
(AGENPARL) – sab 22 luglio 2023 [logo_filiera.png]
DDL Cibo sintetico. Filiera Italia: “NO AL MEAT SOUNDING. Bene inserimento norma: usare nomi che ricordano la carne per cibi ultraprocessati e chimici è un inganno per il consumatore”
Roma, 22 luglio – “La chiarezza nei confronti dei cittadini consumatori dovrebbe rappresentare un obiettivo comune di tutto il comparto agroalimentare” dice Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia. “L’utilizzo della denominazione carne per prodotti costituiti da poche proteine vegetali e molti ingredienti ultratrasformati e chimici è inappropriato ed è il vero elemento di confusione ed inganno per i consumatori”.
“Abbiamo letto che chi produce questi prodotti ultratrasformati dichiara che da molti anni i consumatori li scelgono leggendo etichette “trasparenti”” dice l’amministratore delegato, ma secondo Filiera Italia ciò non corrisponde al vero, infatti la denominazione di vendita scritta grande richiama ingannevolmente il prodotto carne (hamburger, salame eccetera) mentre l’elenco ingredienti scritto in maniera microscopica, spesso illeggibile, riporta sigle e numeri incomprensibili ai più, che altro non sono che i tanti ingredienti chimici che servono per dare consistenza e sapore di carne a qualcosa che carne non è. “Oltre che ingannevole per il consumatore – precisa Scordamaglia – ció è irrispettoso per gli imprenditori zootecnici, veri produttori di eccellenze, la cui tutela passa anche per la giusta denominazione delle proprie produzioni che non può più lasciare spazio a doppie interpretazioni”.
Per tale motivo, secondo Filiera Italia, l’inserimento nel ddl sul cibo sintetico non mette in dubbio la natura dei prodotti a base di proteine diverse, bensì rappresenta un’opportunità per ridefinire, in un’ottica di corretta comunicazione verso i consumatori, le giuste denominazioni alle differenti produzioni agroalimentari. “Lodevole – conclude l’amministratore delegato – quindi l’iniziativa di contrastare il meat naming supportata da chi rappresenta la vera filiera agroalimentare italiana e non i cibi ultraprocessati ed omologanti”