
(AGENPARL) – lun 05 dicembre 2022 “In questi giorni il Ministro del Lavoro Claudio Durigon ha lanciato l’allarme sul caro-stipendi di colf e badanti, che andrebbe a colpire le famiglie datrici di lavoro dal primo gennaio 2023. L’allarme nasce da una ricerca Censis sul tema, ma da Presidente di Patronato, ho ben presente che questa situazione non è di oggi, non è nata improvvisamente”. Così il Consigliere comunale Filippo Diaco è intervenuto oggi durante la seduta del Consiglio, commentando l’appello lanciato dal Ministro in questi giorni sulla stampa nazionale. “Ho sottomano la busta paga di una badante di persona non autosufficiente assunta nel 2018, categoria CS, la più diffusa: convivente, a tempo pieno. All’atto dell’assunzione guadagnava una paga base mensile di 972,33€, cui vanno aggiunte indennità di vitto e alloggio di 205,8 € durante le ferie, più contributi Inps e cassa colf, più rateo mensile di tredicesima e TFR, senza contare gli scatti di anzianità e che, durante il mese di ferie retribuito, la lavoratrice va sostituita. Insomma, una famiglia arriva a pagare, per un contratto del genere, circa 18.000 euro l’anno” spiega Diaco.
“Prendiamo in considerazione solo la paga base, come parametro. Dal 2018 ad oggi è passata da 972,33€ ai 1026,34 del 2022, con un aumento del 5%. Sul totale annuale, dunque, sono circa 1.000 euro, senza contrare che, per altri livelli del contratto del lavoro domestico, sono state inserite anche indennità una tantum mensili assorbibili di oltre 100€. Tutto considerato, compresa la sostituzione ferie o malattia, una badante costa circa 1.500€ al mese, che è il valore di una buona pensione. Le famiglie, dunque, devono ricorrere ai risparmi, perché, poi, l’assistito deve anche mangiare, vestirsi, lavarsi, curarsi, scaldarsi, ricorrere talvolta ad altri ausili, figuriamoci se è presente un affitto e immaginiamo, oggi, con il rincaro delle utenze” continua nella sua disamina il Consigliere Diaco. “Ecco, è chiaro che il Governo ha scoperto l’acqua calda; è altrettanto chiaro che ricorrere a un bonus come quello per i consumi energetici, come proposto, è un palliativo insufficiente. Il lavoro nero e grigio è troppo diffuso in questo settore e non possiamo permetterci passi falsi” commenta. La soluzione sarebbe semplice, a suo avviso, “ovvero concedere gli stessi aiuti che vengono riconosciuti alle famiglie che decidono di ricoverare l’anziano o il disabile adulto in una struttura. Mentre per l’assunzione di un lavoratore domestico l’unico sgravio concesso riguarda quello sui contributi INPS (molto modesto), per il ricovero si prevedono sconti sulle tariffe su base Isee. La stessa cosa dovrebbe essere fatta per chi assume una badante. Su base Isee la famiglia dovrebbe poter ricevere un contributo proporzionato al reddito e allo stipendio della lavoratrice. Otterremmo che molti più anziani potrebbero permanere al domicilio, contrastando il lavoro nero e garantendo un maggior benessere alla terza età, che ormai rappresenta, sempre più, una fetta significativa della nostra popolazione bolognese” conclude Diaco.