», e non risulta ancora depositato il primo bilancio; Cultura
e Mezzogiorno società srl impresa sociale è destinataria di fondi pari a 1
milione 900mila euro l’anno per tre anni da parte del Dipartimento per