Il gruppo pro-palestinese “Abandon Biden” ha annunciato venerdì di aver lanciato una nuova campagna, denominata “Abandon Harris”, all’inizio di questa settimana. Il movimento, inizialmente creato per opporsi alla rielezione del presidente Joe Biden, ha ora deciso di concentrare i suoi sforzi contro la vicepresidente Kamala Harris, con l’obiettivo dichiarato di impedirle di vincere le elezioni presidenziali del 2024.
In un comunicato, il gruppo ha spiegato che la sua “missione è ora focalizzata al laser sullo smascheramento e l’opposizione a Kamala Harris e alla sua complicità nel genocidio.” Il movimento accusa Harris e l’amministrazione Biden di essere complici nel conflitto in corso a Gaza, definendo il partito democratico un “partito del genocidio e della pulizia etnica”.
“Fare appello alla coscienza del Partito Democratico è una perdita di tempo,” afferma il gruppo, sottolineando che il partito non ha mostrato alcun interesse a fermare quello che descrive come un “genocidio” nella Striscia di Gaza. “Non sono semplici spettatori; sono partecipanti attivi a questa violenza brutale e imperdonabile”, prosegue il comunicato, che critica duramente l’amministrazione per la sua gestione del conflitto israelo-palestinese.
La campagna “Abandon Harris” si propone di “assicurare che Harris perda le elezioni del 2024” e di lanciare un chiaro messaggio contro qualsiasi candidato che si presenti con quella che il gruppo definisce una “piattaforma di genocidio”. Il movimento invita altri a unirsi nella lotta per ritenere il Partito Democratico responsabile dello “spargimento di sangue a Gaza”, emerso come conseguenza del conflitto tra Israele e Hamas, iniziato dopo gli attacchi terroristici del 7 ottobre.
Il lancio della campagna “Abandon Harris” segue una settimana di intense proteste anti-Harris alla Convention Nazionale Democratica di Chicago, dove dimostranti, tra cui il candidato indipendente alla presidenza Cornel West, hanno esposto cartelli con la scritta “Abandon Harris” al di fuori del perimetro di sicurezza dell’evento.
La crescente tensione e la mobilitazione contro la vicepresidente evidenziano il livello di frustrazione e disillusione tra alcune frange della sinistra, particolarmente critiche nei confronti della politica estera dell’amministrazione Biden-Harris e della loro gestione del conflitto in Medio Oriente.