
(AGENPARL) – mer 15 novembre 2023 FONDAZIONE PERGOLESI SPONTINI
COMUNE DI JESI
COMUNE DI MAIOLATI SPONTINI
AMAT
con il contributo di
MiCREGIONE MARCHE
JESI
TEATRO PERGOLESI
MAIOLATI SPONTINI
TEATRO SPONTINI
STAGIONE 2024
JESI
TEATRO PERGOLESI
MARTEDÌ 9 GENNAIO ORE 21
STEFANO MASSINI
L’ALFABETO DELLE EMOZIONI
DOMENICA 18 FEBBRAIO ORE 17
AMBRA ANGIOLINI
OLIVA DENARO
VIOLA ARDONE
GIORGIO GALLIONE
SABATO 2 MARZO ORE 21
PAOLO MUSIO, STEFANO RANDISI, ENZO VETRANO
GIULIO GERMANO CERVI, ROCCO ANCAROLA
ASPETTANDO GODOT
SAMUEL BECKETT
THEODOROS TERZOPOULOS
MERCOLEDÌ 13 MARZO ORE 21
DONATELLA FINOCCHIARO
LA LUPA
GIOVANNI VERGA
DONATELLA FINOCCHIARO, LUANA RONDINELLI
MERCOLEDÌ 27 MARZO ORE 21
MOTUS
SILVIA CALDERONI, ALEXIA SARANTOPOULOU, ENRICO CASAGRANDE
FRANKENSTEIN (A LOVE STORY)
ILENIA CALEO
DANIELA NICOLÒ, ENRICO CASAGRANDE
MERCOLEDÌ 17 APRILE ORE 21
ANTONELLA QUESTA, VALENTINA MELIS, TERESA CINQUE
STAI ZITTA!
MICHELA MURGIA
MARTA DALLA VIA
VENERDÌ 3 MAGGIO ORE 21
SOTTERRANEO
SARA BONAVENTURA, CLAUDIO CIRRI
LORENZA GUERRINI, DANIELE PENNATI, GIULIO SANTOLINI
L’ANGELO DELLA STORIA
SARA BONAVENTURA, CLAUDIO CIRRI, DANIELE VILLA
FUORI ABBONAMENTO
MERCOLEDÌ 14 FEBBRAIO ORE 21
SIMONE GUERRO
IL PRINCIPE CHE SARÀ
STORIA DI PADRI, FIGLI E MISTERI
FRANCESCO NICCOLINI
TONIO DE NITTO
MAIOLATI SPONTINI
TEATRO SPONTINI
SABATO 27 GENNAIO ORE 21
CRISTIANA CAPOTONDI
LA VITTORIA È
LA BALIA DEI VINTI
MARCO BONINI
VENERDÌ 22 MARZO ORE 21
FEDERICO BUFFA
ITALIA MUNDIAL
SABATO 20 APRILE ORE 21
CESARE BOCCI
LUCIO BATTISTI
EMOZIONI!
ORCHESTRA SAVERIO MERCADANTE
COMUNICATO STAMPA
I Teatri G.B. Pergolesi di Jesi e G. Spontini di Maiolati ospitano da gennaio a maggio 2024 un cartellone unico di undici appuntamenti su iniziativa della Fondazione Pergolesi Spontini con i due Comuni (soci fondatori della Fondazione) e l’AMAT, una stagione ricca e articolata, espressione della volontà di ribadire una collaborazione proficua tra i soggetti promotori, capace di mettere in rete le potenzialità del vivace territorio, da sempre punto di riferimento nel panorama teatrale regionale. Il cartellone è frutto di un lavoro e di una sinergia che si traducono in una valorizzazione dei diversi contenitori culturali. Il risultato è una proposta di qualità, variegata e che guarda alle espressioni più solide del teatro del presente, con una identità precisa e una forte capacità attrattiva, un viaggio che promette emozioni, momenti di riflessione ed evasione.
Il sipario si apre il 9 gennaio al Teatro Pergolesi su L’alfabeto delle emozioni di Stefano Massini, straordinario storyteller, che propone un viaggio profondissimo e ironico al tempo stesso nel labirinto del nostro sentire e sentirci, un immaginario, appassionato e divertente alfabeto in cui ogni lettera è un’emozione (P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia…). Ambra Angiolini, diretta da Giorgio Gallione, porta in scena il 18 febbraio la scrittura limpida, poetica, teatralissima e immaginifica di Viola Ardone in Oliva Denaro, una intensa storia al femminile di crescita ed emancipazione che scandaglia le contraddizioni dell’amore (tra padri e figlie, tra madri e figlie). Aspettando Godot di Samuel Beckett è tra i più celebri e misteriosi testi della scrittura del ‘900. Il Teatro Pergolesi ospita il 2 marzo la lettura che ne fa il grande regista Theodoros Terzopoulos, maestro della ricerca teatrale, in uno spettacolo imperdibile che interroga la nostra stessa umanità con l’interpretazione di Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano, Giulio Germano Cervi, Rocco Ancarola. Donatella Finocchiaro il 13 marzo firma la regia e interpreta il capolavoro di Giovanni Verga La lupa, progetto drammaturgico di Luana Rondinelli. La pièce con la ritmata regia e la dinamica interpretazione di Donatella Finocchiaro regala al pubblico una versione più moderna del romanzo, ricca di desiderio e voglia di affermazione della donna. Frankenstein (a love story) di Motus, uno dei gruppi più amati e seguiti a livello internazionale, ideato e diretto da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, con Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou ed Enrico Casagrande, drammaturgia di Ilenia Caleo giunge a Jesi il 27 marzo con tutta la sua forza comunicativa. Un progetto “mostruoso” composto dalla cucitura di diversi episodi e pezzi letterari, uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein. Antonella Questa, Valentina Melis, Teresa Cinque – interpreti – e Marta Dalla Via – interprete e regista – hanno sempre avuto qualche difficoltà a stare zitte e lo dimostrano in questi anni i loro tanti spettacoli, video e libri, che affrontano, con ironia e intelligenza, tematiche sociali. Inevitabile quindi si incontrassero un giorno per dare vita a uno spettacolo comico e dissacrante, Stai zitta! dal libro di Michela Murgia, al Pergolesi il 17 aprile. Spettacolo dell’anno 2022 al prestigioso Premio Ubu, una sorta di Oscar del teatro italiano, il 3 maggio è la volta di L’Angelo della Storia di Sotterraneo. In una tela di narrazioni, credenze, miti e ideologie Sotterraneo compone la materia stessa di cui è fatta la Storia, racconta episodi mettendoli in risonanza col presente, componendo una personale mappa del paradosso fatta di microstorie, istanti sospesi, momenti fatali di persone illustri o sconosciute. A completare il programma del Teatro Pergolesi il 14 febbraio un appuntamento fuori abbonamento con Il principe che sarà. Storia di padri, figli e misteri dal romanzo di Francesco Niccolini, con Simone Guerro, regia di Tonio de Nitto, una grande avventura, il ritratto di una amicizia contraddittoria ma enorme.
Il 27 gennaio La vittoria è la balia dei vinti scritto e diretto da Marco Bonini con Cristiana Capotondi inaugura il trittico del Teatro Spontini. Tra l’evocazione fiabesca e la ricostruzione storica, una madre racconta alla figlia piccola che sotto le bombe non ci sono né vincitori né vinti, rievocando i drammatici momenti che vissero Firenze e i fiorentini sotto le bombe del 25 settembre 1943. Federico Buffa, assieme al pianista Alessandro Nidi, porta sul palco il 22 marzo una delle sue storie più belle, Italia Mundial. Il giornalista e volto noto di Sky racconta l’indimenticabile vittoria della Nazionale Azzurra ai mondiali di calcio che si tennero in Spagna nel 1982 che rivive nell’inconfondibile voce del formidabile storyteller con il patrimonio di aneddoti e “storie parallele” che rendono unico il monologo. Lucio Battisti. Emozioni! il 20 aprile è un viaggio di musica e parole nella storia di uno dei più grandi cantautori italiani, artista che ha saputo innovare in ogni senso la forma della canzone tradizionale e melodica arrivando a vendere oltre 25 milioni di dischi, affidato a Cesare Bocci affiancato dalle raffinate citazioni musicali dell’Orchestra Mercadante.
JESI
TEATRO
PERGOLESI
MARTEDÌ
9 GENNAIO
L’ALFABETO
DELLE
EMOZIONI
di e con Stefano Massini
produzione SavàNoi siamo quello che proviamo. E raccontarci agli altri significa raccontare le nostre emozioni. Ma come farlo, in un momento che sembra confondere tutto con tutto, perdendo i confini fra gli stati d’animo? Ci viene detto che siamo analfabeti emotivi e proprio da qui parte Stefano Massini – lo scrittore così amato per i suoi racconti in tv del giovedì sera a “Piazzapulita” – per un viaggio profondissimo e ironico al tempo stesso nel labirinto del nostro sentire e sentirci. In un immaginario alfabeto in cui ogni lettera è un’emozione (P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia…), Massini trascina il pubblico in un susseguirsi di storie e di esempi irresistibili, con l’obiettivo unico di chiamare per nome ciò che ci muove da dentro. Scorrono visi, ritratti, nomi, situazioni. Ad andare in scena è la forza e la fragilità dell’essere umano, dipinta con l’estro e il divertimento di un appassionato narratore, definito da “la Repubblica” “il più popolare racconta storie del momento”.
JESI
TEATRO
PERGOLESI
DOMENICA
18 FEBBRAIO
OLIVA
DENARO
dal romanzo di Viola Ardone
con Ambra Angiolini
scene e costumi Guido Fiorato
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
produzione Goldenart Production, AgidiC’è una storia vera e c’è un romanzo. La storia vera è quella di Franca Viola, la ragazza siciliana che a metà degli anni 60 fu la prima, dopo aver subito violenza, a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”. Il romanzo prende spunto da quella vicenda, la evoca e la ricostruisce, reinventando il reale nell’ordine magico del racconto. All’inizio Oliva è una quindicenne che nell’Italia di quegli anni, dove la legge stabiliva che se l’autore del reato di violenza carnale avesse poi sposato la “parte offesa”, avrebbe automaticamente estinto la condanna (anche se ai danni di una minorenne), cerca il suo posto nel mondo. E, in un universo che sostiene che “la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”, Oliva ci narra, ormai adulta, la sua storia a ritroso, da quando ragazzina si affaccia alla vita fino al momento in cui, con una decisione che suscita scandalo e stupore soprattutto perché inedita e rivoluzionaria, rifiuta la classica “paciata” e dice no alla violenza e al sopruso.
Una storia di crescita e di emancipazione che scandaglia le contraddizioni dell’amore (tra padri e figlie, tra madri e figlie) e si insinua tra le ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa. Ma Oliva, proprio come Franca Viola, decide di essere protagonista delle proprie scelte, circondata da una famiglia che impara con lei e grazie a lei a superare ricatti, stereotipi e convenzioni. Un padre che frequenta il silenzio e il dubbio, ma che riuscirà a dire alla figlia “se tu inciampi io ti sorreggo”, e una madre che, dapprima più propensa a piegarsi alla prepotenza e al fatalismo, riuscirà infine a spezzare le catene della sottomissione e della vergogna. Grazie alla scrittura limpida, poetica, teatralissima e immaginifica di Viola Ardone, Oliva Denaro diventa così la storia di tutte le donne che ancora oggi pensano e temono di non aver scelta, costrette da una legge arcaica e indecente (lo stupro fino al 1981 era considerato solo oltraggio alla morale e non reato contro la persona) ad accettare un aguzzino e un violentatore tra le mura di casa. Una storia di ieri e di oggi, che parla di libertà, civiltà e riscatto.
JESI
TEATRO
PERGOLESI
SABATO
2 MARZO
ASPETTANDO
GODOT
di Samuel Beckett
copyright Editions de Minuittraduzione Carlo Fruttero
regia, scene, luci e costumi Theodoros Terzopouloscon [in o.a.] Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano
e Giulio Germano Cervi, Rocco Ancarola
musiche originali Panayiotis Velianitisconsulenza drammaturgica e assistenza alla regia Michalis Traitsistraining attoriale – Metodo Terzopoulos Giulio Germano Cervi
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
in collaborazione con Attis Theatre Company
Aspettando Godot è tra i più celebri e misteriosi testi della scrittura del ‘900. Il grande regista Theodoros Terzopoulos, maestro della ricerca teatrale, il cui prestigioso e singolare metodo di regia e approccio drammaturgico viene insegnato in accademie teatrali, istituti e dipartimenti di studi classici in tutto il mondo, lo usa come lente per decifrare l’Altro. Chiama all’appello gli opposti: brama animalesca e tensione divina, pazzia e sogno, delirio e incubo. Uno spettacolo imperdibile che interroga la nostra stessa umanità.
I personaggi beckettiani si muovono in una zona grigia, in un paesaggio del nulla, quello dell’annientamento dei valori umani. Qualsiasi tentativo di umanizzazione cade nel vuoto, il concetto di tempo è fluido, i personaggi sono sospesi nel vuoto come esistenze espropriate, in un vuoto di disposizioni sconosciute dove l’annientamento di tutte le posizioni, dei valori e delle certezze, è stato realizzato. Il sarcasmo alla ricerca di una fine che non ha fine è l’espressione dominante degli esercizi di sopravvivenza dei personaggi. Essi cercano la fine della fine, che tuttavia non arriva mai. Ogni nuovo inizio è la definizione di una nuova fine. Pessimismo estremo. I personaggi tacciono aspettando la rivelazione dell’indicibile, che non si rivela mai.
Alcune domande che riguardano la natura umana e il futuro forse avranno risposte, la maggior parte però no. Forse alcune di queste domande avranno risposte dagli stessi spettatori. Inoltre, l’arte del teatro esiste e persiste proprio in virtù delle domande senza risposta. Theodoros Terzopoulos
JESI
TEATRO
PERGOLESI
MERCOLEDÌ
13 MARZO
LA LUPA
di Giovanni Verga
con Donatella Finocchiaro, Bruno Di Chiara, Chiara Stassi
e con Ivan Giambirtone, Liborio Natali, Alice Ferlito
Laura Giordani, Raniela Ragonese, Giorgia D’Acquisto
Federica D’Amore, Roberta Amato, Giuseppe Innocente, Gianmarco Arcadipane
regia Donatella Finocchiaro
progetto drammaturgico e collaborazione alla regia Luana Rondinelli
movimenti di scena Sabino Civilleriscene e costumi Vincenzo La Mendola
musiche Vincenzo Gangi
disegno luci Gaetano La Mela
produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro della Città – Catania
La chiamavano La Lupa.
Oggi come ieri, è la donna che non si vergogna della sua sensualità e viene per questo additata dal contesto sociale perché libera, strana, diversa.
Lei, che di quella tentazione amorosa e carnale per Nanni si considerava la vittima.
L’ossessione la spinge fino al gesto estremo di dargli in sposa la figlia Mara, per non perderlo.
Anche Nanni cade in questo vortice, si trascina a ginocchioni in penitenza lungo la processione, ma non riesce a liberarsi dalla tentazione della Lupa.
Il gioco tra vittima e carnefice è un gioco al massacro.
Insieme vivono nel “peccato”, e nella follia.
Forse solo la morte potrà salvarli.
JESI
TEATRO
PERGOLESI
MERCOLEDÌ
27 MARZO
FRANKENSTEIN
(A LOVE STORY)
ideazione e regia Daniela Nicolò, Enrico Casagrande
con Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou, Enrico Casagrande
drammaturgia Ilenia Caleo
adattamento e cura dei sottotitoli Daniela Nicolò
traduzione Ilaria Patano
assistenza alla regia Eduard Popescu
disegno luci Theo Longuemareambienti sonori Enrico Casagrande
fonica Martina Ciavatta
grafica Federico Magli
video Vladimir Bertozzi
produzione Motus
con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE – Festival delle Colline Torinesi
Kunstencentrum VIERNULVIER [BE] e Kampnagel [DE]
residenze artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Santarcangelo Festival
Teatro Galli-Rimini, Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale”, Rimi-Imir [NO] e Berner Fachhochschule [CH]
con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna
lo spettacolo contiene scene di nudo integrale
My hideous progeny!
Frankenstein o Il moderno Prometeo è il tessuto connettivo di questa “nuova creatura”. Un progetto mostruoso composto dalla cucitura di diversi episodi e dal desiderio di ridare vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein. La struttura a scatole cinesi del libro che Mary Shelley ha scritto a soli diciannove anni e la sua stessa biografia, che tanto si riflette nelle vicende dolorose della creatura inascoltata, sono materia da cui partire nella composizione – con la collaborazione drammaturgica di Ilenia Caleo. Il tema della “progenie mostruosa” che Shelley ha ideato per prima – facendo un balzo dal romanzo gotico alla fondazione di quello fantascientifico, è poi ripensato da molt^ studios^ come una figurazione del possibile – figurazione e favola di un mondo non riproduttivo – dalle vivaci ramificazioni contemporanee nella filosofia postumana. Toccare il non umano, il mostruoso, l’artificiale, sentirne la carne. Il confine pericoloso tra vivente e non vivente. I processi di composizione e decomposizione. Cellule che si autorigenerano fuori dal corpo umano, tecnologie di hackeraggio della riproduzione e Intelligenze Artificiali in rivolta… La notte in cui Mary Shelley sogna Frankenstein ad occhi aperti ricorda la notte in cui lo scienziato vaga raccogliendo frammenti di cadaveri, come la notte primitiva, dell’inizio del mondo. Scenari di creazione, immaginazione mostruosa. La natura è in tumulto. Nei paesaggi estremi, raggelati, dolorosi, due figure si inseguono, cercando ripari. Rabbia, amore, inquietudine, orrore, e ancora amore, amore, un eccesso di amore non corrisposto. «Non vedevo né sentivo parlare di nessuno simile a me» – come l’umano, unico della sua specie, anche la creatura è un unico. La solitudine radicale di una creatura inascoltata, intoccabile, che non trova nessun altr^ a cui parlare, che possa pronunciare il suo nome. È sui confini che i mostri proliferano. Tra i mondi. E qui, tra le cuciture suturate di carni e pelli diverse, questo lavoro prova a stare. Il mostro generato è “un infelice”, “a wretch”, come si dice di chi parte svantaggiato, di chi nasce non perfettamente equipaggiato per l’avventura del mondo: ma si ricordi bene che monstrum deriva da mon?re, ammonire, e nel monito c’è sempre qualcosa di prodigioso.
We need Monstersand we need to recogniseand celebrateour own monstrosities.
J. Halberstam
JESI
TEATRO
PERGOLESI
MERCOLEDÌ
17 APRILE
STAI ZITTA!
dal libro di Michela Murgia
con Antonella Questa, Valentina Melis, Teresa Cinque
regia Marta Dalla Via
disegno luci Daniele Passeri
fonica Marco Oligeri, Francesco Menconi
costumi Martina Eschiniscene Alessandro Ratti
con la collaborazione di Alice Santini, Laura Forti, Federica Di Maria
produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione
LaQ-Prod e Teatro Carcano
con il sostegno di Fondazione ArmuniaScrive Murgia: “I tentativi di ammutinamento di una donna verificatisi sui media italiani negli ultimi anni sono numerosi. La pratica dello “stai zitta” non è solo maleducata, ma soprattutto sessista perché unilaterale. Che cosa c’è dietro questa frase? Per quale motivo tutti coloro che la ascoltano pensano si tratti di una reazione normale nella dialettica con persone di sesso femminile?”.
Questa, Melis, Cinque e Dalla Via hanno sempre avuto qualche difficoltà a stare zitte e lo dimostrano in questi anni i loro tanti spettacoli, video e libri, che affrontano, con ironia e intelligenza, tematiche sociali e anche femministe. Inevitabile quindi si incontrassero un giorno per dare vita a uno spettacolo comico e dissacrante su quanto la discriminazione di genere passi spesso proprio dal linguaggio.
Le “frasi che non vogliamo più sentirci dire!” contenute nel libro, offrono così l’occasione di raccontare la società contemporanea attraverso una carrellata di personaggi e di situazioni surreali.
Dal mansplaining all’uso indiscriminato del nome proprio per le donne, passando per la celebrazione della figura “mamma e moglie di”, Questa, Melis e Cinque, guidate dalla sapiente regia di Dalla Via, sapranno coinvolgere il pubblico nella lotta contro gli stereotipi di genere, annullando già di fatto, con questo spettacolo, quello secondo cui “le donne sono le peggiori nemiche delle donne”!
JESI
TEATRO
PERGOLESI
VENERDÌ
3 MAGGIO
L’ANGELO
DELLA STORIA
creazione Sotterraneo
ideazione e regia Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa
in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri
Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini
scrittura Daniele Villa
luci Marco Santambrogio costumi Ettore Lombardi suoni Simone Arganinimontaggio danze Giulio Santolini
produzione Sotterraneo
coproduzione Marche Teatro, ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatro Nacional de Lisboa D. Maria II
contributo Centrale Fies, La Corte Ospitale, Armuniacol supporto di MiC, Regione Toscana, Fondazione CR Firenze
residenze artistiche Centrale Fies_art work spaceCentro di Residenza Emilia-Romagna/La Corte Ospitale
Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin
Armunia, Elsinor/Teatro Cantiere Florida, ATP Teatri di Pistoia
ringraziamento speciale Gabriele Grossi
Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory è Artista Associato al Piccolo Teatro di Milano
ed è residente presso ATP Teatri di Pistoia
Premio UBU “Miglior spettacolo dell’anno 2022”
Non è che il passato getti la sua luce sul presente o il presente la sua luce sul passato: l’immagine è ciò in cui quel che è stato si unisce fulmineamente con l’adesso in una costellazione. Walter Benjamin
Nel suo ultimo lavoro il filosofo Walter Benjamin descrive un angelo che vola con lo sguardo rivolto al passato, dando le spalle al futuro: le macerie di edifici e ideologie si accumulano davanti ai suoi occhi (strumenti musicali in fondo all’oceano, radar malfunzionanti, balene spiaggiate) e l’angelo vorrebbe fermarsi a ricomporre i detriti [neonati morti, statue in Antartide, conigli fluorescenti], ma una tempesta gonfia le sue ali e lo trascina inesorabilmente in avanti (danze isteriche di massa, paracaduti inceppati, gatti milionari): questa tempesta è ciò che chiamiamo progresso. Per quanto l’angelo osservi il susseguirsi degli eventi (mani sui tasti di un pianoforte, funghi atomici, cartoline nella giungla) e cerchi di resistere alla tempesta, non può fermarsi e intervenire, non può rincollare i pezzi e rifondare una realtà condivisa, non può fare assolutamente nulla per aiutarci – se non altro perché gli angeli non esistono (cocktail al cianuro, numeri irrazionali, racconti intorno al fuoco). Quale altro essere senziente potrebbe provare a ricomporre l’infranto, smontare le narrazioni e – volando o meno – finalmente girarsi per proiettare lo sguardo in avanti?
JESI
TEATRO
PERGOLESI
FUORI
ABBONAMENTO
MERCOLEDÌ
14 FEBBRAIO
IL PRINCIPE
CHE SARÀ
STORIA DI PADRI,
FIGLI E MISTERI
tratto dal romanzo Manù e Michè. Il segreto del principe
di Francesco Niccolini ed. Mondadori
con Simone Guerrodrammaturgia Francesco Niccolini
regia Tonio de Nitto
musiche Paolo Coletta
scene e costume Iole Cilento
luci Silvia Barchiesi
produzione Teatro Giovani Teatro Pirata
Due ragazzini vivono nella Grande Città, bella, seducente, sudicia. Tutto è ingiustizia e violenza intorno a
loro, a cominciare dalla loro relazione: uno è il figlio di un principe ricco e potentissimo, l’altro è un umile servo di palazzo. A legarli indissolubilmente, l’essersi nutriti dello stesso latte, perché la balia del piccolo principe Emanuele è la madre di Michele, il servo. Hanno la stessa età, vite opposte eppure parallele, perché si sono abituati a fare tutto insieme: uno da ricco capriccioso e arrogante, l’altro da povero che può solo obbedire. Insieme sono una forza della natura: sono Manù e Michè. Vivono avventure iniziatiche che qualunque ragazzino di oggi vorrebbe vivere: rivolte di piazza, streghe bruciate, corse in carrozza o a cavallo, un castello e boschi senza fine per giocare, incontri con lupi mannari. Forse anche con Barbablù, ché il principe padre di Emanuele forse è proprio Barbablù: Don Carlo. Nella sua testa solo la musica, le stelle e un grande segreto con cui tutti i personaggi dovranno fare i conti.
Il principe che sarà è una grande avventura, il ritratto di una amicizia contraddittoria ma enorme. È la scoperta di cose difficili: essere figli ed essere genitori, il dolore per l’assenza, il mistero di tutto ciò che è incomprensibile. Ma al tempo stesso è la scoperta di cose preziose, che anche se non le capisci, ti fanno battere il cuore e ti tengono in vita: la musica, le stelle, il bosco, i lupi, anche l’amore. E l’invisibile.
MAIOLATI SPONTINI
TEATRO
SPONTINI
SABATO
27 GENNAIO
LA VITTORIA
È LA BALIA
DEI VINTI
scritto e diretto da Marco Bonini
con Cristiana Capotondi
produzione Stefano Francioni Produzioni
Una mamma di oggi mette al letto la sua bambina di 6 anni che le chiede, come storia della buonanotte, di raccontarle qualcosa di quando lei, la sua mamma, era bambina. La mamma pesca nella memoria e le viene in mente l’avventura della bisnonna Vittoria e di come il 25 settembre 1943, giorno del bombardamento a Firenze, aveva aiutato due gemelli.
In un racconto tra l’evocazione fiabesca e la ricostruzione storica la mamma rievoca la notte di Firenze sotto il fuoco “alleato” quando uno stormo di 36 aerei Wellington inglesi, mirando all’importante nodo ferroviario della stazione di Campo di Marte, manca inesorabilmente l’obiettivo ferroviario causando così la morte di centinaia di civili e pesanti devastazioni nelle zone adiacenti la ferrovia.
Quella notte Nonna Vittoria è nascosta nel rifugio improvvisato nelle cantine di Palazzo Pitti, dove risiede in quanto moglie del sovraintendente ai beni culturali di Firenze. Quella notte Nonna Vittoria non si trova ad affrontare solo l’incubo della guerra, ma anche la vertigine di tabù sociale, allattare i due gemelli della sua balia che per lo shock aveva perso il latte.
La guerra è uguale per tutti e sotto le bombe non ci sono più corti e signorie, piani alti e piani bassi, scale da scendere o da salire. Quando cadono le bombe dal cielo siamo tutti allo stesso piano, tutti nascosti in cantina. Lì sotto una madre vale una madre, un bambino un bambino, una balia un seno pieno di latte. Quando siamo tutti sotto le bombe non ci sono più vincitori né vinti. Sotto le bombe la Signora può servire la serva. Sotto le bombe la Vittoria è la balia dei vinti.
MAIOLATI SPONTINI
TEATRO
SPONTINI
VENERDÌ
22 MARZO
ITALIA
MUNDIAL
con Federico Buffa
pianoforte Alessandro Nidi
regia Marco Caronna
produzione IMARTS International Music and ArtsFederico Buffa, assieme al pianista Alessandro Nidi, porta sul palco una delle sue storie più belle: Italia Mundial. Il giornalista e volto noto di Sky racconta l’indimenticabile vittoria della Nazionale Azzurra ai mondiali di calcio che si tennero in Spagna nel 1982. L’Italia più amata di sempre vince il Mondiale più bello. I gol di Paolo Rossi, l’urlo di Marco Tardelli, le parate di Dino Zoff, la pipa di Enzo Bearzot, la notte magica del Bernabeu, le braccia al cielo del Presidente della Repubblica Sandro Pertini rivivono nell’inconfondibile voce di Federico Buffa ma soprattutto quel patrimonio di aneddoti e “storie parallele” che rendono unici i monologhi di questo formidabile storyteller.
Buffa è un formidabile storyteller, un narratore di storie che si diramano per mille rivoli. O meglio, i racconti di Buffa hanno una struttura ad albero: il tronco è il calcio, i rami sono le connessioni che via via prendono corpo attraverso associazioni, link, collegamenti, divagazioni. A differenza di alcuni giornalisti sportivi che in passato amavano esibire il loro sapere di fronte a una platea non particolarmente attrezzata, Buffa sa che cultura è innanzitutto fare bene le cose, coltivare i dettagli (magari con alcuni vecchi LP). Aldo Grasso
MAIOLATI SPONTINI
TEATRO
SPONTINI
SABATO
20 APRILE
LUCIO BATTISTI
EMOZIONI!
testi Rosa Sanroccocon Cesare Bocci
e Orchestra Saverio Mercadante
produzione Associazione Orchestra Saverio Mercadante
Viaggio di musica e parole nella storia di uno dei più grandi cantautori italiani.