
(AGENPARL) – sab 13 aprile 2024 Nella foto allegata il dottor Sestini e Team Medicina Nucleare
> La Medicina Nucleare dell’Ospedale di Prato diventa eccellenza con il via di
> Aifa alla sperimentazione clinica del radiofarmaco a scopo diagnostico
> “68Ga-FAPI-46” ad uso PET in pazienti oncologici
> Scritto da Daniela Ponticelli,sabato 13 aprile 2024
> Prato – L’Agenzia italiana per il farmaco (AIFA) ha autorizzato la Medicina
> Nucleare del del Santo Stefano di Prato, della AUSL Toscana Centro, regione
> Toscana, alla sperimentazione clinica del radiofarmaco a scopo diagnostico
> “68Ga-FAPI-46” ad uso PET (tecnica di imaging medico-nucleare con tomografo ad
> emissione di positroni) in pazienti oncologici. Lo studio interventistico no
> profit dal titolo “ 68Ga-FAPI-46 PET/CT per la valutazione molecolare della
> attivazione dei fibroblasti e del rischio nei tumori solidi ” verrà condotto in
> collaborazione con IRCCS Istituto Romagnoli per lo studio dei tumori “Dino
> Amadori” di Emilia Romagna .
> Lo studio per la Medicina Nucleare dell’ospedale pratese è stato in gran parte
> finanziato con il contributo della Fondazione Sandro Pitigliani, da anni
> impegnata nella lotta contro i tumori.
> Si tratta, per vari motivi, di una importantissima conquista da parte del team
> diretto dal dottor Stelvio Sestini, direttore della struttura il quale spiega:
> “ il 68Ga-FAPI-46 è un radio-tracciante inibitore della proteina di attivazione
> dei fibroblasti (FAP) associati al cancro ovvero, in parole più semplici, esso
> è in grado di riconoscere e legarsi in maniera selettiva a questa glicoproteina
> che è presente in gran quantità sulla membrana di queste cellule. Questo è
> molto importante -continua Sestini – perché i fibroblasti associati al cancro
> rappresentano circa l’80% dei fibroblasti presenti nel microambiente tumorale
> ed hanno un ruolo cruciale nella genesi della maggior parte dei tumori solidi
> come i tumori cerebrali, della mammella, del polmone o di quelli intestinali .
> Si tratta quindi di una metodica di imaging bio-molecolare in grado di rilevare
> il tumore in modo selettivo e molto precocemente ”.
> La tecnica di utilizzo del 68Ga-FAPI-46 è molto semplice ovvero essa si basa
> sulla somministrazione del radiofarmaco per via endovenosa e la successiva
> acquisizione (10 min) di immagini della distribuzione del radiofarmaco
> nell’organismo umano mediante il tomografo PET. La presenza dei fibroblasti e
> quindi del tumore viene visualizzata nelle immagini bio-molecolari come una
> area di accumulo del radiofarmaco 68Ga-FAPI-46.
> “ Il radiofarmaco 68Ga-FAPI-46 – aggiunge il coordinatore tecnico sanitario di
> radiologia medica dottor Christian Mazzeo – non è disponibile in commercio ma
> la sua sintesi verrà eseguita presso la Radiofarmacia della Medicina Nucleare,
> pesente al Santo Stefano, da parte di personale tecnico altamente qualificato.
> Il successo risiede proprio nel riconoscimento da parte di AIFA della capacità
> del nostro team di eseguire in modo corretto tutte le fasi di sintesi e di
> controllo del radiofarmaco, cosa a cui abbiamo lavorato per almeno 1 anno
> insieme al nostro radiochimico dottor Rino D’Agata ed alla dottoressa Elisa
> Landi della Task Force Aziendale Sperimentazione Clinica struttura operativa
> Etica e Cura, senza il cui contributo non saremmo stati in grado di finalizzare
> questo risultato”.
> “Sono doverosi – conclude Sestini – i ringraziamenti alla Direzione Aziendale
> della USL Toscana Centro ed alla Fondazione Sandro Pitigliani per il sostegno
> concreto manifestato nella realizzazione del progetto, ed al team di IRCCS
> Istituto Romagnoli per lo studio dei tumori “Dino Amadori” di Emilia Romagna in
> particolare nelle figure dei radiochimici dottor Stefano Boschi e dottoressa
> Valentina Di Iorio”.
> Ha evidenziato la dottoressa Maria Teresa Mechi, direttore sanitario del
> presidio: “ la possibilità di svolgere ricerca e sperimentazione clinica
> nell’ospedale di Prato rappresenta un traguardo importante dal momento: solo
> pochi centri in Italia riescono ad ottenere tale percorso autorizzativo in
> quanto i requisisti richiesti da Aifa sono molto complessi, dall’organizzazione
> della struttura alle attrezzature necessarie fino al personale dedicato. E’
> quindi un risultato eccellente per la Medicina Nucleare e per la nostra Azienda
> Sanitaria”.
> La Medicina Nucleare di Prato, che afferiesce al Dipartimento Diagnostica per
> Immagini, diretto dal dottor Maurizio Bartolucci, è l’unica dell’Azienda USL TC
> e, recentemente, è stata anche certificata come struttura, tra le poche in
> Italia, per la qualità di gestione in particolare dei processi primari di
> Radiofarmacia e Diagnostica bio-molecolare ; è stata poi inserita
> dall’industria farmaceutica nella 10° posizione del ranking europeo delle
> migliori Medicine Nucleari alle spalle di centri di comprovata fama come il
> Kings College Hospital di Londra o il Karolinska Universitetssjukhuset di
> Stoccolma.
Daniela Ponticelli