(AGENPARL) – mer 22 marzo 2023 [image.png]
DEMOCRAZIA CRISTIANA
DESIDERI (D.C.): IL NOSTRO PLURALISMO DELL’INFORMAZIONE ESCLUDE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA, COME MAI…?
Nella nostra Carta Costituzionale, all’articolo 21, c’è scritto: ”Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure…”, questo concetto è ribadito, altresì, dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, laddove la stessa, all’articolo 11, recita:”…Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. La libertà dei media ed il loro pluralismo sono rispettati…”. Nonostante questi due fondamentali capisaldi delle nostre libertà, stranamente, la notizia che dopo oltre 40 anni, e dopo tanti pronunciamenti degli organismi giudiziali italiani, il partito della Democrazia Cristiana, che tanta libertà e progresso ha garantito all’Italia dal 1948 ad oggi, sia tornato a svolgere il suo congresso, eleggendo i suoi organismi statutari e rimettendo al centro della politica italiana i suoi valori e principi, non ha avuto – tranne rarissimi casi, cui va il nostro ringraziamento – la benché minima attenzione da parte dei media, alla faccia del pluralismo dell’informazione, cui va tutto il nostro rispetto; ha dichiarato Fabio Desideri, portavoce e coordinatore politico della Democrazia Cristiana.
Stranamente il mondo della comunicazione di oggi sembra essere più attento a questo o quell’altro post dell’influencer di turno, piuttosto che alla riorganizzazione di un partito che, forse più di altri, contribuì dall’anno 1954 al pluralismo dell’informazione, realizzando la televisione italiana, la Rai, come Servizio Pubblico, e non solo come occasione di intrattenimento, bensì anche come strumento di educazione e informazione.
Proprio a quel partito cui per molti aspetti si deve il pluralismo dell’informazione che abbiamo oggi in Italia, il sistema attuale dei media, nel suo complesso, non ha dedicato un minimo di attenzione e di divulgazione, non informando gli italiani ( proprio lo scopo che dovrebbero avere…) del ritorno al centro del sistema politico di un partito che qualcuno voleva sciogliere, togliere di mezzo, ma che non è stato mai sciolto come le sentenze statuiscono, e che – dopo aver celebrato il suo 19esimo congresso, il 17 e 18 febbraio scorsi – torna ad essere protagonista della politica italiana, come in un recente sondaggio il 24 per cento degli italiani desidererebbe avere nel nostro panorama politico.
Ma forse il problema è proprio in questa considerazione: preso atto del grande astensionismo elettorale, ormai vota meno del 40 per cento degli italiani, della forte polarizzazione della nostra politica tra destra e sinistra, dell’esigenza di circa un quarto degli italiani di riconoscersi in un partito di centro, cattolico, strutturato sui valori fondamentali dell’umanità, far sapere ai nostri concittadini che la Democrazia Cristiana, con grandi sacrifici, per così dire “si è rimessa in cammino”, potrebbe avere un effetto travolgente sul sistema politico italiano, sui suoi attuali equilibri numerici, contribuendo non poco – in vista delle prossime elezioni europee – a rafforzare il P.P.E. cui il nostro partito appartiene dalla sua fondazione, ha aggiunto Desideri.
Forse questa considerazione può essere troppo forte e far intravedere anche un possibile rischio per il nostro pluralismo informativo, ma il miglior modo per eliminare tale “rischio” è quello di garantire uno spazio di visibilità sui media anche al nostro partito. Anche perché ha concluso Desideri se ciò non si verificasse – e non voglio pensarlo – significherebbe che qualche altro principio della nostra Costituzione sarebbe disconosciuto e disapplicato proprio da coloro che, più di ogni altro, dovrebbero garantirlo.
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