
[lid] – La corruzione tra i giudici è una delle principali minacce per la società e il funzionamento di uno Stato democratico e gli ultimi episodi a Roma devono far riflettere ma soprattutto correre ai ripari.
Affari e sentenze pilotate nella Capitale d’Italia e il conseguente allargamento dell’inchiesta mira profondamente le basi dell’integrità del sistema giudiziario, che è fondamentale per lo Stato di diritto e costituisce un valore fondamentale del Consiglio d’Europa. L’integrità è il primo requisito per l’efficacia e l’imparzialità dei sistemi giudiziari nazionali. È strettamente correlata alla nozione di indipendenza del potere giudiziario: quest’ultima rende possibile l’integrità, e l’integrità rafforza l’indipendenza. L’integrità è diventata oggi ancora più importante alla luce dei numerosi attacchi contro il potere giudiziario.
Sfortunatamente, la corruzione rimane troppo spesso una realtà in diversi Stati membri, il che mina la fiducia dell’opinione pubblica nei confronti del loro sistema giudiziario e, di conseguenza, dell’intero sistema politico.
I giudici condividono la responsabilità di identificare e rispondere alla corruzione, e di monitorare la condotta dei giudici.
Il Consiglio consultivo dei giudici europei (CCJE) intende concentrarsi sulla posizione degli stessi giudici, nel contesto delle loro capacità giudiziarie, sia in termini di garanzia dell’integrità della magistratura rispetto ai tentativi di corruzione del potere giudiziario che al ruolo dei giudici nella lotta alla corruzione.
E’ chiaro che se un pubblico ufficiale prende una tangente è severamente punito, tuttavia, il CCJE è del parere che, nel contesto e ai fini del Parere (Parere n. 21 (2018) del CCJE), la corruzione dei giudici debba essere considerata in un senso più ampio. In effetti, il giudice svolge un ruolo determinante come arbitro indipendente e obiettivo nei casi sottoposti alla giurisdizione dalla quale dipende.
Secondo Il Parere 21/2018 del CCJE, la corruzione giudiziaria include la condotta disonesta, fraudolenta o contraria all’etica di un giudice allo scopo di ottenere un beneficio personale oppure un beneficio per terzi.
Il CCJE ritiene che debbano esistere delle tutele sistemiche per evitare delle situazioni in cui un giudice decide un caso nel quale ha degli interessi personali o finanziari diretti o indiretti tali da risultare suscettibili di essere influenzati dall’esito della causa.
A quando un monitoraggio del Ministero della Giustizia – attraverso l’invio degli ispettori – presso i Tribunali per accertare se ci sono stati dei fallimenti pilotati, sulle modalità di assegnazione e sulla trasparenza degli incarichi dei fallimenti a determinati curatori e quindi sulle mancate turnazioni degli incarichi, sui conflitti di interesse tra avvocati e parenti e/o coniugi dei curatori fallimentari, sui mancati controlli delle dichiarazioni di assenza dei conflitti di interesse presentate?
I recenti accadimenti legati alla corruzione dei giudici impone di non lesinare alcuno sforzo per comprendere la reale situazione specie nei piccoli Tribunali fallimentari. E l’unica strada è quella dell’invio degli ispettori per accertare lo stato delle cose.