
(AGENPARL) – ven 01 settembre 2023 Con il Patrocinio
Prefettura di Palermo
CARLO ALBERTO
DALLA CHIESA
l’Uomo, il Generale
1982-2022
A cura di Andrea Pamparana
Palazzo Reale di Palermo
Organizzazione
Produzione
1982 > 2022 >>
Carlo Alberto dalla Chiesa
#40DallaChiesa
publimediasrl.com
Comando Generale
dell’Arma dei Carabinieri
mostrageneraledallachiesa.it
Comando Generale
dell’Arma dei Carabinieri
“Io penso che la mia vita non sia stata una favola. E se è, come è, una esperienza duramente vissuta,
ambisco solo raccontarla ai giovani della mia Arma.”
Con questa riflessione del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa inizia il percorso della
Mostra che vuole ricordare i quarant’anni della sua morte, ucciso per mano mafiosa il 3 settembre
1982, a Palermo, con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo che faceva da
scorta alla A112 sulla quale i due viaggiavano.
Un Uomo, innanzitutto, un Generale. Che da giovane sottotenente dell’Esercito nei
tragici anni della Seconda Guerra mondiale partecipò, e questo fatto non è da tutti conosciuto,
alla guerra di Liberazione che diede onore e dignità a un popolo ferito e sanguinante, il popolo
italiano. Capitano dei Carabinieri, figlio di un Generale dell’Arma, una famiglia che aveva,
ha, nel suo DNA, un motto che non è semplice retorica ma verità storica: “Fedele nei secoli”. La
prima battaglia contro Cosa Nostra a Corleone, in Sicilia, la lotta al banditismo, l’assassinio
del sindacalista Placido Rizzotto, il boss Luciano Liggio, primo nemico di Carlo Alberto dalla
Chiesa. Seguono anni di brillante carriera, encomi, ruoli di primissimo piano nella sua amata
Arma, sempre al servizio, a costo di indicibili pericoli, di quello Stato cui Carlo Alberto dalla
Chiesa fu sempre fedele servitore.
Milano, Torino, gli anni terribili del terrorismo, il coraggio e il carisma che suscitava
negli uomini che collaboravano con lui. Lo temevano, lo rispettavano, soprattutto lo amavano, e
molti, troppi, sono rimasti sul campo insanguinato della barbarie senza senso dei terroristi. Un
Generale, certo, un Soldato, ma anche un marito devoto, che perse la prima moglie, Dora Fabbo,
conosciuta da giovane studentessa, uccisa da un infarto, “un’altra vittima del terrorismo”, come disse il
sacerdote nell’omelia del funerale. Un padre devoto, innamorato della sua famiglia, Rita, Nando,
Simona, che tutti noi dell’Arma sentiamo anche come figli nostri.
Il caso Moro. La strage di via Fani a Roma, quell’indimenticabile 16 marzo 1978 e, 55 giorni
dopo, il ritrovamento del corpo dello Statista, barbaramente ucciso dalla ferocia terrorista. Carlo
Alberto dalla Chiesa, nominato Prefetto a Palermo, in soli cento giorni conseguirà importanti
successi nel contrasto ad una mafia sempre più agguerrita, sanguinosa, spietata. Fino al sacrificio
supremo, il 3 settembre 1982. Fino a quella vigliacca telefonata, il 5 settembre, due giorni dopo
l’attentato omicida, al quotidiano La Sicilia: “l’operazione Carlo Alberto è conclusa”.
Questa Mostra, questa celebrazione della vita e dell’opera di un fedele servitore dello
Stato, si conclude con la frase del generale Carlo Alberto dalla Chiesa che dà il senso finale e nello
stesso tempo il sigillo della sacralità dell’evento: “Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per
guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”.
Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
Gen. C. A. Teo Luzi
Uno dei ruoli fondanti delle Istituzioni è tener viva la memoria di chi, con il sacrificio, ha
contribuito a vivificare un ideale di giustizia che deve mantenersi saldo nell’animo della società.
Il ricordo, presente e vivo nella mostra “Carlo Alberto dalla Chiesa. L’uomo, il Generale. 1982-2022”, è
quello di un eroe che si conosce e si riconosce, a prescindere dall’età e dalla cornice culturale di
ciascuno. L’attività investigativa, che condusse a capo del Nucleo Speciale Antiterrorismo a Torino
negli anni settanta, caratterizzata da nuove ed efficaci strategie d’indagine, portò all’arresto degli
esponenti di vertice delle Brigate Rosse e, di fatto, inflisse duri colpi alla loro attività criminale.
Il suo contributo alla lotta al crimine organizzato in Sicilia è stato determinante, da
una parte a indebolire sensibilmente le dinamiche mafiose del tempo e, dall’altra, a scuotere la
coscienza collettiva, in una terra in cui il fenomeno mafioso, per genesi e caratteristiche, sembrava
inoppugnabile. Tuttavia, il valore della legalità, sul quale dalla Chiesa ha incentrato tutta la sua
vita, non è circoscritto alla Sicilia, poiché in oltre quarant’anni di carriera, da Torino a Palermo,
egli è riuscito da unire la Nazione facendosi simbolo di ideali, quali la giustizia e l’onestà, condotti
nel quotidiano. Percorrendo la narrazione di questa mostra, emerge la figura di un uomo saldo, di
un padre premuroso, di un militare abile e giusto, esempio di rettitudine per i giovani e gli studenti
che visiteranno l’esposizione, ricevendo un messaggio culturale: vivere con onestà e raggiungere
i propri obiettivi, personali e professionali, lontani dai disvalori di corruzione, omertà, violenza.
Dalla Chiesa disse che “Certe cose non si fanno per coraggio, ma per poter guardare più serenamente
negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”, frase paradigmatica, per tutti i cittadini onesti e liberi.
Per l’Assemblea Regionale Siciliana è un onore poter ospitare la tappa conclusiva della
mostra “Carlo Alberto dalla Chiesa. L’uomo, il Generale. 1982-2022”, tener vivo e alimentare il ricordo,
per condividere e diffondere i valori che propugna, per non dimenticare.
on. Gaetano Galvagno
Presidente Assemblea Regionale Siciliana
Dalla mostra “Carlo Alberto dalla Chiesa. L’uomo, il Generale” promana la personalità di un
uomo, i cui valori e la cui azione hanno unito idealmente l’Italia intera. Da Torino a Palermo,
dalla lotta al terrorismo del Generale, alle strategie del Prefetto contro la criminalità organizzata
in Sicilia, la vita intera di Carlo Alberto dalla Chiesa è stata votata all’impegno, alla dedizione,
fino al sacrificio esiziale, perpetrato da mano mafiosa.
Nato e affermatosi anche come fenomeno culturale, poi degenerato in crimine organizzato,
quello mafioso si è via via radicato nella società, nei costumi e persino nel lessico dei Siciliani,
distorcendo e in parte inficiando la bellezza che il mondo riconosceva alla Sicilia. È questo un
concetto che Il Prefetto dalla Chiesa esternò durante un incontro con gli studenti dell’Istituto
Gonzaga di Palermo, convinto del fatto che si dovesse istillare nelle nuove generazioni, un
impulso rivolto alla legalità, al lavoro onesto e al raggiungimento della realizzazione professionale
e personale, attraverso la maturazione e l’applicazione di una coscienza propria, forgiata dal
sacrificio e dalla rinuncia. Una strategia culturale, mirata a sensibilizzare le coscienze dei Siciliani,
verso una cultura permeata di giustizia e di onestà, raccontata da questa mostra che ha in sé anche
un messaggio didattico, rivolto proprio ai giovani che, oggi come ieri, sono depositari di un’eredità
importante, tràdita dal sacrificio di chi ha dedicato la propria vita alla tutela della legalità. Cadde
così un eroe, un marito e padre premuroso, un Generale e Prefetto, la cui immagine, oggi, è
simbolo e riferimento di tutti i cittadini liberi dal giogo culturale mafioso.
La Fondazione Federico II si pregia di aver collaborato alla realizzazione della presente
esposizione al Palazzo Reale di Palermo, che è volontà corale del Comando Generale dell’Arma dei
Carabinieri, della Prefettura di Palermo, dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana,
dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, dei media, a cura del giornalista e scrittore,
Andrea Pamparana, e di aver contribuito a mantenere, insieme, vivo il ricordo di un eroe di
Stato, quale fu ed è il Generale e Prefetto, Carlo Alberto dalla Chiesa.
Dott.ssa Patrizia Monterosso
Direttore Generale Fondazione Federico
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
l’Uomo, il Generale. 1982-2022
A cura di Andrea Pamparana
“Io penso che la mia vita non sia stata una favola. E se è, come è, una esperienza
duramente vissuta, ambisco solo raccontarla ai giovani della mia Arma”.
Con le parole del generale Carlo Alberto dalla Chiesa impresse sul primo pannello espositivo
apre a Palazzo Reale a Palermo la mostra “Carlo Alberto dalla Chiesa l’Uomo, il Generale” in
occasione del quarantesimo della morte, avvenuta per mano mafiosa, del generale, della seconda
moglie Emanuela Setti Carraro, dell’agente di scorta Domenico Russo, la sera del 3 settembre
1982, a Palermo.
Promossa dalla Fondazione Federico II di Palermo presso il prestigioso Palazzo Reale, la
mostra è organizzata dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri con la produzione di
Publimedia Srl e la direzione artistica di Andrea Pamparana e resterà aperta al pubblico da venerdì
1° settembre a venerdì 10 novembre nelle sale di Palazzo Reale a Palermo. Dopo il successo a
Roma presso il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, la Mostra è stata accolta con grande
favore da parte dei visitatori a Palazzo Reale, a Milano, e quindi a Torino, a Palazzo Carignano,
per approdare ora a Palermo, città tra le più amate da Carlo Alberto dalla Chiesa.
Il titolo della mostra è significativo: non solo il militare, il generale poi prefetto, colui che
negli anni più bui del terrorismo e della lotta alla mafia con le sue formidabili doti investigative
pose lo Stato, da vero fedele servitore delle Istituzioni, al centro del suo agire. Non a caso nel titolo
dell’esposizione rievocativa viene prima di tutto l’Uomo Carlo Alberto, il cui coraggio e carisma era
oggetto di amore e rispetto da parte dei suoi collaboratori e dei suoi più cari affetti.
La mostra, con fotografie, filmati e testi, ricostruisce la vita di Carlo Alberto dalla Chiesa dai
primi passi nell’Esercito, giovane soldato in Montenegro, il matrimonio con la prima amatissima
moglie, Dora Fabbo, le prime indagini in Sicilia dopo l’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto,
Luciano Liggio, boss di Corleone, mandante, nemico giurato del giovane capitano Carlo Alberto.
Gli anni del terrorismo, tra Milano e Torino, l’arresto dei capi delle Brigate Rosse, le indagini dopo
il delitto di Aldo Moro, la nomina nel 1982 a Prefetto di Palermo, il feroce agguato in via Carini la
sera del 3 settembre 1982.
La mostra, celebrazione della vita e dell’opera di un fedele servitore dello Stato, si conclude con
la frase della generale che dà il senso finale e nello stesso tempo il sigillo della sacralità dell’evento:
“Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più
serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”.
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“IO SONO COME UNA FIAMMELLA”
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA E LA SUA SICILIA
A cura di Andrea Pamparana
Nei suoi cento giorni a Palermo, Carlo Alberto dalla Chiesa dedicò grande attenzione
ai giovani. Il 2 giugno 1982 incontro gli studenti del Liceo scientifico presso l’Istituto Gonzaga
i quali il 21 maggio gli avevano mandato una lettera.
“Una giornata importante nella storia dei rapporti tra mafia e Stato”.
(Nando dalla Chiesa)
Il prefetto lanciò agli studenti una proposta di impegno comune contro la mafia. Il
giorno dopo andò al Liceo classico Garibaldi e anche qui parlò con gli studenti.
“Io sono come una fiammella che lo Stato ha voluto accendere in questa capitale
bellissima che è Palermo. Credo nei giovani e sono venuto qui per dare loro qualcosa: spero di
riuscire a creare con questa mia attività per lo meno dei dubbi in coloro che vivono nel marcio,
che prosperano sulla corruzione. Io credo ancora che esistano valori, soprattutto perché noi
siamo uomini e non numeri. Bisogna respingere qualsiasi forma di corruzione perché è su questa
che si alimenta la mafia e il vostro condizionamento. Bisogna fare affidamento esclusivamente
sulla propria intelligenza. La mafia è un modo di essere, un modo di pensare che travolge
chiunque; noi dobbiamo studiare il modo di combatterla”.
(Testo dell’intervento di Carlo Alberto dalla Chiesa al Liceo classico Garibaldi)
“Non sono da meno, non siete da meno di tutti gli altri ragazzi del mondo, tuttavia qui
esiste un pericolo, esiste questo pericolo, è nell’aria. Non vorrei adesso esagerare, ma esiste, non
vorrei creare in voi dei complessi, ma esiste, ed esiste in questo senso: in una terra come questa
della Sicilia, che io amo profondamente anche senza essere siciliano, in questa splendida
capitale che si chiama Palermo e che io amo senza essere di Palermo – non lo dico per
retorica, per presentarmi a voi con strumenti migliori per essere accetto, lo dico sinceramente
– mi ha fatto piacere che la sorte mi abbia destinato per la quarta volta in Sicilia, perché, se
non lo sapete, ho fatto le mie elementari addirittura ad Agrigento. Quindi vivo questa parte
dell’isola da quando avevo 9-10 anni e, come molti dei vostri genitori diranno che hanno
portato con sé il mal d’Africa, io con me ho sempre portato il mal di Sicilia”.
(Estratto del discorso agli studenti del Liceo scientifico presso l’Istituto Gonzaga)
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TERREMOTO DEL BELÌCE
DEL 14 E 15 GENNAIO 1968
A cura di Andrea Pamparana
Il sisma aveva raso al suolo Gibellina e più o meno altri 14 paesi
del Belìce, tra Trapani, Agrigento e fino a Palermo.
Una scossa tra il 6° e l’8° grado della Scala Mercalli.
Morirono 296 persone ma il bilancio era destinato ad aumentare.
Il Comandante della Legione dei Carabinieri,
Carlo Alberto dalla Chiesa, pochi minuti dopo le due del mattino,
ora della prima devastante scossa, era già a Gibellina
per effettuare una prima ricognizione e
organizzare coi suoi uomini i primi soccorsi.
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La mostra a Roma, presso
il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri,
e successivamente a Milano – Palazzo Reale,
ed a Torino – Palazzo Carignano,
ha avuto un grande successo di pubblico,
soprattutto di giovani, con una notevole rilevanza mediatica,
sia su tv e giornali, sia sul web, dove la mostra
è presente con un suo sito apposito.
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CARATTERISTICHE DELLA MOSTRA
La mostra è costituita da una serie di pannelli parallelepipedi di moderna concezione,
utilizzati su quattro lati, che riportano didascalie, fotografie rielaborate in alta definizione
e video su appositi monitor appesi agli stessi pannelli. Il materiale iconografico, con
documenti anche inediti, è stato fornito dall’Agenzia ANSA, dall’archivio del Museo
Storico dei Carabinieri, dall’Istituto Luce-Cinecittà, dalle Teche Rai e dalla famiglia di
Carlo Alberto dalla Chiesa. Tutti i filmati sono stati montati dal regista Francesco Marzullo,
l’impaginazione dei pannelli espositivi dall’art directory Rossella Ferrario, mentre i testi e le
scelte iconografiche sono del curatore della mostra, Andrea Pamparana. La realizzazione è
stata affidata dal Comando dei Carabinieri alla società PUBLIMEDIA, partner dell’Arma
dei Carabinieri in diverse iniziative di comunicazione istituzionale e concessionaria esclusiva
per la raccolta della rivista “IL CARABINIERE”.
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I visitatori potranno ritirare, al termine del percorso
espositivo, un volume/catalogo che riporta testi
e immagini della mostra con un QR Code che consente
di scaricare il tutto su computer e smartphone.
Oltre alla possibilità di consultare l’apposito sito
mostrageneraledallachiesa.it
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Il curatore, in pieno accordo con i responsabili a vari livelli dell’Arma, ha titolato la mostra
in modo che emergessero due aspetti fondamentali di Carlo Alberto dalla Chiesa: innanzi
tutto l’UOMO, nel suo rapporto con la famiglia e con i giovani dell’Arma, come recita la
frase dello stesso Carlo Alberto dalla Chiesa nel pannello d’ingresso con il logo della Mostra;
il GENERALE, il “fedele servitore dello Stato”, le sue particolari abilità investigative, il suo
sacrificio finale a Palermo.
IL PERCORSO ESPOSITIVO È SUDDIVISO IN QUATTRO MOMENTI:
1. Il giovane Carlo Alberto
2. La prima missione in Sicilia
3. Gli anni di piombo e la lotta al terrorismo brigatista
4. La nuova guerra di mafia e l’incarico finale di Prefetto
Poiché la mostra è itinerante, per ogni nuova località, il curatore Andrea Pamparana ha
previsto, all’inizio del percorso espositivo, un pannello dotato di monitor, specificamente
legato alla città sede della mostra.
ESEMPIO:
1. La Milano di Carlo Alberto dalla Chiesa
2. La trincea di Torino contro le Brigate Rosse
3. Carlo Alberto dalla Chiesa nella lotta a Cosa Nostra
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Con il Patrocinio
Prefettura di Palermo
SCHEDA TECNICA
Titolo
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
l’Uomo, il Generale. 1982-2022
Palazzo Reale di Palermo
Ingresso Portone Monumentale – Piazza del Parlamento, 1
Date al pubblico
1 settembre – 10 novembre 2023
Una Mostra
Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri
Mostra a cura di
Andrea Pamparana
Una produzione
Publimedia
Orario apertura
Dal Lunedì al Sabato dalle ore 8.30 alle ore 16.30 (ultimo ingresso)
Domenica e festivi dalle ore 8.30 alle ore 12.30 (ultimo ingresso)
La visita alla mostra sarà compresa nel biglietto d’ingresso del Museo,
dal 1 settembre al 10 novembre 2023
Catalogo
Publimedia
Referente stampa Arma dei Carabinieri
Col. Pasquale Vasaturo
Ufficio stampa Fondazione Federico II
Cristina Lombardo – Sergio Capraro
federicosecondo.org
mostrageneraledallachiesa.it
Organizzazione
Produzione
1982 > 2022 >>
Carlo Alberto dalla Chiesa
#40DallaChiesa
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Comando Generale
dell’Arma dei Carabinieri
mostrageneraledallachiesa.it
Con il sostegno di
Siciliacque
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