
(AGENPARL) – mar 30 maggio 2023 *Pietro Lomonaco*, dirigente sportivo, è intervenuto su *Radio Marte* in *Forza
Napoli Sempre* condotto da Gianluca Gifuni:* "Il fatto che Spalletti avesse
questa fissa per lo scudetto ha potuto determinare questa scelta dell'anno
sabbatico. Spalletti pur avendo fatto delle stagioni importanti in
qualsiasi squadra dove lui sia andato, non era mai riuscito a coronare il
sogno dello scudetto. Adesso che è successo ci può anche stare che abbia
sentito il bisogno, appunto, di staccare la spina. Anche perché è meglio un
allenatore motivato di uno scarico. Forse lui e la società potevano essere
anche un pochino più chiari e pensarci un po' prima. Secondo me in
Spalletti la decisione è maturata già da qualche tempo. Non credo alle voci
che dicono di un'offerta a Luis Enrique da parte di De Laurentiis di 10 mln
di euro. Non ci credo perché una società che deve essere attenta ai bilanci
non può pagare un allenatore così tanto, anche perché non si tratta di un
tecnico molto migliore di Spalletti che ha ottenuto sempre ottimi
risultati. Io dico che non è facile per nessun tecnico andare ora a
prendere l'eredità di Spalletti anche perché il Napoli è una squadra in
evoluzione. Quindi può migliorare ancora tanto. Ribadisco, dunque, che
l'allenatore che dovrà sedere al posto di Spalletti ci penserà due o tre
volte. Ho i miei dubbi che la Fiorentina lasci andare Italiano ma, da un
punto di vista tecnico, il Napoli continuerebbe un certo percorso,
virtuoso, di costi contenuti e con un allenatore bravo, bravo, bravo.
Chiaramente Italiano non ha ancora la personalità che ha Spalletti, come
quella di affrontare una piazza come quella di Napoli che è veramente
tosta. È chiaro che se la società parla di Champions troverà la maniera di
proporre dei giocatori che siano all'altezza di Kim e Osimhen. In ogni caso
un difensore importante come Kim si trova; su Osimhen ci penserei due
miliardi di volte prima di liberarmene. E mi preparerei la strada con un
sostituto giovane”*
*Guido Trombetti*, politologo ed accademico, è intervenuto su *Radio Marte*
in *Forza Napoli Sempre* condotto da Gianluca Gifuni*: “Sono stupidaggini
che si dicono fino a 15 anni, “ti lascio perché ti amo troppo”, mentre
Spalletti è voluto uscire in maniera elegante. È chiaro che allenatore e
presidente hanno una differenza caratteriale troppo forte per poter
coesistere. Spalletti è stato un grandissimo maestro e dispiace a tutti che
se ne vada. D’altra parte, non si possono negare i meriti a De Laurentiis.
Per me è stucchevole che Enrique abbia rifiutato 10 mln di euro perché non
vuole pressioni. Per me sono chiacchiere da caffè. La verità la conoscono
il presidente ed Enrique. Io poi per lui non farei salti di gioia perché
dovrei vederlo all'opera. Spalletti lo abbiamo visto ed ha fatto cose
straordinarie, in particolare lavorando e migliorando i calciatori. Credo
che sia il nome giusto ma non sono abituato a celebrare prima di vedere il
risultato. Per quanto riguarda Italiano, secondo me non va nella fase
difensiva, è uno Zeman moderno. Thiago Motta nemmeno mi entusiasma. Non
saprei proprio che pesci prendere ecco perché ci vuole il colpo di scena
del presidente. Per me l'andata via di Spalletti ha aperto un grosso
problema però il presidente ci ha abituati a risolvere i problemi con dei
grandi colpi” *
*Massimo Brambati*, ex difensore ed opinionista, è intervenuto nel corso
della trasmissione *Marte Sport Live*, condotta da Dario Sarnataro, in onda
su *Radio Marte*: *“L’addio di Spalletti me lo aspettavo, perché conosco
abbastanza bene Luciano e so che lui antepone l’aspetto umano a quello
professionale o almeno li mette sullo stesso livello. Ha pensato a lungo a
questa decisione, evidentemente e se preferisce stare fermo per un anno è
perché è stanco. Ha capito che Napoli forse ha bisogno di altro, è stato
molto onesto intellettualmente. Spalletti ha grandi meriti per lo scudetto
vinto, tenere gli equilibri con un presidente così non è affatto facile. Ha
dato tutto alla causa e già il fatto che abbia vissuto nel centro sportivo
senza la famiglia da’ la misura della sua totale dedizione al Napoli,
gettandosi a 360 gradi in questa esperienza. Credo che lui abbia fatto da
scudo alla squadra e forse ha utilizzato questo non perfetto allineamento
con il presidente come una risorsa, ovvero facendo quadrato e tutt’uno con
i calciatori. Il suo è stato un capolavoro, perché l’alchimia tattica, di
gioco e di unione tra i calciatori è stata straordinaria”*