
(AGENPARL) – ven 01 dicembre 2023 *Comunicato stampa Redazione cultura e spettacoli*
*SALERNO CLASSICA*
*L’ Associazione Gestione Musica*
*PRESENTA*
*Dicembre Sacro 2023*
*In Nativitate Domino*
*Musica per il Santo Natale nella Napoli del ‘700 *
*Oratorio de Noël di Camille Saint-Saens*
*Edvard Grieg Holberg Suite*
*Salerno, sabato 2 dicembre ore 20,30 –Chiesa di San Giorgio– Ingresso
Gratuito–Battipaglia, sabato 16 dicembre, ore 19,30 Chiesa di San Gregorio
VII Ingresso Gratuito -*
*Info.www.salernoclassica.it –
*Ritorna il Dicembre Sacro di Salerno Classica*
*Due gli appuntamenti firmati da Francesco D’Arcangelo, il 2 dicembre alle
ore 20,30 nella Chiesa di San Giorgio di Salerno con la musica del ‘700
napoletano e il 16 dicembre nella Chiesa di San Gregorio VII in Battipaglia
con l’Oratorio de Noël di Camille Saint-Saens*
Con pastorali, arie con flauto e brani vocali sacri del ‘700, di
ispirazione natalizia verrà inaugurato il “Dicembre sacro” della *Associazione
Gestione Musica*, nell’ambito di *Salerno Classica* firmata dal
violoncellista *Francesco D’Arcangelo*, che la porta a spaziare tra i
diversi generi musicali e prestigiosi ospiti, puntando a recuperare i
valori della musica in un’ottica di dinamicità, innovazione, esperienza e
dialogo, che ha portato la direzione ad ottenere il finanziamento dal Fondo
unico per lo Spettacolo per un triennio.
Sarà il gioiello barocco salernitano, la *Chiesa di San Giorgio*, ad
ospitare *sabato 2 dicembre*, alle *ore 20,30* con libero ingresso, l’*Ensemble
“Le Musiche da Camera” di Napoli* composto dal *sopranista Francesco
Divito, il mezzosoprano Rosa Montano, *unitamente a *Renata Cataldi* al
*traversiere *e *Egidio Mastrominico al violino barocco di concerto*,
*Giuseppe
Grieco al violino barocco*, *Leonardo Massa violoncello barocco* e *Debora
Capitanio clavicembalo* – che presenterà il concerto *In Nativitate Domini
– musica per il Santo Natale nella Napoli del ‘700*. Il programma
principierà con una pastorale a due violino e basso continuo, che
inaugurerà un viaggio musicale nella Napoli del tempo, il centro del mondo,
con le sue cadenze, le sue credenze, il sacro e profano, e i ritmi. E si,
perché le pastorali hanno un’anima di danza popolare. E’ noto che il
diretto contatto col dio, nella tarantella, in epoca contro-riformista,
fece abolire dalla Chiesa, quella particolare tradizione, una mescolanza di
sacro e profano, di pagano e cristiano, di banchettare e danzare in chiesa
dallo scoccare della mezzanotte della notte di Natale, fino all’alba del
giorno successivo, per celebrare il ritorno alla luce. E non è certamente
un caso che le pastorali natalizie, presentino cadenze ritmiche più
prossime alla danza che al canto liturgico. Nell’abituale eclettismo della
Chiesa, rientrano anche le pastorali, che per continuare ad attirare i
fedeli alle funzioni, vennero trasformate nelle cantate barocche, che
conservano lo stesso impianto ritmico della pastorale e, quindi, della
tarantella e qui il cerchio si chiude. Seguirà*Sperno Gregem, duetto dal
Mottetto a due voci per il Santo Natale di Carmine Giordano*. A
seguire la *sinfonia
da camera op.2 n°6 in Si Bemolle di Nicolò Porpora*, autore non affatto
casuale di queste eccellenti pagine denotanti per di più una profonda
conoscenza del “genere” nelle sue peculiarità funzionali e nelle sue
tecniche particolari. Queste sinfonia dal titolo arcaicizzante
pre-corelliano è la chiave di volta dell’intera civiltà strumentale
barocca. Allegri sontuosamente polifonico e casta asciuttezza dal disegno
corelliano nei tempi lenti nel raffinatissimo intreccio irto di dissonanze,
ove il campione del melodramma Porpora, melodista e maestro di canto, si
mimetizza dietro il suono dei violini, cui fa dono talora di mirabili
effusioni liriche. Indi ascolteremo l’aria e pastorale che offre il titolo
alla serata da *In Nativitate Domini di Gennaro Manna*, *Lectio prima*,
affidata al sopranista e la seconda Secondo Notturno, per alto con i
violini, datata 1743, partitura impreziosita da elementi dello stile
galante e del pre-classicismo, unitamente alla particolare attenzione della
valorizzazione del timbro degli strumenti nell’accompagnamento delle voci.
Ancora un omaggio a *Nicolò Porpora* con il *Concerto per flauto traverso,
violini e basso* in *Do mag*g. Opera di altissimo livello qualitativo, con
tono non severo, ma di agile scrittura, in tre movimenti e occasionali
concessioni allo stile galante, tipico di quei musicisti “emigrati”
all’estero, che si allinearono alle tendenze dell’ambiente, in cui di volta
in volta operano. Così il Porpora assimila la tendenza alla sintesi dei
gusti prima e degli stili poi, che è linea continua della produzione
francese e tedesca di cui chiaro esempio sono le tesi esposte da Quantz nel
trattato “Versuch einer Anweisung, die Flote traversiere zu spielen” e che
intuiamo in queste pagine. Chiusura con *Nicola Fago, detto il Tarantino*,
maestro di musicisti quali Niccolò Jommelli e Leonardo Leo, con il *mottetto
a due voci “Quid Hic Statis pastores”*. Un’opera, questa, fedele alla
grande tradizione polifonica napoletana, adattata alle esigenze dello stile
settecentesco rivelante la completa padronanza della tecnica
contrappuntistica, ove si riflette l’influsso di Alessandro Scarlatti, lo
stile elegante e ineccepibile sul piano formale.
Il *16 dicembre*, Salerno Classica con il suo Dicembre Sacro, illuminerà
*Battipaglia*. Il *coro Casella preparato da Caterina Squillace unitamente
al coro Estro Armonico guidato da Eleonora Laurito, con l’Orchestra Ico 131
della Basilicata con sul podio Francesco D’Arcangelo, e con solisti il
soprano Antonella De Chiara, il mezzosoprano Michela Rago, il contralto
Beatrice Amato, il tenore Francesco Napoletano e il baritono Roberto
Costabile, saranno protagonisti dell’Oratorio de Noël Op.12 di Camille
Saint-Saëns*, datato 1858, che verrà eseguito nella *Chiesa di San Gregorio
VII alle ore 19,30*. Nel racconto musicale della Venuta del Redentore,
della Nascita del Dio fattosi Carne, fattosi Bambino, sembra scorrere il
Presagio del motivo di tale Incarnazione; nella sottile vena malinconica,
nascosta in meravigliose melodie, si percepisce l’Annuncio del tragico
epilogo della vita di Gesù, come anche la r promessa della Gloria futura
del Re dei Re e di quella del Suo popolo. l’Oratorio, interamente in
latino, è per coro di quattro voci miste, un quintetto vocale, un’orchestra
d’archi, arpa e organo. In calce al Prélude introduttivo si legge la
dicitura “Dans le style de Sébastian Bach” anche se il nome di Bach resta
solo un omaggio. L’Oratorio de Noël si compone di dieci parti ed inizia con
un Preludio Orchestrale in forma di una Ninna-nanna Pastorale. Nel secondo
movimento, troviamo un recitativo con coro, nel quale soprano e tenore,
alternandosi, recitano il testo dell’annunciazione di S. Luca, dapprima
come una semplice salmodia “elaborata”, poi in maniera sempre più
espressiva. Il coro erompe nel Gloria. L’Aria seguente, l’Expectans è
affidata al mezzosoprano, introdotta dall’organo e dal violoncello solista,
nel quale la parola sembra suggerire l’attesa della Venuta del Messia.
Segue la rivelazione di Pietro circa la Venuta di Cristo, evocata dal
tenore e dalle voci femminili. Il successivo brano, è un duetto per soprano
e baritono, un Largo sul testo del “Benedictus” della Messa. Qui abbiamo il
tacet degli archi e nell’introduzione per la prima volta si sente l’arpa in
duo con l’organo. Il sesto numero è il “Quare fremuerunt gentes”, un
vigoroso corale che proclama lo “sdegno dei pagani”, sottolineato da un
accompagnamento quasi ostinato dell’orchestra che sfocia nelle sonorità
dell’invocazione liturgica alla Santa Trinità: il “Gloria Patri”. Il brano
successivo, è lo “Splendore dei Santi”, un trio per soprano, tenore e
baritono, Tecum Principium, sostenuto dall’arpa e dall’organo. Il Quartetto
successivo sfocia in un ritmo danzante a suddivisione ternaria, l’Alleluja,
affidato al contralto. Nel Quintetto con Coro Consurge Filia Sion, il
penultimo movimento ricompare in forma di Siciliana anche la melodia
pastorale del Preludio iniziale. Il Coro Finale Tollite Hostias è un Inno a
4 voci che procedendo in forma omoritmica, in crescendo, glorificando la
Venuta del Messia. Finale affidato alla *Holberg Suite di Edvard Grieg*,
un brano composto nel 1884 che vuole essere un omaggio allo scrittore e
uomo di teatro Ludvig Holberg, vissuto tra il 1684 e il 1754 e ritenuto
personaggio centrale della letteratura danese del suo tempo, tanto da
essere definito il Molière del Nord. Grieg ebbe stima per questo autore che
era nato nella sua stessa città e per il suo teatro dalle venature
ironiche, satiriche e popolaresche e nella Suite ha voluto disegnare, come
un prezioso medaglione, cinque momenti musicali nello stile settecentesco,
quasi a rievocare in sintesi il clima storico dell’epoca di Holberg. La
composizione si apre con un Preludio su ritmi di fanfara, una specie di
intrada con andamento simile alla marcia. Seguono poi una solenne Sarabande
e una graziosa e piacevole Gavotte, due tipi di danza molto diffusi nel
Settecento. Il momento più intensamente espressivo della Suite è l’Aria,
così contemplativa, nella sua assorta e pensosa linea melodica mentre il
Rigaudon, danza di origine provenzale, conclude in maniera spigliata e
brillante il lavoro di Grieg di gusto vagamente naìf nella sua misurata
rivisitazione dell’antico rococò.