
(AGENPARL) – mer 05 giugno 2024 Comunicato stampa
5 giugno 2024
Salute: Presentato oggi il monitoraggio sulle liste di attesa che fotografa una situazione drammatica, fatta di ritardi, disparità e mancata trasparenza.
È stato presentato oggi nella sede nazionale della Cgil il Monitoraggio sulle liste di attesa predisposto da Federconsumatori e Fondazione Isscon, con il contributo dell’Area Stato Sociale e Diritti della Cgil.
Un ricco elaborato di dati che fotografa i tempi massimi di attesa registrati nelle Regioni e P.A. di Trento e Bolzano, nelle 41 aziende sanitarie locali di aree metropolitane e periferiche alle grandi Città, ed in 13 aziende ospedaliere. Monitorate il 52% del totale delle prestazioni (86) oggetto del monitoraggio previsto dal PNGLA, inclusi i ricoveri nelle poche aziende dove risultano accessibili i dati.
Undici gli accessi civici che sono stati necessari per disporre dei dati non pubblicati dalle aziende sanitarie nonostante gli obblighi di legge. L’85% dei tempi rilevati è riferito al mese di aprile 2023 il restante 15% nei mesi di marzo, giugno e luglio.
In un allegato, sono stati inoltre monitorati i tempi di attesa rilevati nel primo quadrimestre 2024, da cui è possibile constatare quanto, fra le regioni con dati comparabili delle performance regionali in valore percentuale, solo 3 regioni (Toscana, Emilia-Romagna e Umbria) hanno migliorato i tempi di performance rispetto ad aprile 2023. Peggiorano, invece, le performance regionali nel Lazio, in Puglia ed in Veneto.
Ciò a dimostrazione del fatto che i tagli alla sanità e la carenza di personale, mentre aumentano i costi di produzione dei servizi, continuano a produrre ritardi e disservizi nel governo della domanda di prestazioni. L’analisi prende in considerazione anche il contesto sanitario, sociale, economico e territoriale dentro cui si muove il fenomeno delle liste di attesa e le tante disuguaglianze nell’accesso alle prestazioni sanitarie. Contesto su cui pesano i tagli al Fondo Sanitario, le differenze di riparto fra regioni, i tanti commissariamenti lacrime e sangue per i cittadini, la spesa privata crescente per le cure arrivata, nel 2021, a ben 41 miliardi di euro e che varia in relazione ai territori ed alle condizioni sociali delle famiglie. Ciò a dimostrazione che laddove il pubblico arretra non tutte le famiglie sono nelle condizioni di sostenere i costi per le cure private. Ciò accade soprattutto nel Mezzogiorno dov’è più bassa la qualità e la garanzia dei Lea più alta la migrazione e l’aspettativa di vita.