
(AGENPARL) – lun 24 giugno 2024 Centro Palazzo e accoglienza immigrati: Cia-agricoltori
“La mancata riapertura a Palazzo San Gervasio del Centro di accoglienza per
lavoratori stagionali, di fatto, con i problemi di questi giorni che vedono
i lavoratori immigrati “accampati” come possono e senza tutele prima fra
tutte della dignità umana, rende meno controllabile il fenomeno del
caporalato”. Così Antonio Nisi, dirigente Cia-Agricoltori di Palazzo,
riferendo che “per ora a Palazzo sono arrivate tra i 50 e i 60
extracomunitari, quasi tutti di origine africana, ma il problema sarà
decisamente più grave nelle prossime settimane quando diventerà più
difficile controllare l’assunzione regolare di manodopera. La raccolta del
pomodoro – aggiunge – non è ancora iniziata e stiamo assistendo all’ormai
decennale situazione che vede casolari abbandonati delle nostre campagne
diventati luoghi di ricovero, molto precari e senza condizioni igieniche
minime”. Nisi inoltre evidenzia il crescente aumento dei costi aziendali:
tra manodopera, gasolio, spese vive ci vogliono tra 8 e 9 mila euro per
ogni ettaro di pomodoro che sarà raccolto e che – evidenzia – si presenta
di ottima qualità e buona quantità.
Sul problema caporalato, Giambattista Lorusso, presidente Cia-Agricoltori
Potenza, ribadisce, dopo la tragedia di Latina, che “il rifiuto del lavoro
nero e del caporalato sono due dei principi cardine che guidano la nostra
azione sindacale. È chiaro che le eccellenze del nostro Made in Italy
devono essere legate non solo alla qualità indiscussa delle produzioni
agricole italiane, ma anche alla qualità e alla dignità del lavoro e della
vita dei lavoratori agricoltori”. Lorusso riferisce del “pressing” svolto
nei confronti del Presidente Bardi che ha prodotto il sopralluogo insieme
al Prefetto di Potenza Vardè alla struttura di Palazzo e gli impegni ad
accogliere già da giovedì prossimo le prime decine di immigrati e a
predisporre un bando regionale per accoglienza diffusa negli appartamenti
vuoti e nelle strutture alberghiere ed agriturismi. “E’ necessario- dice
Lorusso – accelerare al massimo gli adempimenti attivando un Tavolo
permanente per la stagione della grande raccolta prodotti ortofrutticoli”.
La Cia Basilicata è convinta, infatti, che sia necessario rendere più
agevoli e meno rigidi i canali di ingresso regolare degli stranieri e che
questo sia l’unico vero deterrente all’immigrazione clandestina.
L’incertezza di programmare il fabbisogno occupazionale secondo la Cia
lucana- si andrebbe poi ad aggiungere all’incertezza quotidiana in cui
vivono le aziende agricole aggravandone ulteriormente le difficoltà.
Tale impostazione è la conferma tangibile che il sistema produttivo ed
imprenditoriale agricolo lucano è non solo a sostegno di ogni tipo di
iniziativa volta a migliorare e sostenere adeguate e consone condizioni di
accoglienza, ospitalità e permanenza ma avamposto di quella cultura
dell’integrazione che trova le sue radici nel mondo contadino e nella
cultura solidaristica che è parte integrante del nostro mondo produttivo
rurale e fra i nostri Imprenditori agricoli e le loro famiglie.
Il presidente nazionale Cristiano Fini aggiunge: “Non basta solo esprimere
profondo cordoglio davanti all’inaccettabile vicenda del bracciante
indiano, Satnam Singh, vergognosamente abbandonato in strada dopo il
gravissimo infortunio nei campi nell’Agro Pontino. Serve fare di più e
valorizzare e tutelare le tante aziende agricole che operano in regime di
legalità”, ha spiegato Fini. Riguardo al Decreto Flussi -secondo Cia-
bisognerebbe innanzitutto creare una black list nella quale inserire quei
datori di lavoro che nei click day precedenti, pur avendo ottenuto il visto
d’ingresso per i lavoratori richiesti, non hanno poi formalizzato il
contratto di soggiorno e, quindi, l’assunzione. Inibire per almeno tre anni
tali soggetti dalla presentazione delle istanze permetterebbe non solo di
alleggerire il sistema informatico del ministero, ma soprattutto di ridurre
i tempi di accoglimento e rilascio dei visti. Ancora meglio, sarebbe
superare la procedura del click day attraverso una prenotazione numerica
della manodopera extra Ue da parte dei datori di lavoro, che andrebbe
effettuata prima del precaricamento delle istanze, così da permettere al
ministero di valutare correttamente il numero delle quote in base al
fabbisogno reale.