(AGENPARL) – mar 21 marzo 2023 Bianconi (gruppo Misto) interroga assessore Morroni che risponde: “su opera
parere favorevole circa compatibilità ambientale. Da escludere impatto sul
paesaggio, sul patrimonio naturalistico, sull’ecosistema e sulle comunità
locali”
(Acs) Perugia, 21 marzo 2023 – Nella seduta dedicata al question time, il
consigliere regionale Vincenzo Bianconi (gruppo Misto) ha interrogato la
Giunta regionale chiedendo di sapere “quale è la posizione politica
rispetto alla realizzazione del gasdotto TAP nell’Appennino umbro, alla
luce di tutti i rischi sismici e idrogeologici nel territorio sopra
evidenziati, gli enormi costi stimati di realizzazione dell’opera per 2,4
miliardi di euro, il fatto che l’attuale capacità di trasporto sarebbe del
tutto sufficiente a garantire l’approvvigionamento del Centro-Nord e il
devastante impatto che la costruzione avrebbe sul paesaggio, il patrimonio
naturalistico, l’ecosistema e le comunità locali, mentre l’opera
andrebbe a beneficio quasi esclusivo di altri territori del Centro e Nord
Europa.
Bianconi ha chiesto se la Regione Umbria, Snam, il Governo o altri enti hanno
realizzato uno studio approfondito che quantifichi la svalutazione economica
del valore dei terreni, dei fabbricati e il prevedibile impatto
sull’economia generale e in particolare agricola e turistica delle aree
circostanti il gasdotto, chiarendo eventualmente a quanto dovrebbero
ammontare per l’Umbria. Inoltre ha chiesto “se e quali misure intende
intraprendere nei confronti del Governo al fine di sollecitarlo a
riconsiderare il progetto di gasdotto oppure prendere in esame possibili
soluzioni alternative al tracciato proposto, alla luce dei precedenti atti
approvati dall’Assemblea legislativa dell’Umbria per ribadire al Mise la
contrarietà al tracciato del gasdotto e alla realizzazione della centrale di
diramazione a Colfiorito, oltre che dei nuovi elementi emersi in merito a
rischi e costi”.
“Inoltre – ha aggiunto – il percorso umbro in cui dovrebbe sorgere il
gasdotto interessa in gran parte boschi che erano rimasti incontaminati nei
loro ecosistemi e che così verrebbero abbattuti e devastati in modo
irreversibile. Oltre alla distruzione degli ecosistemi, verrebbero
permanentemente eliminate immense tartufaie di nero e bianco pregiato, che
rappresentano la ‘fabbrica dei boschi’, un supporto importante alla
economia rurale montana. Tali comunità locali, seppure poco numerose e forse
senza un grande impatto elettorale, meriterebbero lo stesso rispetto e
considerazione di tutte le altre, puntando per la loro sopravvivenza sulla
valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale, che con il gasdotto
verrebbe fortemente ridimensionato per sempre”.
L’assessore Morroni ha evidenziato che “al momento la Regione dispone del
solo studio di fattibilità per l’esecuzione dell’infrastruttura.
Maggiori approfondimenti di natura tecnica, con risoluzione delle criticità
saranno in trattazione con la progettazione esecutiva. Il tratto di
metanodotto in questione risulta essere uno dei cinque tronchi del gasdotto
appenninico denominato ‘Rete adriatica’, che trasporterà il gas dalla
Puglia all’Emilia Romagna (Massafra-Minerbio). L’Umbria sarà interessata
da due tronchi: Sulmona-Foligno e Foligno-Sestino che misureranno la
lunghezza complessiva di circa 125 chilometri. Lo studio di fattibilità
prevede inoltre la realizzazione di una centrale di interconnessione e
derivazione. Con Delibera regionale dello scorso giugno 2022 la Giunta
regionale ha espresso parere preliminarmente favorevole alla realizzazione
dell’opera riservandosi di verificare il recepimento di tutte le
prescrizioni imposte dal decreto di compatibilità ambientale adottato dal
Mise nel marzo 2011. Trattandosi di opera di rilevante importanza per la
strategia energetica nazionale è intervenuta la Presidenza del Consiglio dei
ministri che lo scorso 5 ottobre 2022 ha decretato il superamento del diniego
alla realizzazione dell’opera, condizionandola alle prescrizioni del
decreto Via. La stessa Presidenza ha anche stabilito che la progettazione
esecutiva e la realizzazione dell’opera dovranno essere eseguite in
conformità con gli esiti delle verifiche svolte dall’Istituto nazionale di
geologia e vulcanologia, con specifico riguardo alla mappatura delle faglie
note presenti lungo il tracciato. In particolare, lo stesso Istituto dovrà
valutare la risposta sismica locale ai fini della verifica del progetto e
dovrà individuare le soluzioni costruttive più idonee oltre ad accertarsi
che l’opera si attenga alle normative di settore. L’opera ha già
acquisito il parere favorevole inerente la compatibilità ambientale e quindi
si deve escludere che la sua realizzazione possa comportare un devastante
impatto sul paesaggio, sul patrimonio naturalistico, sull’eco sistema e
sulle comunità locali. Non risulta poi esistere uno studio che quantifichi
la svalutazione economica del valore dei terreni, dei fabbricati o il
negativo l’impatto economico sull’economia regionale. In merito si è
provveduto a chiedere informazioni in merito alla Società Snam, in qualità
di soggetto proponente e le valutazioni emerse non collimano con le
valutazioni contenute nell’interrogazione. Secondo Snam la capacità di
trasporto dei metanodotti esistenti lungo la direttrice sud-nord risulta
insufficiente a garantire l’approvvigionamento delle aree del nord Italia
nel caso di un azzeramento totale dei flussi di gas dalla Russia e quindi
della necessità di poter garantire la copertura dei futuri fabbisogni
nazionali, comunitari dai punti di importazione localizzati nel sud Italia.
La deliberazione del Consiglio dei ministri ha definitivamente superato ogni
motivo di dissenso emerso nell’iter autorizzativo alla progettazione ed
esecuzione dell’opera, non rientrando nella discrezionalità dei poteri
regionali ulteriori azioni di dissenso alla sua realizzazione”.
Nella replica, Bianconi ha rimarcato di essere “in totale dissenso” con
quanto affermato dall’Assessore. “Il parere di Snam – ha detto
l’interrogante – è come chiedere all’oste se il suo vino è buono. Si
tratta di valutazioni che non hanno previsto l’attenzione necessaria
rispetto alla sensibilità di chi vive nei territori interessati dal
passaggio del metanodotto. Sarebbe stato opportuno un coinvolgimento dei
territori prima di prendere decisioni e prima di esprimere un parere
favorevole. Come Giunta è stato espresso un parere favorevole preventivo,
senza aver aperto però, prima, un confronto con chi vive nel territorio.
L’impatto ambientale sarà fortissimo. L’opera non è stata fatta
comodamente lungo la dorsale adriatica, che sarebbe stato più facile visto
che sarebbe stata tutta in pianura, perché lì, politicamente, hanno fatto
le barricate. Le nostre aree interne, poco popolate, scontano invece,
purtroppo, un basso peso politico. Ma poi non ci lamentiamo se in questi
territori non ci rimarrà nessuno a vivere”. RED
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/74869
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