
(AGENPARL) – dom 11 febbraio 2024 il nostro lavoro/polizia di montagna
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Poliziamoderna ha seguito sulle piste i poliziotti
della montagna e le unità cinofile, con il direttore
del Centro addestramento alpino di Moena
di Valentina Pistillo
foto di Davide Barbaro e Valerio Giannetti
a un fascino particolare la
montagna innevata, ideale per
chi vuole concedersi una pausa dalla routine cittadina ma
anche per chi ama cimentarsi in discese
ardite. E proprio a febbraio, le località alpine hanno registrano il “tutto esaurito”.
Sulle piste delle stazioni sciistiche si riversano migliaia di persone. A vigilare e
garantire la sicurezza ci sono gli operatori della polizia di montagna: «Una specialità nata in occasione delle Olimpiadi invernali di Cortina del 1956 – afferma Stefano Valeri, direttore del Centro di addestramento alpino di Moena (TN), dove si formano i poliziotti sugli sci – e che da quasi 70 anni contribuisce a creare, con le numerose squadre di soccorso la prossimità in quota e
a garantire il controllo del territorio, coordinati dai questori. Circa 211 uomini
e donne distribuiti nelle 54 stazioni, divise tra Dolomiti, Appennini fino all’Etna, che operano in situazioni climatiche
spesso avverse. Un’attività complessa
quella dei poliziotti sugli sci, per garantire anche il rispetto di quanto disposto
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dal nuovo dlgs 40/2021 (in vigore dal 1 gennaio 2022) che
ha apportato alcune modifiche alla legge 363
del 2003, nonché dalle
normative provinciali
e regionali. Le località sciistiche – prosegue Valeri – sia per
l’affluenza dei turisti, sia perché molte sono di interesse
naturalistico, hanno una pianificazione
nazionale disposta dal
Dipartimento di ps, il cosiddetto “piano piste”, che stabilisce la
dislocazione dei posti e degli operatori, in coordinamento con le altre forze
di polizia presenti sul territorio. Le pattuglie costituite da un minimo di 3 a un
massimo di 9 elementi, sono formate
anche dal punto di vista del soccorso,
in base all’emergenza e all’urgenza. Purtroppo le piste sono sempre più spesso teatro di incidenti che coinvolgono
sciatori ed escursionisti inesperti. Nel-
la scorsa stagione, sono stati 661 gli interventi più urgenti che hanno richiesto
l’aiuto dell’elisoccorso e, sulla neve, hanno perso la vita 9 persone. Accanto alle pattuglie della neve, in emergenza, si
affianca la Squadra cinofila per la ricerca dei dispersi in superficie e in caso di
valanga». Sono sempre più frequenti al-
cuni comportamenti irresponsabili, come sciare fuoripista o gettarsi da pendii
estremi, spesso coinvolgendo rovinosamente gli altri sciatori. «La montagna
– sostiene Valeri – non è a rischio zero: per questo raccomandiamo agli appassionati di non avventurarsi nei fuoripista e consultare sempre il bollettino
meteo neve, per essere informati anche
sul pericolo di valanghe; ricordiamo di
sottoscrivere l’assicurazione obbligatoria (dal 2021) che copra la responsabilità civile per danni o infortuni causati anche a terzi e, in caso di attività escursionistiche, di dotarsi obbligatoriamente
di dispositivi elettronici di segnalazione
e ricerca, gli Artva. Gli sciatori-poliziotti ogni anno effettuano presso la Scuola, oltre all’aggiornamento professionale, anche l’addestramento congiunto con i Vigili del Fuoco, secondo le strategie formative indicate dall’Ispettorato delle scuole, per le procedure dell’elisoccorso. I nostri operatori – prosegue
il direttore – non sono impiegati solamente nelle manifestazioni di grande ri-
chiamo come la gara di Coppa del mondo di sci che si terrà il 24 febbraio sulle piste del Passo San Pellegrino, a Moena, o in caso di ordine pubblico, ma anche per spiegare ai ragazzi delle scuole
quali sono i comportamenti da osservare in ambiente montano, come il rispetto della natura, delle regole di viabilità sulle piste, l’uso del caschetto da sci
(obbligatorio solo per i minori). Addestramento e competenza sono al centro della mission dei professionisti della sicurezza in alta quota: «È importan-
te farsi trovare già pronti, in vista delle Olimpiadi invernali di Cortina 2026 –
interviene Nicola Zanon, responsabile
dell’Ufficio affari generali del Centro –
Sugli impianti stanno organizzando già
i test event che simulano le competizioni sui campi dell’evento. Per la stagione
2024-2025, oltre ai 211 poliziotti sugli
sci, abbiamo ipotizzato di formare altri
operatori, destinati alle 5 province delle gare. Alla Scuola stiamo eseguendo i
test sciistici per selezionare i futuri poliziotti della neve».
In alto, il 4° da sinistra, Stefano Valeri
direttore del Centro addestramento alpino
della polizia a Moena (TN), insieme ad alcuni
poliziotti della Scuola.
Accanto, Gianni Biasioli e Giorgio Gregoris
del posto di polizia di Folgaria (TN).
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il nostro lavoro/polizia di montagna
A sinistra la piccola
caserma sulla neve
del posto di polizia di
Folgaria (TN); qui sotto,
un’immobilizzazione
con “cucchiaio a
pettine”, per un
infortunio. A destra,
l’elisoccorso durante
un’emergenza sulle
piste; accanto e in
basso il “top crash
snow”: un Gps collegato
a un tablet per la
ricostruzione in 3D
degli incidenti sulla
neve.
UNA GIORNATA SULLE PISTE
La piccola baita in legno, in località
Fondo Piccolo, è la loro base. Qui lavorano incessantemente dalle 8 di mattina a oltre la chiusura degli impianti, i
tre poliziotti sugli sci di Folgaria (TN):
il responsabile Gianni Biasioli, Giorgio
Gregoris e Alessandro Canino. Si incontrano prima dell’apertura degli impianti, sistemano le motoslitte, fanno un sopralluogo per controllare le piste. Infine creano una chat sul cellulare
per lavorare in squadra con i volontari
per il soccorso e si mettono in ascolto
radio. «In alcune giornate dell’anno abbiamo registrato la presenza di oltre
10mila persone – dichiara Walter Forrer, responsabile tecnico della Skiarea Alpe Cimbra – è una meta molto
gettonata soprattutto da famiglie e
da turisti stranieri, prevalentemente
dell’Europa dell’Est». «Nei giorni febbrili, in cui le chiamate sono numerose – affermano Biasioli e Gregoris – le
motoslitte sono mezzi indispensabili:
in 15 minuti riusciamo a raggiungere il
posto più lontano; spesso siamo in cima quando la chiamata per un soccorso proviene da valle. La chiamata arriva al cellulare o al canale radio di soccorso, dalla centrale del 118 di “Trentino emergenza” che ci mette in contatto con l’ infortunato. Ci rechiamo sul
posto, ottimizzando tempo e risorse
umane e stabilendo quali presidi occorrono, in base alla gravità dell’even22 POLIZIAMODERNA febbraio 2024
tori dobbiamo avere intuito e una certa propensione a distinguere i casi. Per
gli infortuni più gravi, raccogliamo tutti gli elementi utili per redigere gli atti che poi vengono trasmessi alla procura, con tutta la documentazione necessaria del caso. Purtroppo sulle piste succede di tutto: da un femore rotto a un attacco di cuore. Questo accade frequentemente – continua Gianni
– quando si va in quota si mette l’apparato cardiocircolatorio in crisi, poi solitamente non si è abituati a fare sport
faticosi, a respirare aria molto fredda
e ossigeno rarefatto. Giorni fa, infatti, la temperatura è scesa a meno 13 e
ho portato subito sulle piste il defibrillatore, con i colleghi ho soccorso 3 persone colte da malore. Spesso negli infortuni sono coinvolti gli arti e le articolazioni. Dobbiamo comunque immobilizzare l’infortunato con il “cucchiaio
a pettine” e adagiarlo all’interno di un
“materassino vacuum a depressione”,
uno speciale presidio che tolta l’aria
diventa rigido, per l’immobilizzazione.
Nei casi gravi contattiamo l’elisoccor-
so e il personale specializzato in pista.
Se ci sono decessi o lesioni gravissime
chiamiamo in supporto anche la Scientifica o personale del Centro addestramento, per stabilire quali dinamiche siano entrate in campo, come ad esempio le angolazioni delle uscite di pista, e
accertare se le “palinature”, cioè quelle segnaletiche piantate ai bordi del-
LA POLIZIA DELLA NEVE DIVENTA HI-TECH
to. Subito mettiamo in sicurezza il luogo, la persona infortunata e anche gli
altri sciatori – spiegano – per non creare zone di rallentamento ed eventuali scontri. Il nostro compito, però, non è
solo il soccorso. A volte ci scambiano
per “barellieri” – sorridono – ma ogni
nostro intervento prevede, subito dopo, un’accurata attività di polizia giudiziaria: è necessario intuire le dinamiche dell’infortunio, verificare se c’è responsabilità di terze persone o se è individuale; trovare eventuali testimoni,
nel caso si tratti di uno scontro; procurare eventuali immagini di telecamere che riprendono gli impianti. Inoltre,
è necessario rilevare che le piste sia-
no regolari; che in quel punto non ci siano anomalie del manto nevoso; che le
segnaletiche siano al loro posto e che,
ad esempio, il cannone che ha sparato
la neve sia a norma. Tutto questo anche se l’incidente avviene in autonomia. Nel caso dobbiamo appurare anche l’idoneità dell’attrezzatura usata».
«A volte scattano anche gli accertamenti presso i noleggi – sottolinea Biasioli – per verificare se gli attacchi degli sci sono regolati male. Sono necessarie quindi competenza e esperienza, insieme a un gran colpo d’occhio.
L’ambiente della neve è atipico, ci sono sempre più contenziosi con le compagnie assicurative e noi come opera-
«Per offrire una migliore consulenza tecnica in caso di infortuni gravi, c’è il top crash snow, una tecnologia sviluppata in collaborazione con l’Ispettorato delle scuole, preso in prestito dalla Stradale e rielaborato per le piste da sci – afferma il direttore della Scuola – Consente di fare perizie e rilievi con precisione e puntualità, da inserire nella documentazione trasmessa
all’autorità giudiziaria, al fine di ricostruire al meglio la dinamica di un incidente sulla neve». Il sistema è composto da un’antenna Gps per la ricezione di segnali satellitari, per evidenziare
il punto sul quale è posizionato, e da un tablet in cui vengono ri-
elaborati i dati rilevati. «Il top crash – afferma Nicola Zanon della Scuola – preciso e innovativo viene adattato alle condizioni
delle piste da sci e abbinato ai rilievi fotogrammetrici effettuati