
(AGENPARL) – ven 06 ottobre 2023 Sciopero per il clima e “La Via Maestra, insieme alla Costituzione”
6 e 7 ottobre, Legambiente in piazza per il clima, l’ambiente
e per una transizione ecologica ed energetica fatta velocemente bene
“Di fronte alla crisi climatica il Governo sceglie soluzioni non sostenibili come dimostra l’accelerata su fonti fossili e rigassificatori. Serve un cambio di rotta con l’approvazione del piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e una transizione ecologica che punti su rinnovabili, efficienza energetica, sviluppo di reti e accumuli”
I dati aggiornati della mappa Italia fossile: mappate 170 infrastrutture e istanze a fonti fossili in valutazione, ad oggi, presso il MASE tra centrali a gas fossile, metanodotti, depositi, autorizzazioni per nuove trivellazioni e rigassificatori
50 i progetti di infrastrutture presentati dall’inizio del 2022 e 19 quelli approvati dal 26 settembre
La #ResistenzaClimatica #LaViaMaestra #InsiemePerlaCostituzione
Come risponde l’Italia alla crisi climatica in atto? Accelerando sulle fonti fossili. A parlar chiaro è la mappa “L’Italia fossile” realizzata e aggiornata da Legambiente che ha mappato 170 infrastrutture e istanze a fonti fossili tra approvate dal 2020 ad oggi e in valutazione presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica tra centrali a gas fossile, metanodotti, depositi, autorizzazioni per nuove trivellazioni e rigassificatori. Delle 170 opere prese in esame, 130 sono progetti relativi a infrastrutture – di questi 50 sono stati presentati dall’inizio del 2022 e 19 quelli approvati dal 26 settembre 2022 – e 40 le istanze per ricerca, coltivazione e stoccaggio.
Un quadro preoccupante per cui l’associazione ambientalista chiede al Governo italiano, di fronte alla crisi climatica in atto, un deciso cambio di rotta con l’approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e una transizione ecologica fatta velocemente bene che punti su rinnovabili, efficienza energetica, sviluppo di reti e accumuli, realizzazione di impianti industriali innovativi e sostenibili. Per questo Legambiente con i suoi circoli sarà oggi nelle principali piazze della Penisola – da Milano a Bari, da Roma a Torino, passando per Varese, Pesaro, Trieste, Gorizia e Cagliari, solo per citarne alcune – per far sentire la propria voce e unirsi a quella dei tanti giovani che protestano per il clima in nome della #ResistenzaClimatica; e sarà in piazza anche domani sabato 7 ottobre a Roma alla manifestazione nazionale “La Via Maestra, insieme alla Costituzione”, insieme alla CGIL e ad altre cento organizzazioni aderenti, per ricordare quanto sia fondamentale accelerare la transizione ecologica ed energetica per un clima di pace. Per Legambiente la via maestra da seguire è quella della decarbonizzazione da realizzare velocemente e bene per combattere l’acuirsi della crisi climatica, rendere più indipendente l’Italia dalle fonti fossili, innovare il sistema produttivo, aumentare la qualità della vita delle persone, l’occupazione e contribuire alla riduzione delle tensioni e dei conflitti geopolitici del mondo.
“La crisi climatica – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sta accelerando il passo, mentre tardano ad arrivare gli interventi. Sono passati cinque governi ed ancora non è stato approvato il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, per non parlare ad esempio dei tanti stalli e delle lungaggini burocratiche che frenano ad oggi la realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili. Nel frattempo, il Governo, in continuità con quello precedente, sta dando un’accelerata alla realizzazione dei rigassificatori a Piombino e Ravenna con procedure autorizzative semplificate ridotte a sei mesi, quando un impianto eolico impiega mediamente sei anni. Al governo chiediamo un deciso cambio di rotta e un’assunzione di responsabilità che si concretizzino attraverso politiche climatiche più ambiziose facendo a meno di aumentare i divari del Paese con l’autonomia differenziata, e con una legge di bilancio che invece di prevedere fondi per il Ponte sullo Stretto di Messina elimini i sussidi ambientalmente dannosi, stimabili in 41,8 miliardi di euro. Risorse che potrebbero essere utilizzate per spingere le innovazioni in ambito produttivo e aiutare le famiglie più in difficoltà. Da sei mesi con la nostra campagna itinerante “I cantieri della transizione ecologica” stiamo raccontando quei progetti, cantieri e buone pratiche che uniscono innovazione e sostenibilità e che ben raccontano la direzione che il Paese può e deve intraprendere per accelerare la transizione ecologica. Ostacolare e rallentare l’innovazione significa condannare il nostro Paese a utilizzare sempre di più le tecnologie straniere”.