
(AGENPARL) – ven 26 maggio 2023 *COMUNICATO STAMPA*
*Ue: Cia, allevamenti rientrati in direttiva emissioni industriali.
Ingiusto voto Commissione Ambiente *
*Ribaltato parere Comagri. Ora a lavoro in vista della plenaria del
Parlamento: rischi enormi per tenuta comparto, approvvigionamenti e aree
rurali*
Roma, 26 mag – Ignorate del tutto le istanze del settore agricolo e
zootecnico. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il voto della
Commissione Ambiente del Parlamento Ue, che ha reinserito gli allevamenti
bovini nella nuova direttiva sulle emissioni industriali, ribaltando
completamente il parere della Commissione Agricoltura di fine aprile che
aveva escluso il comparto dalla proposta legislativa europea.
È ingiusto e scorretto equiparare la zootecnia a settori
altamente industrializzati -ribadisce Cia-. Gli agricoltori sono
continuamente impegnati a ridurre l’impatto ambientale delle loro attività
con pratiche sostenibili, tanto che oggi in Ue l’incidenza degli
allevamenti sulle emissioni complessive si colloca tra il 7% e il 10%.
Ancora meglio fa l’Italia, dove le emissioni di CO2 della zootecnia
rappresentano il 5% del totale.
Gli emendamenti approvati dalla Commissione Ambiente del
Parlamento Ue, invece, fanno rientrare gli allevamenti bovini, da 300 unità
in poi, nel campo di applicazione della direttiva sulle emissioni e
abbassano la soglia a 200 unità per gli allevamenti di suini e pollame e a
250 per gli allevamenti misti. Una decisione -osserva Cia- che non tiene
conto né degli sforzi costanti delle aziende agricole per impattare sempre
meno sul clima, né del fatto che la produzione zootecnica svolge una
pluralità di funzioni primarie: assicura cibo ai cittadini, preserva
biodiversità e territori, crea valore e occupazione nelle aree rurali e
marginali, è indispensabile per lo sviluppo del biogas.
Il Parlamento Ue adotterà la sua posizione finale sul testo
nella plenaria di metà giugno -ricorda Cia-. Fino ad allora, la
Confederazione continuerà a lavorare con tutti gli europarlamentari per
sostenere le ragioni del settore, nonostante i negoziati in salita. Non si
può non tenere conto del parere degli agricoltori, e della Comagri stessa,
di lasciare fuori gli allevamenti dalla proposta di revisione della
direttiva sulle emissioni industriali. Altrimenti si rischia la chiusura e
il fallimento di migliaia di stalle, compromettendo la capacità di
approvvigionamento comunitario e aumentando l’import da Paesi terzi, con
effetti negativi sulla sicurezza alimentare e sulla sostenibilità
ambientale.
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