
(AGENPARL) – mer 31 luglio 2024 “Imane Khelif è una delle due atlete escluse dai Mondiali di boxe per non
aver superato il gender test e ora invece gareggia alle Olimpiadi, riguardo
alla questione della partecipazione di una giovane donna, l’italiana Angela
Carini, a una gara di pugilato contro un uomo, perché di fatto Imane
biologicamente rimane uomo, ritengo iniqua e sorprendente tutta questa
vicenda. L’atleta italiana di trova davanti a una scelta drammatica:
rinunciare al sogno della sua vita o affrontare il rischio di essere
pesantemente colpita da un uomo in un incontro di pugilato? Vorrei mettere
al centro della questione le implicazioni fisiche e morali di tale
decisione, richiamando l’attenzione sul dibattito attorno alla
partecipazione di atleti transgender nelle competizioni sportive. La mia
preoccupazione principale riguarda la sicurezza del pugile e l’equità della
competizione, temi che continuano a generare discussioni accese nel mondo
dello sport. La mia posizione riflette un’attenzione particolare alla
tutela degli atleti e alla necessità di regolamentazioni che possano
garantire sia l’inclusività che la sicurezza nelle competizioni, ma
soprattutto la condizione di pari opportunità intesa nell’accezione più
ampia, perché le pari opportunità non riguardano solo i diritti delle
donne, ma i diritti di coloro che soffrono le discriminazioni, in questo
caso ci troviamo di fronte a una disparità di trattamento a discapito della
giovane italiana, finisco con una provocazione, qui si tratta di
discriminazione nei confronti della normalità per garantire il diritto al
transgender disconosci i reali rapporti di forza”, così Orlando Angelo
Tripodi, presidente della commissione Pari opportunità