[lid] Un’imponente svolta nel settore dell’edilizia è in atto con l’introduzione di nuove normative europee che pongono l’accento sull’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di carbonio. Secondo le disposizioni del Parlamento Europeo, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, con scadenze ancor più stringenti per quelli occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche, fissate al 2026. Queste misure ambiziose mirano a trasformare radicalmente il panorama edilizio europeo, promuovendo tecnologie sostenibili e riducendo l’impatto ambientale.
In particolare, l’adozione di tecnologie solari entro il 2028 sarà obbligatoria per tutti gli edifici per i quali ciò sia tecnicamente ed economicamente possibile, mentre per gli edifici residenziali soggetti a importanti ristrutturazioni la data limite è stata fissata al 2032.
Ma quali sono le implicazioni di queste normative per l’Italia? Secondo la posizione del Parlamento Europeo, gli edifici residenziali italiani dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici, gli obiettivi sono ancora più ambiziosi, con il raggiungimento delle stesse classi previsto rispettivamente entro il 2027 e il 2030.
Tuttavia, la realtà italiana presenta sfide uniche, soprattutto per quanto riguarda gli edifici costruiti prima del 1967, comunemente noti come “Ante ’67”. Questi edifici rappresentano una categoria particolare all’interno del panorama immobiliare italiano e sono spesso oggetto di discussioni e controversie riguardo alla loro legittimità e conformità alle normative urbanistiche attuali.
Una svolta significativa in questo contesto è stata rappresentata dalla sentenza della Cassazione Civile a Sezioni Unite n. 8230/2019, che ha sollevato importanti questioni riguardo allo stato legittimo degli immobili Ante ’67 e ha posto l’attenzione sull’importanza della conformità urbanistica nei documenti notarili.
Tuttavia, nonostante i progressi legali, rimangono ancora sfide da affrontare. L’attestazione “Ante ’67” nei rogiti notarili può rappresentare una semplificazione, ma non risolve completamente le possibili problematiche di irregolarità, discordanze edilizie e abusi preesistenti alla data del 1° settembre 1967.
Inoltre, è fondamentale garantire che le esecuzioni immobiliari rispettino le normative vigenti, soprattutto alla luce delle nuove direttive europee sull’efficienza energetica degli edifici. Pertanto, il Ministero della Giustizia dovrebbe intervenire presso il Tribunale di Roma, sezione esecuzioni immobiliari, per sospendere la vendita di immobili abusivi e garantire la conformità alle nuove normative europee che sono stati periziati prima del recentissimo intervento del Parlamento europeo al fine di verificare e garantire la conformità alle nuove normativa anche in termini di valore periziato.
In conclusione, mentre l’Europa si muove verso standard più elevati in termini di sostenibilità ed efficienza energetica degli edifici, l’Italia si trova di fronte a sfide significative nel garantire la conformità delle sue costruzioni esistenti. È essenziale un’azione coordinata tra istituzioni, professionisti del settore e proprietari immobiliari per garantire una transizione verso un futuro più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Il Governo e il Ministero della Giustizia corrano ai ripari.