
(AGENPARL) – ven 10 novembre 2023 CGIL E FLC ABRUZZO MOLISE DICONO NO AL PROGETTO DI “RI”DIMENSIONAMENTO
SCOLASTICO
PESCARA, 10 novembre – “La modifica dei parametri del dimensionamento
scolastico è una riforma sbagliata, che rischia di penalizzare
ulteriormente le aree interne e i territori soggetti a drastico
spopolamento, come quelli abruzzesi. Nonostante le tante sollecitazioni
e le dichiarazioni di mero principio con cui l’assessore Quaresimale ha
più volte dichiarato la sua contrarietà ai tagli, il piano va avanti e
rischia di essere approvato entro il 30 novembre nonostante la ferma
contrarietà dei lavoratori della scuola, dell’opinione pubblica e degli
enti locali”. Lo affermano la Cgil Abruzzo Molise e la Flc-Cgil Abruzzo
Molise, tornando ad esprimere contrarietà al piano di dimensionamento.
“Condividiamo in tal senso il grido d’allarme del presidente dell’Anci,
che ha giustamente rimarcato la contrarietà a un piano che con la scusa
dell’attuazione del Pnrr nasconde l’ennesimo taglio – affermano il
segretario della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, e quello della
Flc-Cgil Abruzzo Molise, Pino La Fratta – Ricordiamo infatti che
nell’ultimo tavolo tecnico la Regione, non avendo ricevuto proposte
dalle Province, che si sono espresse tutte contro i tagli, ha fatto
proprio il piano dell’Usr Abruzzo, che prevede per l’anno scolastico
2024/25 undici istituzioni scolastiche in meno in Abruzzo: quattro in
provincia di Chieti, tre in provincia dell’Aquila, due a Pescara e due a
Teramo. Si tratta però solo dell’inizio: se il criterio verrà
confermato, complice il costante decremento demografico, la nostra
regione rischia ulteriori accorpamenti”.
“Mentre aumenta la complessità dei compiti attribuiti alle scuole –
osservano i segretari – si decide di accorpare gli istituti scolastici,
aumentando il numero complessivo degli alunni per istituto senza
diminuire il numero degli alunni per classe: la riorganizzazione del
sistema scolastico non può partire da un taglio. Lo abbiamo ribadito più
volte: non ci si può limitare ad ‘assecondare’ la dinamica demografica e
tagliare in proporzione al numero degli alunni, altrimenti si rischia
una spirale inarrestabile. La particolare conformazione territoriale
dell’Abruzzo, la presenza di comuni montani, la mancanza di efficienti
reti di trasporto renderebbe necessaria un’attenzione specifica al
territorio. Per invertire la denatalità servirebbero politiche atte a
sostenere l’occupazione stabile di giovani e donne e investimenti idonei
a garantire un migliore rapporto tra esigenze di vita e lavoro: più
asili nido, gratuità e obbligatorietà delle scuole dell’infanzia,
aumento del tempo pieno e tempo prolungato”.
“Non ci rassegniamo: oltre ad impugnare il decreto interministeriale
attuativo, continueremo con ulteriori azioni di mobilitazione. Abbiamo
chiesto al ministro di ritirare il provvedimento e chiediamo alla
Regione Abruzzo, come a tutte le Regioni, di non attuarlo. Nel
frattempo, utilizzeremo ogni strumento politico per poterlo contrastare,
a partire dallo sciopero del 17 novembre che ha tra i punti
rivendicativi anche il contrasto al dimensionamento. Investire in
conoscenza – concludono Ranieri e La Fratta – vuol dire investire sul
futuro: un Paese che taglia sulla conoscenza è un Paese che taglia il
proprio futuro”.