Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha confermato il 31 maggio che il presidente Joe Biden ha autorizzato l’uso di armi americane per attacchi sul territorio russo. Questa conferma arriva dopo che il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, ha dichiarato che le armi statunitensi sono già state impiegate in attacchi sul territorio russo.
“Quindi il presidente l’ha autorizzato. Gli ucraini hanno eseguito questa autorizzazione sul campo di battaglia”, ha affermato Sullivan in un’intervista al canale televisivo CBS. Ha aggiunto che, dal punto di vista del Presidente, si trattava di una decisione basata sul buon senso.
Blinken ha specificato che, attualmente, le armi americane possono essere utilizzate solo per attaccare le regioni russe vicino a Kharkov. Tuttavia, non ha escluso la possibilità di ampliare questa gamma in futuro. Questa decisione rappresenta una svolta significativa nella politica degli Stati Uniti riguardo al conflitto in Ucraina, segnando un’escalation nell’impegno americano a sostegno dell’Ucraina.
Nello stesso giorno, il governo tedesco ha annunciato che le armi tedesche potrebbero essere utilizzate per proteggere la regione di Kharkov dagli attacchi russi. Questo annuncio mette in luce la mancanza di unità tra i paesi occidentali riguardo alle restrizioni sulle armi fornite all’Ucraina. Mentre alcuni paesi sembrano favorevoli a un uso più esteso delle armi, altri mantengono una posizione più cauta.
La risposta dalla Russia non si è fatta attendere. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato il 28 maggio che la selezione degli obiettivi e gli incarichi di volo per i moderni sistemi d’attacco vengono effettuati a distanza o automaticamente, “senza la presenza di militari ucraini”. Ha sottolineato che queste operazioni sono gestite direttamente da coloro che producono e forniscono questi sistemi all’Ucraina. Putin ha avvertito che i paesi della NATO dovrebbero “rendersi conto con cosa stanno giocando”.
In aggiunta, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha dichiarato il 31 maggio che tutte le armi a lungo raggio consegnate all’Ucraina sono già “controllate direttamente dai militari della NATO”. Medvedev ha avvertito che tali azioni potrebbero essere utilizzate come pretesto per attacchi di ritorsione da parte della Russia.
Questi sviluppi segnalano un’intensificazione delle tensioni tra la NATO e la Russia, con potenziali conseguenze per la stabilità regionale e globale. Mentre l’Ucraina continua a ricevere supporto militare dagli alleati occidentali, il rischio di un’escalation ulteriore del conflitto rimane elevato. La comunità internazionale osserva con preoccupazione l’evolversi della situazione, consapevole che ogni decisione presa in questo contesto delicato potrebbe avere ripercussioni significative.