
(AGENPARL) – mer 30 agosto 2023 2022-191tu; Roma, 29/08/23-1
CONSIDERAZIONI BREVI SULLA PRECARIETA’ DEI CONTRATTI DI LAVORO E SULLE RETRIBUZIONI DEI LAVORATORI IN TOSCANA ED IN PROVINCIA DI FIRENZE
Nota scritta per Confcommercio Toscana
L’analisi congiunturale del mercato del lavoro realizzata dall’Irpet mostra come i numeri dell’occupazione in Toscana nel 2022 abbiano colmato il gap rispetto ai livelli pre-pandemici, inoltre, i dati sulle nuove assunzioni diffusi dal SIL Toscana certificano una ulteriore crescita anche nel primo trimestre del 2023. Non fa eccezione il comparto turistico, nel quale, oltre ad un aumento delle assunzioni in generale, si è assistito ad un incremento del numero dei contratti strutturati, un’evidenza che restituisce un quadro complessivo di minore precarizzazione rispetto al passato. La quota di lavoratori assunti con contratti a termine o in somministrazione resta tuttavia piuttosto elevata in tutta la regione e in modo trasversale ai diversi settori produttivi, un elemento che nel territorio fiorentino si configura come un fattore di accresciuta precarietà rispetto ad altre aree. Nell’analisi di questo quadro non possono essere trascurati alcuni fattori che incidono fortemente sulla capacità delle imprese di creare lavoro stabile ed adeguatamente retribuito.
Il primo elemento riguarda il clima di fiducia: nonostante il miglioramento delle aspettative rilevato in seguito al periodo pandemico, permane un certo livello di stagnazione nella fiducia delle imprese e di instabilità in quella dei consumatori.
Il secondo fattore capace di incidere negativamente sulla predisposizione all’utilizzo di forme contrattuali stabili è il cuneo fiscale che, secondo i dati OCSE, in Italia è stato pari al 45,9% nel 2022, posizionando il nostro paese al quinto posto nella graduatoria internazionale. Ma è soprattutto la composizione del cuneo fiscale a mostrare quanto la tassazione gravi sulle imprese. Ad esempio, mentre in Germania gli oneri per le aziende rappresentano la metà di quelli che ricadono sui lavoratori, in Italia sono proprio le prime a sostenerne la parte maggiore.
Infine, dal lato delle retribuzioni, gioverebbe una razionalizzazione e revisione dei Contratti Collettivi di Lavoro. Allo stato attuale, la proliferazione dei contratti, non tutti condivisi dalle principali sigle sindacali ed organizzazioni datoriali, espone maggiormente i lavoratori al rischio di un ribasso delle retribuzioni medie e a minori tutele.
La riduzione della precarizzazione e della polarizzazione che caratterizzano il mercato del lavoro, pertanto, non possono prescindere da azioni di miglioramento e revisione dei tanti fattori che influenzano il mercato del lavoro e, per il settore del turismo, fondamentale per il sistema Toscana, anche da un attento sviluppo di azioni volte alla destagionalizzazione dei flussi.