
(AGENPARL) – mer 19 giugno 2024 GUARDIA DI FINANZA
Comando Provinciale Ancona
COMUNICATO STAMPA
19/06/2024
GDF ANCONA: ACCERTATA FRODE NEL COMMERCIO DI CARBURANTI PER OLTRE 133
MILIONI DI LITRI DI CARBURANTE, SEQUESTRATI BENI PER OLTRE 15 MILIONI DI
EURO: 32 IMMOBILI, TRA CUI 2 DISTRIBUTORI STRADALI E UN RESORT A BAIA
SARDINIA (SS).
In data odierna, finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ancona, su delega della Procura
della Repubblica di Trani, hanno dato esecuzione, nelle province di Ascoli Piceno, Teramo, Pescara, Barletta,
Pistoia, Reggio Emilia e Sassari a un articolato provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di
Trani, su richiesta della Procura di Trani, con il quale è stato disposto il sequestro preventivo, anche nella forma
per “equivalente”, di disponibilità e beni fino alla concorrenza di 15,5 milioni di euro, a conclusione di una
complessa indagine che ha consentito di interrompere una articolata e importante frode perpetrata nel commercio
dei carburanti.
A tal riguardo, proprio in queste ore, alcune decine di militari delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria di Ancona, con la collaborazione dei Reparti del Corpo competenti per territorio, stanno
apponendo i sigilli su 32 unità immobiliari, tra cui si segnalano 2 distributori stradali ubicati in provincia di
Teramo, un deposito di carburanti in provincia di Reggio Emilia, un resort situato nel comune di Arzachena,
località Baia Sardinia (SS), un residence ubicato in provincia di Teramo, nonché svariati appartamenti di pregio e
terreni ubicati in varie province italiane.
Il citato provvedimento rappresenta l’epilogo di complesse investigazioni condotte dal Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria di Ancona inizialmente sotto la guida di altra Procura della Repubblica e poi coordinate,
per competenza territoriale, dalla Procura di Trani, che hanno consentito di disarticolare un’organizzazione
criminale, capeggiata da un imprenditore quarantenne di origini pugliesi, responsabile di aver posto in essere,
mediante la creazione di schermi societari fittizi, del tutto inadempienti fiscalmente, una rilevante frode fiscale
nel commercio dei prodotti petroliferi e del successivo reinvestimento dei relativi proventi in attività immobiliari.
In particolare, l’organizzazione ha sfruttato un sistema di frode che prevedeva l’utilizzo di società di comodo con
le quali, ricorrendo allo strumento dell’ “acquisto intracomunitario”, presso varie raffinerie, è riuscita ad
approvvigionarsi di ingenti partite di carburante non gravate dall’IVA sull’acquisto.
Tali ingenti quantitativi di carburante venivano, successivamente, ceduti omettendo le relative dichiarazioni
annuali IVA e dei redditi ovvero presentandole senza riportare l’IVA o i ricavi afferenti a tali operazioni.
Il prodotto petrolifero, proveniente principalmente dalla Slovenia, veniva dapprima ceduto “cartolarmente” a 3
società “cartiere” formalmente ubicate in Bulgaria e nella Repubblica Ceca gestite da membri
dell’organizzazione criminale, per poi essere fatturato a 7 società “cartiere” italiane che, a loro volta, non
versavano all’Erario l’imposta dovuta, pur incassandola dai clienti italiani e omettendone ogni successivo
obbligo dichiarativo.
Le società “cartiere” erano state costituite, infatti, con il solo intento di rimanere operative per un periodo di
tempo limitato, al termine del quale venivano “abbandonate” (e, quindi sostituite) facendo leva sul fatto che le
responsabilità amministrative e penali, se e una volta accertate, sarebbero ricadute sul prestanome (nullatenente)
formalmente posto a capo delle medesime.
Al termine di tutti i vari passaggi cartolari, i carburanti ottenuti in evasione dell’IVA, venivano rivenduti,
sottocosto, con fattura, a soggetti titolari di reti di distributori stradali o di depositi commerciali, spesso
riconducibili, o addirittura coincidenti, agli stessi soggetti che avevano creato le “cartiere”, con il vantaggio, per