
(AGENPARL) – mar 21 maggio 2024 COMUNE DI PIACENZA
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Piacenza, 21 maggio 2024
Oggetto: “Gli invisibili”, domani mercoledì 22 maggio all’Auditorium
Sant’Ilario lo spettacolo teatrale in ricordo delle vittime delle mafie
Si terrà domani, mercoledì 22 maggio alle ore 21, presso l’Auditorium Sant’Ilario in
via Garibaldi 17, l’allestimento teatrale “Gli invisibili – La solitudine dei giusti. In
ricordo delle vittime delle mafie”, atto unico prodotto e messo in scena dalla Nuova
Compagnia Teatrale Aps, per la regia di Enzo Rapisarda. A trentadue anni dalle stragi
di Capaci e di via D’Amelio, lo spettacolo – promosso dal Comune di Piacenza
nell’ambito della rassegna “I giovedì della legalità”, in collaborazione con
l’associazione Avviso Pubblico – è un tributo dedicato alle vittime di mafia, ai
magistrati e ai poliziotti che hanno perso la vita per difendere lo Stato dalla
criminalità organizzata. Il testo, in particolare, dà voce a coloro che troppo spesso
vengono definiti in modo generico e sbrigativo “gli agenti di scorta”. E focalizza
l’attenzione sugli ideali di figure esemplari di uomini e donne che, silenziosamente,
nell’ombra, lontano dai riflettori, ma con grande senso del dovere e una fede
immensa nel valore della legalità e della giustizia, hanno scelto volontariamente di
proteggere figure simbolo della lotta alla mafia e dell’impegno civile tra i quali
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici e Ninni Cassarà. L’allestimento,
tramite un susseguirsi di intensi e vibranti monologhi sulla scena, fa rivivere le voci
di Antonio Montinaro, di Angelo Corbo, di Saveria (madre di Roberto Antiochia) e di
Emanuela Loi, prima donna poliziotto a cadere vittima della mafia nel tremendo
attentato di via D’Amelio del 19 luglio 1992, a soli 24 anni. Antonio Montinaro morì
lasciando una moglie e due bambini, mentre si trovava a bordo della prima delle tre
Fiat Croma che riaccompagnavano Falcone a Palermo. Lo stesso giorno, il 23 maggio
1992, su una di quelle macchine si trovava anche Angelo Corbo, che
miracolosamente scampò all’attentato, lasciando di quei momenti una preziosa e
toccante testimonianza. Il giovane Roberto Antiochia invece, morì sotto una raffica di
spari, dopo aver tentato di fare con il suo corpo da scudo al vice questore e amico
Ninni Cassarà, il 6 agosto 1985.
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