
(AGENPARL) – lun 25 marzo 2024 COMUNICATO STAMPA
MOSTRA NELLA CHIESA DI CARPI
INDAGATI PER VILIPENDIO L’ARCIVESCOVO CASTELLUCCI ED I SUOI COLLABORATORI. MA LA PROCURA DI MODENA CHIEDE AL GIP L’ARCHIVIAZIONE
TRA LE MOTIVAZIONI DELLA PROCURA CITATA LA FRASE: “CHI DI VOI NON E’ CULO SCAGLI LA PRIMA PIETRA”
L’AVV. MINUTILLO, DIFENSORE DEI FEDELI, ANNUNCIA: “MOTIVAZIONI SURREALI E GIURIDICAMENTE INCONSISTENTI: DEPOSITEREMO OPPOSIZIONE AL GIP”
Forlì, 25/03/2024 – La Procura della Repubblica di Modena ha formalmente aperto il procedimento penale nei confronti dell’Arcivescovo di Modena Mons. Erio Castelucci, dell’artista Saltini e dei curatori della mostra Don Bellini e Cristina Muccioli, indagati per il reato di cui all’art. 403 CP (vilipendio) ma il PM Dott. Giuseppe Amara ha richiesto al GIP l’archiviazione, atto che è stato notificato oggi alle numerose persone offese, difese dall’Avv. Francesco Minutillo di Forlì .
Nelle motivazioni la Procura dà atto di “aver ricevuto numerosi esposti” ma ritiene non integrata l’oggettività della fattispecie poiché “trattasi di opere riconducibili all’attività di un artista (l’indagato Saltini), frutto di una propria elaborazione che, condivisibile o meno, risulta libera manifestazione del pensiero, peraltro, suscettibile di diverse interpretazioni da parte del fruitore delle opere e non già espressione di un gratuito disprezzo verso la confessione religiosa”.
Nelle conclusioni la Procura precisa che risulta “anche possibile come il significato attribuito sia difforme da quello offensivo, come percepito dagli esponenti”. Sempre nelle motivazioni la Procura ha testualmente citato la singolare frase, contenuta in una sentenza della Cassazione, secondo cui “chi di voi non è culo scagli la prima pietra”.
Annuncia immediatamente opposizione l’Avv. Francesco Minutillo, difensore dei tanti fedeli che hanno depositato l’esposto: “Ci opporremo con fermezza alla richiesta della Procura che ci appare priva di motivazioni adeguate ed anzi giuridicamente inconsistenti e perfino surreali nella parte in cui citano un caso trattato dalla Cassazione nel quale veniva proprio condannato un artista per aver manifestato disprezzo verso la religione cattolica “disconoscendo alla istituzione alle sue essenziali componenti (dogmi e riti) le ragioni di valore e di pregio ad essa riconosciute dalla comunità e divenendo una mera offesa fine a se stessa”.
“Qui non c’entra nulla la libertà di pensiero” continua l’Avv. Minutillo “spiegheremo al GIP il punto fondamentale, che la Procura ha completamente omesso, ovvero che siamo di fronte ad un quadro che raffigura – senza possibili interpretazioni altrettanto surreali- un’immagine disgustosa di Cristo e, di più, che tale immagine è stata collocata all’interno di una chiesa ancora consacrata proprio di fronte all’altar maggiore. E’ tutto l’insieme della condotta e delle circostanze, attuate non dal solo dall’artista ma anche dagli esponenti della Curia, che devono essere valutate ai fini di comprendere la consistenza dell’ipotesi di reato proposta. Anzi posso dire – conclude l’Avv. Minutillo – di essere rimasto basito non solo dalla straordinaria velocità con cui la Procura ha proceduto, in pochi giorni, a chiudere le indagini e redigere la richiesta di archiviazione ma anche dall’aver letto, nero su bianco, tra le motivazioni, la testuale citazione di una sentenza della Cassazione con la frase “chi di voi non è culo scagli la prima pietra”. Per carità, tutto legittimo: ma in un caso delicato come questo io lo avrei evitato”.
STUDIO LEGALE
MINUTILLO & ASSOCIATI
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