
(AGENPARL) – mar 18 aprile 2023 Movimento 5 Stelle – Lombardia – Ufficio stampa Non vedi correttamente il messaggio?
Brescia -M5S Lombardia: Arriva in Parlamento e in Regione la questione dello sfruttamento dei lavoratori lombardi della cultura
La questione dello sfruttamento dei lavoratori della cultura nei siti museali della Val Camonica arriva sui banchi del Parlamento, con una interpellanza pentastellata dell’On. Valentina Barzotti e con una interrogazione a Regione Lombardia della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Paola Pollini.
La richiesta è secca ma contiene tutto il dramma dello sfruttamento del lavoro dei giovani.
Paola Pollini (M5S Lombardia): “Abbiamo chiesto a Regione e al Ministro della Cultura se sono a conoscenza, e come intendono procedere, del contratto di lavoro dei dipendenti della COSMOPOL che prestano servizio presso gli 11 siti museali, tra i quali i tre siti della Valle Camonica, che fanno riferimento al CCNL Vigilanza privata e Servizi Fiduciari e non al CCNL dei lavoratori della cultura. Sottopagati e arruolati a fare un lavoro che nemmeno gli compete, ma che svolgono, comunque, con passione e dedizione. I lavoratori della cultura all’interno dei siti museali, non svolgono solo attività di vigilanza ma si occupano anche di accoglienza dell’utenza rispondendo a molteplici domande anche di natura tecnica/storica afferenti ai siti in questione e che gli stessi dipendenti hanno provveduto in autonomia a formarsi. Inoltre hanno segnalato che spesso devono occuparsi dell’apertura e della chiusura, mansione che non spetta a loro”.
Il contratto prevede una retribuzione lorda mensile di 372,00 euro per 16 ore settimanali per una retribuzione oraria di euro 5,87 euro/ora ovvero 6,25 euro/ora. Tale importo è frutto di una contrattazione sindacale nata dopo che i lavoratori, già impiegati sui siti camuni, avevano incrociato le braccia chiedendo maggiori garanzie e una retribuzione maggiore. La retribuzione oraria inizialmente proposta dalla ditta era di euro 5,37.
I lavoratori hanno per la prima volta manifestato il loro dissenso incrociando le braccia e rifiutandosi di firmare il nuovo contratto. Di fronte alla minaccia di sostituzioni da parte della società in appalto, hanno dovuto cedere e hanno firmato, pur di non perdere il lavoro, per un aumento irrisorio, che loro stessi considerano umiliante, decidendo comunque di proseguire la loro lotta.
Milano 18/04/2023
20124 Milano