
(AGENPARL) – gio 14 dicembre 2023 Rendiconto Inps Basilicata 2022: Distefano (Cia-Agricoltori), due facce
della medaglia, peso comparto e necessità di più tutela sociale
“Il rendiconto Inps 2022 rileva principalmente due aspetti che riguardano
il comparto agricolo: da una parte, l’importanza e il peso del settore in
particolare per l’export e Plv (specie in provincia di Matera) e dall’altra
la necessità di rafforzare la tutela sociale e il welfare nelle contrade e
aree rurali dove risiedono gli agricoltori pensionati al minimo”. A
sostenerlo è Donato Distefano, direttore Cia Potenza-Matera che è
intervenuto ieri alla presentazione del rendiconto Inps. “Intanto le
imprese agricole iscritte all’ Inps in Basilicata sono circa 10.000 con
oltre 3.600 datori di lavoro con oltre 40.000 addetti complessivi tra
stagionali e fissi. Il peso dell’ imprenditoria agricola in Basilicata è
confermato anche dal fatto che sulle oltre 50.000 imprese iscritte alla
CCIAA di Basilicata circa 19.000, pari al 34% delle imprese, sono iscritte
alla sezione Agricoltura e foreste. Sono numeri – aggiunge – che purtroppo
non trovano la dovuta attenzione nelle politiche agricole nazionali e
regionali e che invece fanno giustizia del significativo apporto
all’economia e all’occupazione della nostra Regione, da noi caratterizzata
da micro-aziende (circa 2mila tra 1-9 addetti). Quanto alla situazione
pensionistica– continua Distefano – nelle aree rurali si vivono le
situazioni più difficili: se in Italia quasi un pensionato su due vive con
meno di 1.000 euro al mese, nelle campagne la media percepita si abbassa
notevolmente, ed è proprio qui che si registra la massima concentrazione di
pensioni minime, poco sopra la soglia di 500 euro mensili e quasi il 70%
delle pensioni in Basilicata presentano importi sotto i 1.000€ mensili,
oltre alla netta differenza in negativo riguardo gli importi medi percepiti
dai pensionati lucani che relega le nostre Province fra quelle con importi
minori a riprova della modesta qualità assicurativa nei periodi di lavori.
Per non parlare dei pensionati che vivono nelle zone di campagna i quali
risentono in misura più pesante dei “morsi” della crisi inaspriti dal
disagio sociale, soprattutto per gli ultrasessantacinquenni, che pagano la
nota carenza di servizi socio-assistenziali. Serve uno scatto in avanti
nella qualità della relazione tra cittadini-utenti, operatori e servizi
sanitari. Di fronte ai tagli di strutture e prestazioni, bisogna tornare a
investire sulla sanità e sulla protezione sociale dell’anziano. Con servizi
che devono rimanere pubblici, moderni e inclusivi, anche a livello
territoriale. Autogoverno delle aree rurali”. Distefano ricorda la proposta
centrale della Cia dell’aumento delle pensioni minime, mentre “nella Legge
di bilancio 2023 non ci sono le soluzioni necessarie ad arginare le
condizioni in cui sono precipitati tanti pensionati al minimo o con assegni
bassi”.