(AGENPARL) - Roma, 10 Gennaio 2024(AGENPARL) – mer 10 gennaio 2024 [image: logo.jpg]
10 gennaio 2024
*I DATI DEL COMMERCIO A BERGAMO*
*Attività in aumento: tengono i negozi di vicinato, effetto Capitale della
Cultura sulle attività ricettive non alberghiere*
*Gori e Viscardi: “Settore vivo in città”*
Il commercio a Bergamo è vivo e la città continua a essere attrattiva: non
è un’opinione, ma la prima evidenza che emerge dai dati al 31 dicembre 2023
sul numero di attività commerciali in città. Sono 7077 quelle che risultano
attive in città dal tradizionale report realizzato dagli uffici del Comune
di Bergamo, un dato superiore a quello registrano al 31/12/2022, quando le
attività cittadine risultarono essere 6.763.
I dati del capoluogo restituiscono quindi una tenuta del settore in città:
come evidenziato anche durante la discussione sul Piano di Governo del
Territorio, il commercio a Bergamo si caratterizza per un marcato livello
di ricambio e rigenerazione, ovvero alla chiusura di un’attività segue una
riapertura in tempi brevi, cosa che non avviene in altre aree della
provincia, per esempio.
Cresce il numero di attività ricettive non alberghiere, ovvero beh and
breakfast e case vacanze: lo scorso anno si è registrato +308 nuove
attività in città, effetto anche del tentativo di assorbimento dei flussi
turistici straordinari in concomitanza di Bergamo Brescia Capitale Italiana
della Cultura.
Anche sottraendo il dato di questo genere di categoria dal computo
complessivo, il commercio cittadino denoterebbe comunque un leggerissimo
segno positivo.
Non cresce il numero relativo alle grandi e medie strutture di vendita
della città: il saldo positivo su queste due voci (+1 e +1 rispettivamente)
è conseguenza esclusiva della ripartizione dell’ex Auchan di via Corridoni
in tre strutture diverse.
Non solo: tiene anche il numero di attività di vicinato in città, tanto è
vero che il raffronto con i dati 2022 restituisce una flessione quasi
irrilevante rispetto ai dati complessivi. Sono 2182 quelle censite a fine
dello scorso anno, soltanto lo 0,5% in meno rispetto allo scorso anno.
Segno positivo per quel che riguarda estetisti (+12), acconciatori (+11) e
attività di vendita online (+33).
Nel 2023 si è registrato il crollo delle attività di gioco (scommesse, VLT,
ecc.) in città: le attività passano da 37 a 7, una contrazione che, per la
natura stessa dell’attività, non viene considerata dall’Amministrazione
come una cattiva notizia.
L’altro dato in riduzione più evidente riguarda le attività di noleggio
senza conducente (di auto, di bici, di moto, ecc), -17, con 128 attività di
questo genere registrate tutt’ora in città.
Scendono (-3) bar e ristoranti, stabili a 37 le farmacie.
Tutti i dati del commercio della città saranno presto disponibili sul sito
BergamoInChiaro.it, la piattaforma alla quale il Comune di Bergamo sta
lavorando in queste settimane e che sarà online entro il mese di febbraio
con tutti i dati e gli andamenti relativi la città.
*“I dati 2023 sul commercio in città* – spiega il Sindaco *Giorgio Gori *-*
fotografano un sistema solido e reattivo rispetto ai cambiamenti degli
stili di vita e di consumo. Le attività commerciali sono addirittura in
crescita, anche al netto delle strutture ricettive extra-alberghiere, di
cui si registra un vero boom. Un’osservazione più attenta evidenzia le
trasformazioni in corso. La leggera flessione degli esercizi di vicinato
“misti” è ampiamente compensato dalla tenuta delle attività di
somministrazione di bevande e alimenti e di ristorazione, “spinte” dal
forte aumento dei flussi turistici registrato negli ultimi dodici mesi. Si
riduce il numero degli ambulanti in sede fissa e aumenta sensibilmente
quello delle attività di servizio legate alla cura della persona
(acconciatori, estetiste). Si riduce il numero delle attività di noleggio
senza conducente e aumentano quelle di vendita online, a testimoniare una
maggiore penetrazione dell’e-commerce a livello cittadino. Il dato più
eclatante è però quello delle attività ricettive non alberghiere (B&B e
case vacanze) che in un solo anno crescono di oltre 300 unità (+38%) anche
se rimangono leggermente sotto i livelli del 2019: è l’effetto “Capitale
della Cultura”. Quello che emerge è infatti l’impatto della nuova vocazione
culturale e turistica della città, da cui deriva una nuova vitalità e una
parziale trasformazione della rete commerciale. Ciò consente al tessuto
commerciale del capoluogo di ammortizzare gli effetti della concorrenza dei
grandi centri commerciali e del commercio digitale, oltre che le
conseguenze dell’inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie. Utile si
è dimostrata la politica dell’“indifferenza funzionale” che consente rapidi
cambi di destinazione degli spazi commerciali, così come positivo è stato
il contributo delle politiche di riqualificazione urbana e delle attività
di animazione degli spazi concertate dall’Amministrazione insieme al
Distretto Urbano del Commercio.”*
“*È confortante il fatto che, anche sotto questo aspetto, la città di
Bergamo, si distingua positivamente dai numeri della provincia e di città
di pari dimensionamento *- commenta *Nicola Viscardi,* il Direttore del
Distretto Urbano del Commercio di Bergamo -. *Tuttavia c’è tantissimo
lavoro da fare: auspico che il commercio sia al centro di un dibattito
serio in vista delle prossime amministrative comunali per continuare il
buon lavoro fatto fino ad ora. Mi piacerebbe leggere nei prossimi anni un
segno + molto consistente vicino al numero dei negozi di vicinato, poichè
una città ricca di negozi è una città in salute. Credo anche che Regione
Lombardia e Governo debbano finalmente decidersi a intervenire sui temi che
vedono il piccolo commercio sempre più assediato da pratiche commerciali
sleali spesso appannaggio dei grandi marchi: continuiamo a vederlo, per
esempio, durante i saldi stagionali con vendite promozionali, accessi a
sconti anticipati. Ci aspettiamo azioni concrete da chi ci amministra a
questi livelli, visto che sul piano locale troppe volte siamo lasciati soli
a risolvere problemi molto più grandi delle nostre possibilità di azione.”*