
(AGENPARL) – gio 25 gennaio 2024 Comune di Rimini
Ufficio Stampa
Rimini 25 gennaio 2024
comunicato stampa
Al Teatro Galli la celebrazione dei 60 anni dell’Attività di Educazione alla Memoria. Un incontro pubblico con la cittadinanza per rinnovare l’importanza di educare i giovani a fare memoria
Si è svolto questo pomeriggio l’importante incontro pubblico al Teatro Galli per condividere con la cittadinanza il significato dell’Attività di Educazione alla Memoria. Un evento in cui si sono susseguiti contributi video, immagini, momenti formativi, testimonianze, oltre al ricordo delle persone che hanno contribuito a scrivere la storia di questi 60 anni di attività educativa rivolta ai giovani.
Una storia che ha inizio nel 1964, quando Rimini, una città ancora profondamente segnata dai bombardamenti del 1943 e 1944, decideva di organizzare il primo viaggio della memoria rivolto agli studenti con destinazione l’ex campo di concentramento di Mauthausen. A meno di 20 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e dalla scoperta delle atrocità perpetrate nei campi nazisti, nessun’altra città italiana o pubblica istituzione aveva preso una decisione simile, se si eccettuano i pellegrinaggi dei reduci e dei loro familiari.
Sessant’anni dopo, quell’iniziativa pionieristica e isolata dal contesto nazionale, l’Attività Educazione alla Memoria di Rimini è diventata una delle attività educative più longeve, conosciute e apprezzate anche oltre confine. Un programma pedagogico, scientifico e culturale che coinvolge l’intera città, pur rivolgendosi prioritariamente alle giovani generazioni. Se il viaggio studio ai luoghi della memoria resta centrale – dal 1964 a oggi sono più di 2500 i giovani riminesi che vi hanno preso parte – l’Attività si struttura come un percorso più lungo e articolato, che promuove lo studio della storia dei crimini nazi-fascisti come opportunità di riflessione sul male e sul valore della responsabilità individuale nel presente.
Alcuni passaggi del discorso del Sindaco Jamil Sadegholvaad
“L’Attività Memoria parla non solo ai ragazzi e ragazze delle scuole, ma a tutta la comunità, di dove possono condurre politiche all’insegna del disprezzo, della disuguaglianza e del razzismo e soprattutto del valore della responsabilità individuale di fronte al male. Nessuno da solo può combattere una dittatura o arrestare la violenza di massa, ma ognuno può fare la differenza con il suo comportamento, dal dissenso alla disobbedienza, dall’opposizione alla resistenza, fino a mettere in campo azioni di solidarietà e coraggio, come dimostrano le storie di tanti uomini e donne giusti, che il Giorno della Memoria ci chiede di ricordare, come lampi nel buio e come speranza di un mondo migliore.
Rimini, dal 14 gennaio 1961, è insignita della Medaglia d’oro al valor civile perché, si legge nelle motivazioni, ‘subiva stoicamente le distruzioni più gravi della guerra e prendeva parte validissima alla lotta di liberazione, attestando, col sacrificio di numerosi suoi figli, la sua purissima fede in una Italia migliore, libera e democratica’. Dall’ottobre 1964 Rimini idealmente può appuntarsi un’altra onorificenza, con altrettanto orgoglio: quella di città che nel nulla e dal nulla ha cominciato un viaggio lungo 60 anni per dare il proprio contributo attivo al miglioramento di tutta la società. Si scrive Educazione alla memoria, si legge Civiltà. Portare entrambe queste medaglie è un compito non negoziabile per tutti noi che rappresentiamo i cittadini e per la comunità riminese tutta.”