
(AGENPARL) – mar 04 luglio 2023 (ACON) Trieste, 4 lug – “L’assessore Bini ? certamente ben informato sulla crisi Electrolux, visto che la sua azienda impegna nello stabilimento di Porcia una sessantina di persone, addette alle operazioni di pulizia e logistica. Tuttavia ho difficolt?, insieme ai circa 3.100 fra dipendenti e lavoratori dell’indotto, a sentirmi rassicurata dalle generiche promesse dei vertici aziendali sul mantenimento dello stabilimento senza depotenziamenti. Oppure da quelle della propriet? che, ricordo, ? la stessa di Wartsila che dice di voler continuare a investire nel nostro Paese, o da quelle del ministro Ciriani che non esclude il ricorso ai poteri straordinari del Golden Power per proteggere l’azienda dall’ingresso massiccio di azionisti stranieri, preservandone tecnologia e occupazione”. Lo afferma in una nota la consigliera Serena Pellegrino (Alleanza Verdi Sinistra), dopo aver interrogato l’assessore alle Attivit? produttive, Sergio Emidio Bini, illustrando la situazione di un’Electrolux “stretta tra due fronti: da una parte, la crisi congiunturale del mercato; dall’altra, le incognite e i silenzi su possibili cessioni, al momento congelate”. “I lavoratori dello stabilimento di Porcia e dell’indotto, rappresentati questa mattina in Consiglio regionale da una delegazione, lamentano e temono grandemente questa situazione di incertezza, sulla quale – spiega l’esponente di Avs – dominano sia il ricorso alla cassa integrazione che lo spettro della chiusura. Intanto, per?, i proprietari delle multinazionali si fanno sponsorizzare dallo Stato con la solita dinamica di rendere collettivi gli oneri e privati gli utili, strategia che consente di sopravvivere e comunque fare cassa”. “L’assessore Bini – conclude Pellegrino – ha definito prive di fondamento le voci su una trattativa per l’acquisizione di Electrolux da parte della cinese Midea, gi? socio di minoranza nella propriet? dell’azienda. Ne prendiamo atto, con il dubbio che comunque sia in corso una strategia simile a quella attuata per lo stabilimento Wartsila di Trieste. Quante volte si ? detto ‘dobbiamo attrarre capitali dall’estero’ ma, se non poniamo delle condizioni stringenti per la nostra salvaguardia, finisce che gli investitori stranieri, al primo starnuto, fanno armi e bagagli e se ne vanno. Non vorrei che ci trovassimo in una condizione simile, qualora dovessimo approvare la realizzazione dell’acciaieria con tre quarti di capitale ucraino”. ACON/COM/db 041402 LUG 23