
(AGENPARL) – mar 21 novembre 2023 BIOGRAFIA
Felice Casorati nasce a Novara nel 1883. Durante l’infanzia e l’adolescenza si sposta di
frequente al seguito del padre, ufficiale di carriera sino a giungere, nel 1915, a Padova, dove
frequenta il liceo classico e dove, nel 1906, si laurea in Giurisprudenza. In questa città inizia il
suo apprendistato artistico. Nel 1907 è presente per la prima volta alla Biennale di Venezia con
il Ritratto della sorella Elvira. Tra il 1907 e il 1911, con la famiglia, vive a Napoli, e dal 1911 a
Verona, dove frequenta l’ambiente artistico più avanzato e influenzato dalle Secessioni di
Monaco e di Vienna. Sarà presente alle Biennali veneziane nelle edizioni del 1909, 1910, 1912
e del 1914, all’Esposizione Internazionale di Valle Giulia a Roma nel 1911 e alle edizioni del
1913 e del 1915 della Secessione Romana. Alla fine del 1915 Casorati va sotto le armi, in
Trentino. Nell’autunno del 1917, dopo la tragica morte del padre, Casorati, con la madre e le
due sorelle Elvira e Giuseppina, abbandona Verona per trasferirsi a Torino, nella casa-studio di
via Mazzini, dove abiterà tutta la vita. La guerra e il suicidio del padre lasceranno nell’artista un
segno profondo, che si rifletterà anche nell’atmosfera triste e angosciata delle grandi tempere
del 1919-1920. A Torino stringe una profonda amicizia con il giovane Piero Gobetti, che cura e
pubblica nel 1923 la prima monografia a lui dedicata con il titolo Felice Casorati pittore.
Collabora alla sua attività editoriale e, nell’aprile del 1922, è tra i firmatari, su “Rivoluzione
Liberale”, diretta da Gobetti, di un appello rivolto ai giovani intellettuali per far nascere una
cultura e una società nuova, spiritualmente rinnovata.
Diventa protagonista e promotore della vita culturale e artistica torinese: suscitano scalpore le
sue opere esposte nel 1919 alla Promotrice, nel 1921 alla Mole Antonelliana e nel 1923 alla
Quadriennale al Valentino, dove, nella sala IX di cui è responsabile, ha invitato ad esporre De
Chirico, Carrà, Tosi, Conti, Viani e i giovani pittori torinesi Chessa, Menzio, Levi, Galante e
Morando. Conosce Riccardo Gualino che gli commissiona il proprio ritratto e quello dei familiari
e lo incarica del progetto per il teatro privato della propria abitazione. Il teatrino, disegnato e
realizzato in collaborazione con l’architetto Alberto Sartoris, sarà inaugurato nel 1925. Apre in
via Galliari 33 la Scuola libera di Pittura di Felice Casorati, che diverrà un luogo non solo di
formazione artistica per gli allievi che la frequentano ma anche un punto di incontro di pittori
e intellettuali. Nel 1926 diverrà sua allieva la pittrice Daphne Maugham, che sposerà nel 1931,
anno in cui acquisterà la casa di Pavarolo, sulla collina torinese. Nel 1934 nascerà il figlio
Francesco.
A partire dal 1926, pur se in una posizione indipendente, è presente alle mostre del Novecento
Italiano organizzate in Italia e all’estero da Margherita Sarfatti e dal 1931 alle Quadriennali
romane. In quegli anni espone in numerose rassegne internazionali. Nel 1933 è chiamato da
Guido Maria Gatti e Vittorio Gui a collaborare come scenografo al I Maggio Musicale Fiorentino
e disegnerà scene e costumi per «La Vestale» di Spontini. Per Casorati è l’inizio della sua attività
di scenografo, che si protrarrà per un ventennio, lavorando con i musicisti Casella, Malipiero,
Petrassi, Ghedini, Dallapiccola. Collabora alla selezione delle opere per la sezione del Novecento
della grande mostra d’arte italiana dei secoli XIX e XX, a Parigi, al Jeu de Paume, curata da
Antonio Maraini, cui partecipa con cinque sue opere. E’ presente, nel 1937, a Parigi, nel
padiglione italiano, dell’Esposizione internazionale e a Berlino, alla Preussische Akademie der
Künste per l’«Arte italiana dal 1800 ai contemporanei»; nel 1939 a San Francisco, per «Golden
Gate International» e a Londra, in «Contemporary Painting in Europe». Nel 1941 è nominato
docente di pittura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, di cui nel 1952 diventerà
direttore e nel 1954 presidente. Nel 1955 partecipa alla prima edizione di Documenta di Kassel
; nel 1980 alla mostra « Les Realismes 1919-1939” a cura di Jean Clair, al-Centre Georges
Pompidou di Pargi e, nel 1981, passata al Staatliche Kunsthalle di Berlino. La sua opera sarà
presente a tutte le principali manifestazioni espositive in Italia e all’estero, mentre si
susseguono i riconoscimenti in occasione delle tante mostre monografiche. Muore nella sua
casa a Torino il primo marzo del 1963.