In occasione della Giornata Nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma e dei 55 anni di AIL e di sostegno alla ricerca scientifica per la lotta ai tumori del sangue, l’Agenparl ha intervistato Massimo Martino, Presidente GITMO, Direttore UOC Centro Trapianti Midollo Osseo e Direttore ad interim UOC Ematologia, Dipartimento Oncoematologico e Radioterapico, Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria.
Quali sono le patologie ematologiche per cui può essere indicato il trapianto?
La prima distinzione da fare quando si parla di trapianto è tra trapianto allogenico, cioè quando le cellule provengono da un donatore familiare o da registro, e autologo dove si utilizzano invece le cellule del paziente stesso. Nel 2023 in Italia sono stati effettuati circa 2.000 trapianti allogenici e nel 50% dei casi è stato necessario utilizzare un donatore da registro. La patologia maggiormente trattata è stata la leucemia acuta mieloide (40%) seguita dalla leucemia linfoblastica (18%).
Per quanto riguarda il trapianto autologo ne sono stati effettuati circa 3.600 e il mieloma multiplo è la patologia dove trova la maggiore applicazione, il 50% delle procedure, seguito dai linfomi non-Hodgkin e Hodgkin e dalle leucemie. Inoltre, il dato importante è che, per la prima volta, sono stati effettuati in numero maggiore trapianti autologhi in persone con più di 60 anni rispetto ai soggetti under 60, e sono aumentati anche quelli allogenici. Questo grazie al miglioramento delle tecniche trapiantologiche che si sono evolute, alla disponibilità di terapie utilizzate all’esordio della malattia che causano meno tossicità d’organo, e grazie alle terapie di supporto, alla prevenzione delle infezioni che consentono alle persone più avanti con l’età di arrivare più “fit”, vale a dire in condizioni migliori.
In ambito trapiantologico quali sono le principali novità e quali sono le criticità organizzative per un centro autorizzato per ciò che riguarda l’organizzazione, la sicurezza e gli effetti collaterali per i pazienti?
Le maggiori novità sono dovute al fatto che oggi, grazie alle nuove tecniche trapiantologiche e alle terapie, è possibile effettuare il trapianto in sempre maggior misura nelle persone non più giovani, over 60 e oltre. La più grande innovazione degli ultimi anni riguarda le terapie cellulari, le Car-T, soprattutto nei linfomi non Hodgkin, in particolare nelle forme più aggressive, quali il tipo a grandi cellule, il mantellare e in alcune forme di leucemia linfoblastica acuta nel bambino e nel giovane adulto, e a brevissimo sarà possibile utilizzarle anche in Italia nel mieloma multiplo.
Le maggiori criticità riguardano la mancanza di figure cardine all’interno dei centri, oltre alla ben nota carenza di personale sanitario, come data manager, esperti di qualità e psicologi che possano seguire il paziente lungo il suo percorso. Il problema è che tutte queste figure non sono previste negli organigrammi ospedalieri e dunque non sono neanche oggetto di concorsi. Per sopperire a queste mancanze dobbiamo ricorrere a borse di studio, e in questo AIL è di grande aiuto con fondi specifici, ad esempio per gli psicologi. Inoltre, in un programma trapianti sono fondamentali i biologi e i tecnici di laboratorio che necessitano di grande esperienza e preparazione in quanto lavorano con le cellule staminali, le manipolano e le congelano; ma anche queste figure, che hanno una grande expertise indispensabile per la realizzazione di un programma trapiantologico, sono sempre di meno.
Quest’anno AIL finanzierà il progetto presentato da GITMO per l’attività del Clinical trial office per la realizzazione delle attività di ricerca dell’Associazione. Ce ne può parlare?
Il Gruppo Italiano per il Trapianto del Midollo Osseo (GITMO) è una società scientifica che ha tra i suoi obiettivi quello di migliorare il risultato in termini di guarigione della malattia e diminuire ulteriormente le complicanze correlate al trapianto come le GRAFT versus host disease. Questa è una complicanza frequente che consiste in un’aggressione verso l’organismo da parte del nuovo sistema immunitario che è stato trapiantato. Un altro ambito riguarda il tipo di chemioterapia che deve essere somministrato. Sono tutti campi di ricerca “indipendente”, cioè non sponsorizzata, che necessitano di fondi per portare avanti i progetti e della figura del Clinical trial office che si occupa della completa gestione degli studi e di adempiere a tutti gli obblighi legislativi.