
(AGENPARL) – ven 07 aprile 2023 Verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione
informativo, citando la fonte. Sono vietati tutti gli altri utilizzi, salvo espresso consenso di
Barack Obama The Audacity of Hope – Vintage 2008
L’empatia ha i suoi meriti. Può essere una grande fonte
di piacere nell’arte, nella narrativa e nello sport, e può
volte può spronarci a fare del bene. Ma nel complesso,
politiche irrazionali e ingiuste, può corrodere alcune
relazioni importanti, come quella tra un medico e un
paziente, e peggiorare il nostro essere amici, genitori,
di empatia – la capacità di metterci nei panni di qualcun
altro; per vedere il mondo attraverso gli occhi di coloro
che ha perso tutto ciò che ha costruito insieme quando
la tempesta è arrivata in città. Se pensate in questo
Premesse
Rappresentanze sociali
L’empatia nei processi decisionali
psicologi Drew Westen, Stefan Haman e Clint Kilts selezionarono due
il secondo da altrettanti non meno convinti repubblicani. Collegarono,
dunque, ciascuno di loro ad una macchina che attraverso la risonanza
quello democratico (John Kerry), molte delle quali denunciavano evidenti
contraddizioni. Come sospettavano, la stragrande maggioranza dei
militanti democratici percepì nitidamente le contraddizioni di Bush, mentre
non avvertì quelle di Kerry. E viceversa.
Ancora. Questa volta la ricerca è stata condotta dagli psicologi
americani Nalini Ambady e Bob Rosental. Selezionato il solito campione
rappresentativo di cittadini statunitensi, mostrarono loro dei video lunghi
appena una trentina di secondi nei quali, uno dopo l’altro, si vedeva il
volto di alcuni professori universitari ripresi mentre tenevano la loro lezione
all’inizio del semestre. Impossibile, però, ascoltarne la voce o percepire
tenore dei loro argomenti: l’audio era stato disattivato. Alle “cavie” fu
e più . Ebbene, il loro parere (lo ricordiamo: frutto
di pure sensazioni) nella quasi totalità dei casi coincise con il parere che
gli studenti di quegli stessi professori formularono al termine dei corsi
semestrali, dunque sulla base di un’esperienza concreta.
Questo per dire che i giudizi umani sono spesso frutto di preconcetti o
dinamiche irrazionali e che la cosiddetta empatia può essere intesa anche
come un dono di natura: o ce l’hai o non ce l’hai. Quel che vale per le
pubblici o istituzionali. Un esempio. Nei primi anni Novanta, sulla scia di
Mani Pulite, l’indice di popolarità della magistratura era alle stelle. Oggi,
sulla scia del caso Palamara, dalle stelle è precipitato alle stalle. Eppure il
I bassi indici di empatia che i cittadini italiani attribuiscono a istituzioni,
sociali, i politici e le rappresentanze sociali e i giornalisti, le rappresentanze
sociali si attaccano tra loro e attaccano giornalisti e istituzioni. Tutti si
delegittimano, l’immagine di nessuno se ne avvantaggia. Proposta
rivoluzionaria: e se ciascuno svolgesse il proprio ruolo col massimo della
dedizione, del realismo e del senso del dovere possibile?
Andrea Cangini – Segretario generale Fondazione Luigi Einaudi
L’idea di un’indagine sul grado di empatia nell’ambito dei processi
decisionali e di informazione è nata sulla spinta di numerosi commenti
conseguenza di eventi imprevedibili, come la pandemia e la perdurante crisi
economica divenuta poi anche crisi energetica. Ci riferiamo, ad esempio,
alla comune convinzione che la società italiana sia sempre più divisa – si
momenti, ad esempio quelli sportivi. Oppure alla forza e all’uso dei social
media che nella loro insita pervasività sembrano agire come catalizzatori
di schieramenti da un lato e come portatori di disinformazione dall’altro.
dei mezzi di informazione sull’agenda politica, accompagnata dalla scarsa
qualità o competenza dei nostri apparati istituzionali e burocratici.
persistenze. In un noto discorso all’Assemblea nazionale della Democrazia
Cristiana, l’allora presidente Aldo Moro utilizzò l’espressione “un Paese
guasto, arrugginito”, per descrivere l’Italia di quegli anni. La sensazione
è che anche oggi nel nostro Paese ci sia un guasto, tanta ruggine che
impedisce al sistema di funzionare, facendoci perdere molte opportunità
non solo di crescita economica ma anche culturali e d’innovazione. Quello
che ci siamo chiesti quindi è se sia possibile, attraverso l’utilizzo di un
elemento psicologico, di un sentimento, contribuire a conoscere meglio le
ragioni del guasto o quanto meno se sia possibile individuare gli elementi
per rimuovere un po’ di questa ruggine nelle dinamiche sociali.
Si tratta quindi di un primo tentativo sperimentale che non ha l’ambizione di
– più o meno radicate – persistenze di giudizio. Piuttosto ha lo scopo
all’interno del nostro sistema decisionale e d’informazione attraverso la
lente di un elemento psicologico. Uno sguardo frutto appunto di esperienze
In questo senso, si tratta di un’indagine innovativa di carattere qualitativo
d’indagine. Chissà che in futuro, lavorando ulteriormente sullo strumento
non si riesca ad introdurre, all’interno dei diversi Indici di misurazione del
benessere e dello sviluppo del Paese, questi elementi intangibili legati
Francesco Schlitzer – Amministratore delegato VERA Studio
Perchè un indice di
Abbiamo cercato di trovare un elemento d’indagine che potesse
presunte – spaccature sociali. Un elemento psicologico sottostante
che potesse fornirci delle risposte, certamente parziali, ma
è quello che ci è sembrato più adatto da usare.
esperti più autorevoli di noi, per focalizzare meglio la nostra indagine
empatia. Gli studiosi hanno, infatti, punti di vista molto diversi fra loro
il sentimento produce. Alcuni negano persino che l’empatia possa
l’ira o il senso di ingiustizia, a produrre i cambiamenti.
Per tale ragione, agli intervistati è stato precisato che il termine
condivisione, di osservazione o di ascolto. Empatia, quindi, come
risposta ai bisogni, come motore di scelte verso il mondo esterno.
come pura vicinanza all’altro. Come consapevolezza del proprio
ruolo. In una prospettiva più ampia, empatia come capacità di
ridurre il rischio di danneggiare un gruppo sociale e di raccoglierne
un consenso consapevole e non di pura convenienza. Empatia,
rapporti sociali che si sviluppano all’interno di un terreno istituzionale
Quello che abbiamo inteso misurare è infatti la percezione del grado
di empatia nel processo decisionale pubblico, in un percorso quindi
evolutivo come è appunto quello delle relazioni tra Corpi Sociali.
La struttura del questionario e i tre ambiti selezionati – Ascolto,
Persuasione e Cambiamento – erano funzionali proprio a condurre
l’intervistato a dare risposte coerenti con tale accezione, riferita al
processo decisionale pubblico.
L’empatia nei processi
con: Istituzioni, Mezzi di informazione e Rappresentanze Sociali.
Al panel abbiamo chiesto di esprimere, mediante un’intervista, un
giudizio articolato sull’empatia dei tre Corpi Sociali che giocano un
ruolo da protagonisti sia nell’ambito della costruzione delle regole che
in quello della (in)formazione dell’opinione pubblica. Si tratta, quindi,
di un’analisi dei giudizi empirici frutto dell’esperienza professionale
L’indagine si è posta l’obiettivo di chiedere a un panel selezionato di
100 esperti un giudizio sulla capacità del nostro sistema di ascoltare,
intercettare e rispondere ai bisogni del Paese.
La ricerca è stata condotta tramite interviste singole approfondite,
esterne e istituzionali.
I dati dell’indagine sono stati studiati e rielaborati dai ricercatori con
l’obiettivo di conseguire due tipologie di risultato:
un’analisi approfondita delle posizioni espresse e argomentate
nel corso delle interviste, con l’obiettivo di fornire spunti di
soluzioni ai problemi emersi;
dati percentuali e punteggi, che sono stati calcolati utilizzando
la Scala Cantril*, riferiti alle tre categorie considerate (quindi,
un voto alla capacità di ascolto, di persuasione e di
cambiamento per Istituzioni, Media e Rappresentanze sociali).
la corrispondenza tra ciò che veniva formulato e argomentato
Le categorie prese in considerazione sono le seguenti:
TRASPORTI
TLC E DIGITALE
CULTURA
E SERVIZI
Descrizione dell’indagine
*Nota: La Scala Cantril consiste nel far assegnare un punteggio compreso tra 1 e 10 (o da 0 a 10)
Politicamente
Burocrazia
Mainstream
Autoreferenzialità
Le parole ricorrenti:
rispondere ai quesiti e alle sollecitazioni dei ricercatori mostrando
particolare interesse e apprezzando l’originalità della prospettiva
dell’indagine. Il panel si è ritrovato nei tre elementi che compongono
Una prima considerazione da evidenziare è che all’interno dei giudizi
caratteristiche e le esperienze professionali degli intervistati fossero
esperienze professionali vissute, lasciano supporre che tali opinioni
siano consolidate e indipendenti dal contesto che stiamo vivendo.
Quest’indagine infatti segue un periodo molto particolare, legato alla
dell’Ucraina. Ci saremmo quindi aspettati molte considerazioni o
riferimenti a queste esperienze recenti che hanno toccato tutti noi.
In realtà gli intervistati non hanno associato il giudizio sull’empatia
lockdown, dove sembrava che l’Italia avesse ritrovato uno spirito
persone soprattutto anziane e lo straordinario impegno della classe
Ebbene solo due degli intervistati hanno associato l’empatia a
questo periodo recente e anche così straordinario.
In generale il panel è apparso molto critico verso le tre categorie. I
argomentati con degli esempi o attraverso le esperienze professionali
di rassegnazione verso il Sistema Paese. Le tre categorie vengono
descritte come incapaci di cambiare, se non grazie a fattori esterni
o perché costrette ad agire dagli eventi. Un Paese seduto a cui
mancherebbe lo scatto in avanti. Il racconto delle interviste trasmette
azioni e delle soluzioni proposte dai Corpi Sociali. Questo ripetersi
non sembra valere solo per le Istituzioni, che certamente hanno più
vincoli nell’agire, ma anche per il settore dell’informazione e delle
rappresentanze sociali le quali, anziché costituire una spinta verso il
Il sentimento prevalente
decisore pubblico, si limitano a adattarsi al contesto con l’obiettivo
di preservare quanto già conquistato. Agli occhi del panel vi è una
decisionali sia da parte dei Media che delle rappresentanze sociali. I
Media perché considerati troppo vicini al potere e poco indipendenti
mentre le rappresentanze sociali perché viste come eccessivamente
più alla politica e alle Istituzioni perché legate al consenso elettorale
e perché costrette a muoversi all’interno di un quadro complesso di
verso l’apparato amministrativo-burocratico considerato l’ostacolo
Da quest’indagine ci pare di poter ritrovare quella che il Prof.
Giuseppe De Rita ha descritto come una prolungata fase di latenza
nel nostro Paese. Un Paese fermo, impantanato che non è in grado
né di andare avanti né di tornare indietro.
Un’ultima considerazione che ci ha colpito. Nessuno degli intervistati
ha fatto riferimento ad una propria esperienza positiva durante la
quale – all’interno di una “relazione empatica” – sia poi scaturita
un’azione, una decisione o un cambiamento considerato utile.
siano stati ma piuttosto che non siano stati così rilevanti da essere
L’EISI 2023 corrisponde a:
Nota: tale indicatore è il risultato di una media ponderata calcolata su un punteggio da 1 a 10, messo a
confronto con una scala valoriale composta da “per nulla”, “poco”, “abbastanza” e “molto”.
Le Istituzioni sono viste distanti. La capacità di ascolto percepita è solo di carattere
formale o alle volte puramente strumentale per raccogliere un primo consenso.
Manca la reale volontà di immedesimarsi nella situazione della controparte.
All’interno delle Istituzioni, ai politici (in quanto cariche elettive) viene riconosciuto
spesso citato è quello delle audizioni parlamentari. Mentre per quanto riguarda
burocrazia sembrano infatti essere indirizzate non all’interesse delle Comunità ma
piuttosto all’interno della stessa macchina amministrativa. Una funzione di servizio
pubblico intesa più come servizio al diretto riporto politico-gerarchico che a quello
del cittadino o del gruppo sociale. Una burocrazia quindi chiusa in difesa delle sue
prerogative.
In tema di persuasione, intesa come competenza e quindi capacità sia di recepire
che di indirizzare le scelte pubbliche, le Istituzioni non sono considerate adeguate.
A giudizio degli intervistati, alla classe politica sembra mancare la capacità di
promuovere una visione più ampia e a lungo termine della società. Spesso rincorre
i problemi o nel peggiore dei casi li ignora. Un altro aspetto che viene osservato
è la mancanza di idee e approcci originali alla soluzione dei problemi. Istituzioni
e quindi per nulla persuasivi. Gli intervistati riconoscono viceversa competenza
all’alta burocrazia ma spesso la percepiscono come una competenza “fredda”
autorevole ma ostativa e poco umile.
In generale, gli intervistati giudicano le Istituzioni poco inclini al cambiamento. Sotto
rispetto alla burocrazia, soprattutto la burocrazia a livello centrale. Una burocrazia
complessità delle procedure ad impedire o scoraggiare i cambiamenti. Sono stati
citati il PNRR o l’emergenza pandemica come esempi di cambiamento dovuti più
a fattori esterni o emergenze che ad una capacità di innovazione programmata.
ascoltare
persuadere
Il panel ritiene che la classe politica sia eccessivamente condizionata
dalla ricerca del consenso a scapito del ruolo di indirizzo politico.
per rincorrere temi e/o posizionarsi di volta in volta, indebolisce ed
delle rispettive posizioni politiche. Ne consegue un giudizio di scarsa
autorevolezza.
burocrazia abbiano bisogno di dotarsi di percorsi formativi innovativi
I partiti politici andrebbero riformati al loro interno prevedendo
meccanismi di selezione e formazione più strutturati. Il fatto che
una causa della carenza di approfondimento delle issue e quindi di
preparazione delle leadership stesse.
amministrativi e poco aperta al mondo esterno. Le scuole di alta
dell’apertura al mondo esterno. Ad esempio, introducendo
presente e contribuisce alla formazione stessa. Lo stesso dicasi per
dovrebbero essere resi molto più agevoli e frequenti.
Italy is in decadence?”. Lui gli rispose: “Yes, it’s about 400
Nota: i punteggi indicati e i valori espressi corrispondono a medie calcolate sui voti e i giudizi espressi
dagli intervistati.
dagli intervistati. Tuttavia, gli intervistati hanno spesso fatto riferimento ad una
della notizia in sé. Un ascolto che appare interessato e dovuto principalmente alle
ed editori, salvo poche eccezioni, è ritenuto molto condizionante. Sul tema il panel
appare diviso tra chi ritiene che i Media non siano in grado di raccontare il Paese
reale e coloro che al contrario ritengono che tendono viceversa a raccontare solo
La maggior parte degli intervistati ritiene i Media poco persuasivi perché non
autorevoli e soprattutto non indipendenti. Il tema della mancanza di indipendenza
nel panel è molto sentito e ritenuto un serio problema. La proprietà in capo a
perché questi assetti condizionano la libertà del giornalista. La mancanza di
autorevolezza avrebbe allontanato i lettori e dato ancor più spazio al fenomeno
della disintermediazione (digitale) dell’informazione, alimentando notizie false,
incomplete o approssimative. Il termine persuasione in questo ambito è inteso –
della qualità della professione e soprattutto il fenomeno dello sfruttamento dei
giornalisti più giovani e privi di tutele.
I Media vengono percepiti come quelli più aperti ai cambiamenti, ma più in risposta
alle nuove modalità di consumo delle notizie dovuto soprattutto all’avvento
del digitale. Al cambiamento però non deve essere associata la valenza di
“innovazione”. I Media non sono considerati innovativi ma semmai dei follower che
hanno dovuto inseguire – e tutt’ora inseguono – l’avvento e le novità del digitale e
dei social-media. Inoltre, questo cambiamento viene visto come un degrado, un
peggioramento delle notizie intese come rilevanza dei temi proposti nell’agenda.
Le pagine web spesso collocano visivamente sullo stesso piano fenomeni come la
guerra accanto a notizie di “gossip”. Cambiamento quindi inteso come operazione
ascoltare
persuadere
Il tema degli assetti proprietari e quindi dell’indipendenza nel
settore dell’informazione appare centrale agli occhi degli intervistati.
Nessuno sa dare delle indicazioni su come possa essere risolto
un’informazione libera perché la gran parte dei cittadini non accede
a questa pluralità. Questo aspetto appare un elemento che mina non
solo il ruolo dell’informazione ma anche quello culturale del Paese
perché tende principalmente ad alimentare e radicare convinzioni
o posizioni precostituite. Il digitale non sembra aver migliorato
questa situazione, semmai l’ha ulteriormente aggravata. Sotto il
il fenomeno delle fake news ha fortemente indebolito tutto il sistema
Diversi intervistati hanno sottolineato che l’intreccio economico
un’alterazione dell’equilibrio dell’informazione a vantaggio delle
Sul tema della professione e delle nuove leve di giornalisti invece il
panel ha le idee chiare nel sostenere la necessità di un forte ricambio
generazionale. La percezione che nelle redazioni esista una casta
iper-garantita a scapito delle giovani generazioni è netta. Il tema dello
sfruttamento economico dei giovani giornalisti non solo viene visto
come un elemento di ingiustizia ma anche di implicita svalorizzazione
della stessa professione.
Nota: i punteggi indicati e i valori espressi corrispondono a medie calcolate sui voti e i giudizi espressi
dagli intervistati.
Rappresentanze sociali
Rappresentanze sociali incapaci di ascoltare e di essere piuttosto chiuse in se
stesse e coloro che invece ritengono sappiano ascoltare i propri associati. Va
carattere formale-istituzionale al quale non fa raramente seguito una decisione o
una scelta. Un ascolto per così dire seduto e poco incline a recepire le istanze.
sistema della rappresentanza.
Sul tema della persuasione le Rappresentanze sociali da un lato sono considerate
competenti per natura, intesa come conoscenza dei temi d’interesse. Alla
competenza però non corrisponde né un’autorevolezza né una capacità di
persuasione poiché è vista essenzialmente come a difesa di posizioni e anche di
idee superate. Il giudizio è quindi di un modello di rappresentanza eccessivamente
corporativo e poco attento a considerare i bisogni e gli interessi delle controparti.
Alcuni hanno attribuito la scarsa autorevolezza al fenomeno che le posizioni di
vertice delle Rappresentanze sociali vengono spesso utilizzate per scopi di politici
Il panel ritiene che le Rappresentanze sociali siano poco inclini al cambiamento.
La loro stessa natura le renderebbe conservative e corporative ed è la principale
ascoltare
persuadere
Secondo il panel il modello di rappresentanza andrebbe
profondamente ripensato soprattutto in un’ottica di condivisione e
di scarsa capacità di rappresentanza e di autorevolezza. Nel panel
odierno di queste organizzazioni che appaiono più un’eredità di
stagioni passate. Il lobbismo, così come oggi viene inteso, non
né per il Sistema Paese. Per il panel andrebbero individuati nuovi
modelli e nuove sedi di confronto che superino i vecchi schemi
contrapposti. La soluzione, quindi, non sembra risiedere in nuove
regole o nel creare nuovi soggetti quanto in un cambio culturale.
Va sottolineato che, molti degli intervistati fanno parte, per ragioni
professionali, del sistema di Rappresentanze e tuttavia questo non
gli ha impedito di esprimere un giudizio critico. Nel corso delle
interviste è emersa in maniera chiara l’esigenza di un ruolo molto
più sociale dell’impresa e quindi delle stesse Rappresentanze.
Si potrebbe dedurre che il tema della responsabilità sociale sia
più presente nelle singole aziende che nelle organizzazioni di
rappresentanza.
Nota: i punteggi indicati e i valori espressi corrispondono a medie calcolate sui voti e i giudizi espressi
dagli intervistati.
Da questa prima indagine possiamo trarre alcuni interessanti
elementi per ulteriori approfondimenti.
confermando che i tre elementi che la presente ricerca individua
come costituenti l’empatia sono rilevanti all’interno dei processi
decisionali – non solo nell’ascolto, ma anche nelle azioni di risposta
ai bisogni. Nella quotidianità delle relazioni e del dialogo sociale
Il secondo elemento è dato dai giudizi, sintetizzati nei valori della
Scala di Cantril, che ci dicono che l’empatia nel nostro Sistema
giudizio negativo. Il panel fornisce motivazioni piuttosto puntuali,
ulteriore distinguo in riferimento alle Istituzioni, nell’ambito delle quali
ricavato dai giudizi espressi le possibili aree di miglioramento. Tali
dalle varie componenti delle tre categorie.
Per quanto riguarda il livello politico, il panel giudica la classe
alti della rappresentanza. Le risposte ai bisogni spesso arrivano
più dal livello locale che da quello nazionale. Quest’ultimo appare
piuttosto distante anche nell’ascolto. Infatti, molte iniziative in
ambito governativo e parlamentare vengono giudicate alla stregua
condivisione dei problemi. Il panel registra una scarsa capacità di
programmazione delle decisioni politiche che li riguardano e, per tale
ragione, si sente spesso coinvolto “a cose fatte”. Questo aspetto,
a giudizio degli intervistati, è anche dovuto al fatto che sono state
indebolite le strutture intermedie e di supporto nei partiti politici con
Conclusioni – L’empatia è
panel sembra preferire decisamente un modello di rappresentanza
con l’esterno.
Diverso il giudizio sulla burocrazia che, pur essendo dotata di
una elevata competenza “procedurale”, non sembra in grado di
rispondere alle necessità sia dei cittadini che delle organizzazioni. In
sostanza, per gli intervistati la nostra burocrazia conosce a menadito
il procedimento amministrativo che utilizza spesso come strumento
di conoscenze tecniche aggiornate né della capacità di individuare
delle soluzioni innovative. Un altro aspetto emerso nelle interviste è
la scarsa consapevolezza dell’importanza del fattore “tempo”, non
solo per il mondo produttivo ma anche per quello sociale.
Aree di miglioramento
ascoltare maggiormente il mondo esterno, anche al di fuori
dei canali istituzionali tradizionali
maggiore programmazione e misurazione dei risultati.
Livello Burocratico:
riconsiderare la propria funzione sociale
avviare percorsi di aggiornamento professionale (più
management e meno procedure)
incentivare i confronti e scambi di esperienze con il mondo
privato e del terzo settore.
riportare i fatti (fact-checking). Una fretta che è dovuta soprattutto
alla necessità di rispondere al fenomeno della disintermediazione
digitale dell’informazione. Gli intervistati esprimono da questo
di pregiudizi. Soprattutto da parte di quei Media che sono schierati
sui fatti è, ad avviso del panel, anche dovuta all’utilizzo di giovani
professionisti sottopagati, un fenomeno che sembra riguardare sia
scarsità di risorse economiche, porta i grandi quotidiani a dipendere
eccessivamente dagli investitori pubblicitari. Il termine “marchette”
Aree di miglioramento
riconquistare autorevolezza anche per contribuire a
ricomporre le divisioni nella società.
disporre di maggiore indipendenza dai gruppi economico-
valorizzare i giovani professionisti.
Rappresentanze sociali
Il modello attuale di rappresentanza sociale è considerato superato.
Sia le organizzazioni datoriali che quelle sindacali, ancorché
giudicate competenti, appaiono più come organizzazioni a difesa di
che di rappresentanza per. Gli intervistati lamentano verso queste
organizzazioni una visione eccessivamente corporativa che non
adottate o le risposte ai problemi appaiono spesso tardive – vedi
il tema della regolamentazione delle realtà che operano attraverso
piattaforme digitali – e non sempre rispecchiano una visione condivisa.
posizioni dei soggetti rappresentati. Gli intervistati lasciano spesso
intendere che le realtà in cui lavorano agiscono indipendentemente
dalla posizione dell’organizzazione di appartenenza. Sui temi della
sostenibilità di impresa e le politiche cd. ESG le rappresentanze
appaiono piuttosto indietro rispetto agli stessi soggetti rappresentati.
Aree di miglioramento
innovare i propri modelli di rappresentanza
praticare un lobbismo responsabile che porti a vantaggi
Per quanto riguarda il futuro dell’Indice EISI, pensiamo che valga la
pena approfondire questo strumento, attivando delle collaborazioni
dell’indagine. Ad esempio, avviare iniziative per dare maggior peso
alla gestione manageriale dei processi decisionali all’interno dei
corsi della Pubblica Amministrazione o – perché no – a costruire
una nuova e ambiziosa scuola di Alta Formazione Pubblica. Oppure
stimolare una discussione nelle rappresentanze sociali su come si
del lobbismo responsabile.
Senza voler apparire ingenui, speriamo che questo primo passo
sociale che oggi appare andare in mille direzioni diverse, senza avere
Il campione degli intervistati è stato selezionato sulla base dei
seguenti criteri. Sono stati individuati diversi settori professionali
così da garantire un’adeguata varietà di esperienze e competenze
società attive nel Nord, Centro e Sud Italia. La maggior parte dei
e i 55 anni. Il motivo è collegato al fatto che sono state selezionate
Si sono resi disponibili a partecipare 70 sui 100 professionisti
contattati. I ricercatori hanno inviato a ciascun intervistato un
di porre il panel al corrente dei contenuti prima dello svolgimento
dell’intervista. Ciascuna intervista è durata tra i 45 e i 60 minuti
e si è svolta in videoconferenza. Tale modalità di svolgimento ha
permesso di confrontarsi con ciascun intervistato, instaurando un
ogni posizione espressa.
Partendo dal concetto di empatia come “metro” per misurare la
organi di informazione e rappresentanza, a ciascun intervistato è
stato chiesto di esprimere e argomentare un giudizio sul livello di
empatia di tre categorie: Istituzioni, Media e Rappresentanze sociali.
Per ciascuna categoria sono stati presi in considerazione tre
indicatori: ascolto, persuasione e cambiamento. Queste ultime sono
l’obiettivo di approfondire l’aspetto relazionale così come quello
della “messa in pratica” delle istanze risultanti dall’ascolto e dalla
compressione delle posizioni altrui.
Il questionario conteneva un elenco di nove domande aperte, a cui
opinioni. L’intervistato è stato chiamato ad esprimersi su aspetti
per l’ascolto: la capacità di riconoscere i bisogni e individuare
le priorità, di immedesimarsi con i propri interlocutori e di
essere indipendenti (ad esempio, da pregiudizi o da
soggetti più forti / autorevoli);
per la persuasione: intesa in senso positivo, come
capacità di promuovere le proprie idee o di cambiare le
proprie posizioni.
per il cambiamento: il grado di disponibilità e apertura al
confronto con interlocutori che esprimono interessi e
soluzioni innovative o, al contrario, la tendenza a opporre
stato chiesto di esprimere un giudizio su una scala valoriale che
esprimere un valore complessivo da 1 a 10 (Scala Cantril) riferito
alle tre categorie considerate (quindi, un voto alla capacità di
ascolto, di persuasione e di cambiamento per Istituzioni, Media
e Rappresentanze sociali).
Questo metodo di lavoro ha consentito di ottenere risultati
soddisfacenti in termini qualitativi di argomentazione,