
(AGENPARL) – mar 13 dicembre 2022 Comunicato stampa
QUALE FUTURO PER LA DIFESA DELLE COLTURE TRA CAMBIAMENTI CLIMATICI ARRIVO DI NUOVI INSETTI E RIDUZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI. ESPERTI A CONFRONTO
Verona, 13 dicembre 2022 â?? Come gestire lâ??impatto dei cambiamenti climatici sulle malattie delle piante e lâ??adattamento delle malerbe all’aumento dell’anidride carbonica dellâ??aria con lâ??arrivo sempre più frequente di nuovi insetti, alla luce delle limitazioni allâ??uso dei prodotti fitosanitari proposte dallâ??Unione Europea entro il 2030. Da queste prospettive si è sviluppato il convegno tecnico dal titolo â??Le nuove sfide della difesa fitosanitaria: cambiamenti climatici, organismi alieni e limitazioni legislativeâ? organizzato da AGREA Centro Studi alla Cantina Rocca Sveva di Soave nei giorni scorsi. Allâ??incontro, a cui hanno partecipato circa 400 professionisti di cui 150 in presenza e 250 da remoto tra agronomi, forestali e periti agrari, sono intervenuti esperti di varie Università italiane, moderati dal giornalista de Lâ??Informatore Agrario Giannantonio Armentano.
Massimiliano Pasini, Presidente di AGREA Centro Studi ha ricordato che il convegno si inserisce nelle iniziative per il venticinquesimo dellâ??azienda ed ha inoltre sottolineato che â??gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti, causando in Italia lâ??aumento di specie dannose tipiche di paesi più caldi. Gli agricoltori dovranno in futuro tenere conto dei cambiamenti dei cicli vitali degli insetti e quindi adeguare i mezzi di difesa, anche alla luce del possibile cambiamento legislativo europeo, che potrebbe prevedere di ridurre del 50% il consumo di agrofarmaci entro il 2030 (il 62% per lâ??Italia) secondo la strategia del Farm to Fork. In tal caso, in campagna si dovranno fare delle scelte: utilizzare sempre meno i prodotti consentiti e impiegare sostanze alternative alcune delle quali però sono ancora in fase di ricerca. Inoltre, lâ??Italia è un paese a rischio per gli insetti alieni anche per il fatto che presenta il più grande profilo costiero tra i paesi mediterranei. Abbiamo quindi voluto, con questo convegno, far conoscere le ricerche scientifiche in atto e le prospettive per il settoreâ?. Hanno portato un saluto Roberto Soriolo, Presidente della Cantina di Soave e Lorenzo Tosi, presidente dellâ??Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Verona.
Gianfranco Romanazzi dellâ??Università Politecnica delle Marche ha parlato di â??Innovazione nella protezione della vite dalle principali malattieâ?. â??La ricerca, sperimentazione e applicazione di strategie di biocontrollo e lâ??uso di sostanze di base â?? ha evidenziato – potrà contribuire ad avvicinarsi agli obiettivi previsti dalla strategia Farm to Fork. Le sostanze di base sono quelle di uso comune nella vita di tutti i giorni, ma che possono venire sperimentate anche sulle avversità delle piante. Tra esse ci sono ad esempio la birra, il chitosano, il carbone vegetale argilloso, la polvere di semi di senape, il bicarbonato di sodio e altriâ?. Non sono sostanze risolutive ma la ricerca continua a sperimentare. Ad esempio, il chitosano, ha spiegato Romanazzi, che deriva dai gusci di crostacei o estratto dai funghi, può avere sulla peronospora della vite una efficacia paragonabile al rame.
Andrea Lucchi, dellâ??Università di Pisa si è focalizzato sulle problematiche dei vigneti italiani con la relazione dal titolo â??Fitofagi e fitomizi presenti e di temuta introduzione in vigneti italianiâ? in cui ha illustrato le varie specie di insetti e la loro pericolosità come la Lycorma delicatula, non presente in Italia, originaria della Cina e del Vietnam e introdotta negli Stati Uniti nel 2014, che, in situazioni più gravi, può portare alla morte del vigneto in 3-4 anniâ?.
Alberto Alma dellâ??Università di Torino ha approfondito la â??Conoscenza su Scaphoideus titanus e altri vettori della flavescenza dorata della viteâ?. Scaphoideus titanus ha colonizzato i vigneti a cavallo del 45° parallelo, ma si sta progressivamente diffondendo verso nord nordest. â??Ã? necessario â?? ha spiegato – tenere controllati anche gli adulti e, osservando cosa succede nellâ??agroecosistema intorno al vigneto, utilizzare le molecole in modo corretto nei momenti e modi opportuni. La ricerca non smette mai di lavorare ed è necessario fare riflessioni sulle sostanze canoniche e anche su altri strumenti utiliâ?.
â??La difesa fitosanitaria del melo: problemi emergenti e sfide futureâ? è stata la relazione di Claudio Ioriatti della Fondazione Edmund Mach di Trento. â??Anche il melo â?? ha detto lâ??esperto – non è esente dagli organismi invasivi come la cimice asiatica, su cui câ??è più conoscenza. Con le possibili limitazioni legislative europee si chiede alla frutticoltura di raggiungere obiettivi impegnativi. Uno studio americano ha evidenziato gli impatti economici e sulla sicurezza alimentare nellâ??applicazione degli obiettivi del Farm to Fork prevendendo -12% di produzione e +17% di incremento dei prezzi per i consumatori. Per le aziende melicole trentine si tratta di un -8,3% di produzione e di un 6% di riduzione del prezzo al produttoreâ?. La ricerca, ha concluso Ioratti, può però trovare valide alternative ai prodotti di sintesi.
â??La gestione delle malerbe tra cambiamenti climatici, problematiche agronomiche ed ambientaliâ? è stato lâ??intervento di Giuseppe Zanin dellâ??Università di Padova che ha illustrato come â??Con i cambiamenti climatici e lâ??aumento delle temperature, le malerbe possono diventare più resistenti e persistenti. Serve una gestione agronomica adattata a queste nuove situazioni, che stanno cambiando velocemente con una capacità di adattamento sempre più veloceâ?.
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