
Venerdì scorso, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ricevuto un chiaro messaggio: la sua proposta di trattato globale contro la pandemia è stata respinta, dopo due anni di intensi negoziati a porte chiuse a Ginevra, in Svizzera. L’aspettativa di un accordo conclusivo si è rivelata vana, nonostante gli sforzi prolungati.
Roland Driece, co-presidente del comitato negoziale dell’OMS per l’accordo, ha dichiarato all’Associated Press che i paesi coinvolti non sono riusciti a presentare una proposta concordata. L’OMS sperava di poter discutere e approvare una bozza finale durante la riunione annuale dei ministri della sanità, prevista per lunedì a Ginevra. “Non siamo dove speravamo di essere quando abbiamo avviato questo processo”, ha ammesso Driece, sottolineando l’importanza cruciale di un accordo internazionale su come rispondere a future pandemie “per il bene dell’umanità”. Tuttavia, una serie di nazioni ha espresso riserve fondamentali riguardo al principio che burocrati sanitari non eletti possano prendere decisioni di grande portata sulle politiche governative globali.
Ad inizio mese, senatori repubblicani degli Stati Uniti hanno scritto all’amministrazione Biden criticando la bozza del trattato. Essi sostengono che essa si concentri su questioni quali “la distruzione dei diritti di proprietà intellettuale” e il “rafforzamento dell’OMS”. Di conseguenza, hanno esortato il presidente Biden a non firmare l’accordo. Driece ha ribadito che la prossima settimana, durante l’Assemblea mondiale della sanità, i partecipanti saranno esortati a prendere “le giuste decisioni per portare avanti questo processo”, insistendo sulla necessità di raggiungere un accordo sulla pandemia in futuro.
Affrontando il fallimento dei negoziati, Tedros ha dichiarato: “Questo non è un fallimento. Proveremo tutto – credendo che tutto sia possibile – e faremo in modo che ciò accada perché il mondo ha ancora bisogno di un trattato sulla pandemia”. Ha sottolineato come molte delle sfide che hanno aggravato l’impatto del COVID-19 siano ancora presenti.
Nonostante la determinazione dei burocrati dell’OMS, il dipartimento della sanità britannico ha affermato che avrebbe accettato un accordo solo se fosse stato conforme agli interessi nazionali e alla sovranità britannica. Sebbene i copresidenti del processo di stesura del trattato non abbiano specificato le cause dell’impasse, i diplomatici hanno indicato che sussistono grandi divergenze sulla condivisione delle informazioni sugli agenti patogeni emergenti e sulle tecnologie per combatterli.
Precious Matsoso, l’altro co-presidente del comitato negoziale dell’OMS per il trattato sulla pandemia, ha affermato che c’è ancora una possibilità di raggiungere un accordo e che gli sforzi continueranno, nonostante il mancato raggiungimento di un consenso venerdì scorso. “Faremo in modo che ciò accada, perché quando la prossima pandemia colpirà, non ci risparmierà”, ha concluso.