
(AGENPARL) – mer 27 marzo 2024 Comunicato 27/03/2024
Confabitare esprime forte preoccupazione per le recenti
modifiche normative sui bonus edilizi, e pone attenzione sulla
rimozione delle barriere architettoniche come priorità urbana e
sociale
Confabitare, associazione proprietari immobiliari, esprime una profonda preoccupazione
per le recenti modifiche apportate dall’ultimo Consiglio dei Ministri, dove con un colpo di
accetta l’esecutivo vieta la possibilità di utilizzare lo sconto in fattura e la cessione del
credito ed elimina la possibilità di utilizzare la remissione in bonis che aveva come data
ultima il 15 ottobre.
Le disposizioni di questo decreto sono un duro colpo per tutte quelle persone che hanno
deciso di ristrutturare la propria abitazione sfruttando i Bonus Edilizi, così come già
accaduto, con la chiusura dell’acquisto dei crediti da parte di Poste a fine 2022, anche
questa volta, nel giro di una nottata, il governo cambia lo scenario col quale si possono
gestire i bonus edilizi.
Tanto per fare un esempio – commenta il presidente nazionale di Confabitare, Alberto
Zanni – in questo momento un proprietario di casa che nel suo mini condominio con
grande sforzo è riuscito a terminare e pagare i lavori entro la fine dell’anno e si è ritrovato
con 60.000 euro di crediti maturati, riuscendo a cederne 40.000 a Poste Italiane, poichè
non era possibile superare questo tetto, si ritrova con 20.000 euro di crediti da cedere ad
aziende, istituti o liberi professionisti. Mettiamo che con estrema fatica sia riuscito a
trovare un’azienda disposta ad acquistarglieli, e sapendo di non riuscire a fare l’iter
burocratico entro i primi di aprile abbia deciso di farlo dopo pagando i 250 euro della
remissione in bonis, questa mattina si sveglia sapendo che quella operazione non è più
possibile. Il governo tende a parlare della questione superbonus citando freddi numeri,
senza considerare che in realtà stiamo parlando di persone e famiglie. Allora io mi chiedo continua Zanni – dopo che il bonus psicologico 2024 è stato esaurito in poche ore, il
governo così facendo mette a dura prova la tenuta psicologica di molti suoi cittadini
incolpevoli. Lo stop allo sconto in fattura colpisce anche il terzo settore, le onlus, le
case popolari, praticamente le fasce deboli che si voleva ancora tutelare”.
Confabitare si è sempre distinta per la particolare attenzione data all’abbattimento
delle barriere architettoniche, ed evidenzia con preoccupazione l’impedimento
nell’utilizzo dello sconto in fattura per interventi mirati alla rimozione di tali barriere,
soprattutto per una fascia di persone con limitate capacità economiche:“non è
corretto paragonare il bonus barriere architettoniche ad altri bonus edilizi – commenta
Zanni – perché quest’ultimo è un beneficio sociale fondamentale per coloro che affrontano
difficoltà economiche nell’accesso all’abitazione. La possibilità di sconto in fattura per
interventi di rimozione delle barriere architettoniche dovrebbe essere garantita: in genere
sono gli anziani a richiedere questo incentivo, spesso privi di risorse finanziarie sufficienti
per installare dispositivi di accessibilità, per loro tale bonus rappresenta un’opportunità
unica per una vita più indipendente e inclusiva. Rimuovere questa possibilità mina
profondamente la dignità e i diritti fondamentali di chi vive una disabilità rendendo la sua
vita ancora più difficile e isolata”.
Lo stop agli sconti in fattura e alla cessione del credito influenza notevolmente la
capacità delle famiglie e delle imprese di finanziare e gestire interventi volti alla
rimozione delle barriere architettoniche, senza questi incentivi, sarà più difficile
affrontare i costi necessari per rendere gli spazi urbani più inclusivi e accessibili per tutti i
cittadini. “È essenziale – conclude Zanni – che la rimozione delle barriere architettoniche
rimanga una priorità nella pianificazione e nella gestione urbana”.