
(AGENPARL) – gio 01 dicembre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: Catcalling 2, punto nascita a Vipiteno, riduzione IVA sull’elettricità](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt671704)
Consiglio -Concluso con le mozioni di Gruppo verde/SVP/Team K/Die Freiheitlichen/Perspektiven Für Südtirol/Süd-Tiroler Freiheit/lega Salvini Alto Adige Südtirol/Partito Democratico – Liste civiche/Fratelli d’Italia/Forza Italia Alto Adige Südtirol, Movimento 5 Stelle e di Perspektiven Für Südtirol il tempo riservato all’opposizione; presentata dalla SVP la prima proposta della maggioranza.
Nella seduta di oggi del Consiglio provinciale, Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha presentato un emendamento alla mozione [637/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667330&blank=Y) Basta Catcalling!, illustrata[ieri,](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=671672) con il quale trasformava la parte deliberante al fine di incaricare la Giunta a 1) di riconoscere tutte le forme di violenza verbale/sessuale e di richiamare maggiormente l’attenzione su tali problemi; 2) di aggiungere al sito web “I tanti volti della violenza” le nuove forme di violenza verbale/sessuale; 3) di avviare campagne di sensibilizzazione e di informazione in cooperazione con altri attori (Servizio donna, organizzazioni femminili, Polizia, Giustizia, …) e con le scuole, ovvero di proseguire tali iniziative. L’emendamento era firmato, oltre che da Foppa, da Magdalena Amhof (SVP), Maria Elisabeth Rieder (Team K), Ulli Mair (Die Freiheitlichen), Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol), Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit), Rita Mattei (Lega Salvini Alto Adige Südtirol), Sandro Repetto (Partito Democratico – Liste civiche), Marco Galateo (Fratelli d’Italia), Carlo Vettori (Forza Italia Alto Adige Südtirol), Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle).Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha spiegato che si era contrari a qualsiasi forma di violenza fisica e psicologica: anche le parole da usare erano importanti, tuttavia intervenire per normare il linguaggio era sbagliato. I fenomeni erano i più diversi, e si ribadiva la contrarietà a ciascuna forma. La Giunta avrebbe sostenuto la proposta. Foppa ha replicato che si trattava di rendere accessibili a chiunque lo spazio pubblico, e criticato l’affermazione di ieri del cons. Unterholzner, secondo la quale con il suo abbigliamento una giovane donna aveva voluto provocare gli uomini che trovavano al parco della Stazione; al cons. Galateo che, pur sottoscrivendo oggi l’emendamento, aveva detto ieri che si doveva fare “ben altro” ha ricordato la legge contro la violenza approvata lo scorso anno; al cons. Knoll ha chiarito che esempi di uomini che si approcciano in modo fuori luogo a donne di passaggio si trovano in Alto Adige anche in posti diversi dal parco della stazione, per esempio alle sagre di paese. Knoll ha voluto chiarire, riferendosi al suo intervento di ieri, che egli non riconosceva solo due generi, ma riteneva che i due generi fossero “di norma”. La mozione emendata è stata accolta con 32 sì (unanimità).
Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol) ha quindi presentato la [mozione n. 643/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=669680&blank=Y) Ospedale di Vipiteno: riaprire finalmente il punto nascita con la quale, evidenziando che l’ospedale di Vipiteno era estremamente importante per l’assistenza sanitaria della popolazione dell’Alta Val d’Isarco, che la popolazione avrebbe voluto il mantenimento del punto nascita di questa struttura, che sotto la direzione dell’ex primario Albin Thöni aveva acquisito eccellente reputazione ben oltre la valle, e che in risposta a una sua interrogazione in merito lo stesso pres. Kompatscher aveva parlato di “un grande cantiere aperto”, senza fornire dati concreti che giustificassero la chiusura, evidenziava che dopo la chiusura del punto nascita c’erano state molte dimissioni da parte del personale, non coinvolto nelle scelte strategiche, e portava l’esempio del punto nascita dell’ospedale di Cavalese, prima chiuso e poi riaperto. Chiedeva quindi di impegnare la Giunta (EMENDATA) a (1) istituire un tavolo di lavoro che comprenda tutti i soggetti responsabili, al fine di riaprire in tempi rapidi il punto nascita dell’ospedale di Vipiteno (ed eventualmente anche di altri ospedali periferici, (2) prendere contatto con i responsabili dell’ospedale di Cavalese per poter esaminare la linea argomentativa che ha condotto alla riapertura del punto nascita di Cavalese e, se necessario, a far valere le stesse argomentazioni anche per quanto riguarda il punto nascita di Vipiteno, (3) potenziare, in un secondo momento, presso il punto nascita dell’ospedale di Vipiteno le tecniche di parto dolce richieste da molte future mamme” .
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha ricordato le dichiarazioni della Giunta di allora, secondo cui quel punto nascita era pericoloso per le mamme, ritenendole offensive, nonché le proteste dei cittadini rispetto alla chiusura del punto nascita, cui facevano ricordo cittadine da tutte le valli. Egli ha quindi ricordato il viaggio studio in Stiria per conoscere la situazione locale, dove un piccolo ospedale con 200 nascite l’anno funziona molto bene. C’era stato anche un incontro con il cons. Ploner, allora attivo all’ospedale di Vipiteno, e un collega del Tirolo, che aveva proposto una gestione interregionale dell’ospedale di Vipiteno. Ciononostante, il punto nascita era stato chiuso, cosa che non aveva migliorato, bensì peggiorato l’assistenza sanitaria in provincia. Considerato che l’importanza degli ospedali periferici era risultata chiara durante la pandemia, e considerato anche l’andamento demografico che li rende ancora più importanti, Knoll ha sostenuto la mozione.
Franz Ploner (Team K) si è detto assolutamente favorevole alla riapertura del punto nascita chiuso nel novembre 2016, nonostante fossero stati rispettati i criteri dello stato dei Piani di servizio stabiliti dalla Conferenza Stato-regioni, con motivazione relativa al “miglioramento della qualità del processo di nascite” e alla riduzione dei costi. Il tasso di cesarei era, allora, del 22% circa, a fronte della grande attenzione alle esigenze delle madri. Proprio nelle aree rurali, e in relazione ai servizi ostetrici, gli ospedali periferici avevano un ruolo fondamentale nel garantire l’assistenza sanitaria. La chiusura dei punti nascita aveva conseguenze devastanti per le future mamme, costrette a percorrere lunghe distanze, cosa che avrebbe anche potuto compromettere la salute del nascituro. La Lega, partner di coalizione della SVP, aveva sempre citato la riapertura dei punti nascita in campagna elettorale, ma questo non era avvenuto.
Dopo che Peter Faistnauer ha rilevato che molti componenti della Giunta erano assenti e chiesto che rientrassero in aula, il pres. Arno Kompatscher ha chiarito che negli altri Parlamenti non era prevista la regola della presenza della maggior parte dell’esecutivo, anche perché era sufficiente la presenza dell’assessore competente, in quel caso lui stesso: si sarebbe potuto cambiare il regolamento in questo senso.
La priorità andava alle neomamme e ai bambini, e a questo scopo serviva un’assistenza 24h su 24, ha detto Franz Locher (SVP), evidenziando che questo richiedeva personale per 3 turni 365 giorni l’anno, il che era problematico per i piccoli ospedali, anche perché per molte ore esso non avrebbe avuto nulla da fare. Egli era favorevole al rafforzamento degli ospedali periferici, ma se per molti giorni non c’è un parto, la situazione per il personale, che tra il resto mancava, era problematica. L’ospedale di Vipiteno era sempre stato apprezzato anche dai sarentinesi, ma bisognava valutare che la richiesta non era così grande. Inoltre, se le cose vanno male durante il parto i neonati possono riportare disabilità: la sicurezza andava garantita.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha ricordato il dibattito sul tema nella scorsa legislatura, e la manifestazione per l’ospedale, cui avevano partecipato quasi solo sindaci maschi. Lei era comunque per la libertà di scelta delle donne; la garanzia di sicurezza era prioritaria, e l’ospedale di Vipiteno era sempre al limite, ma rispettava i parametri, anche perché richiamava puerpere da altre valli con la sua eccellenza: quando si parlava di parto bisognava dunque garantire sicurezza e libertà di scelta, mettendo al margine le questioni economiche.
Marco Galateo (Fratelli d’Italia) ha ricordato che l’alto numero di bambini nati a Vipiteno nel 2016 e ritenuto che fosse necessario ripristinarlo, per l’eccellenza dimostrata. Era chiaro che, se mancavano le figure professionali necessarie, le donne andavano altrove: in questo modo era stato fatto in modo che non venisse più scelto, e la decisione di chiuderlo era stata infelice. Ora molte donne si rivolgevano a Bolzano, che era sovraffollato. Vero era che la presenza della neonatologia era importante, ma si poteva incentivare una territorialità.
Gerhard Lanz (SVP) ha chiarito che il sistema sanitario altoatesino in generale funzionava bene, e fatto poi riferimento al diritto di libera scelta aggiungendo che bisognava considerare la disponibilità di risorse strumentali e tecnologiche e di personale: in molte realtà esso mancava . Molte donne del bacino d’utenza di San Candido, per esempio, si erano già in passato rivolte a Brunico, Spesso il personale di alto livello attirava altro personale, ma quando questo se ne andava, l’intera struttura perdeva di nuovo attrattiva.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha affermato che occorreva verificare se il personale e il numero di nascite erano sufficienti per una riapertura.
Paula Bacher (SVP) ha sostenuto che le donne vanno dove sono assistite bene, non al primo ospedale disponibile. La valutazione è più ampia.
Magdalena Amhof (SVP) ha ricordato che la decisione di chiudere i punti nascita nel 2016 non era stata facile, aggiungendo però che le donne non erano state lasciate sole: a Vipiteno era stato sviluppato un progetto di assistenza e accompagnamento alle donne prima e dopo il parto: ci sono ostetriche che visitano le neomamme per tutto il primo anno di vita del figlio. Su tutto il territorio c’è una grande carenza di pediatri, e considerando che servono almeno 4 medici specializzati per tenere aperto un punto nascita sicuro, si sviluppa un tema di risorse ai fini di garantire la sicurezza di madri e bambini: la decisione del 2016 era stata presa proprio assumendosi la responsabilità di questa sicurezza.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha sostenuto che si trattava di un déjà vu, ricordando che in passato c’erano state forme di protesta anche molto forti. Il problema riguardava tutte le regioni d’Europa, e ovunque erano nate proteste alla chiusura di punti nascita decentralizzati: il desiderio di avere un punto nascita vicino era giusto e comprensibile, ma non sempre era possibile. C’erano stati incontri con il Ministero della Salute, ed era stata ottenuta una deroga per l’ospedale di Silandro per via dei lunghi tempi di percorrenza per l’ospedale più vicino, che erano eccessivi. L’alto numero di nascite a Vipiteno si otteneva anche perché venivano mamme fuori dalla provincia, e in alcuni casi non si era riusciti a ottenere il relativo rimborso. Secondo le statistiche, più nascite ci sono in un ospedale maggiore è la sicurezza in caso di complicazioni: se ci sono poche nascite, ci vogliono specifiche motivazioni per mantenere aperto un punto nascita. C’era inoltre la sfida della carenza di personale, In alto Adige erano attivi 7 ospedali con assistenza di base e in parte specialistica, ha aggiunto Kompatscher, ricordando poi un suo recente incontro con dirigenti medici e personale sanitario, durante il quale un intervenuto aveva evidenziato la difficoltà di rispondere a interrogazioni sempre più frequenti e dettagliate, che richiedevano tanto tempo, da sottrarre ad altri compiti. Non era opportuno riaprire il dibattito senza che ci fosse un’emergenza: questo aveva solo uno scopo politico, forse ai fini elettorali. Peter Faistnauer ha replicato che nel 2016 il Ministero della Sanità aveva fatto riferimento a una competenza regionale, e ringraziato i colleghi a favore di un tavolo di lavoro per verificare possibili riaperture. Ha ricordato che a Cavalese c’erano solo 150 parti, “quindi è esposto a un grande rischio“, ha detto ironicamente, e ribadito che “era andata persa un’eccellenza”. Ha chiesto di approvare almeno alcune parti della mozione per lasciare aperta la discussione con il tavolo di lavoro proposto. Posta in votazione nominale e per punti separati, però, la mozione è stata respinta: le premesse e i 3 punti dispositivi sono stati respinti ciascuno con 16 sì e 19 no.
È iniziato quindi il tempo riservato alla maggioranza.
Con il [voto n. 51/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=668109&blank=Y) Ridurre l’IVA sull’elettricità, Helmut Tauber (SVP), rilevando le difficoltà causate a famiglie e aziende dall’aumento dell’inflazione e gli alti prezzi energetici, e ricordando che il Governo aveva cercato di sostenere le imprese e le famiglie e di assumersi parzialmente i costi mettendo in campo diversi pacchetti di aiuti, che però erano tutt’altro che sufficienti per uscire indenni da questa crisi energetica senza precedenti, chiariva che sono soprattutto i prezzi dell’elettricità alle stelle a mettere in crisi consumatori e imprese, e dato che i costi di approvvigionamento continuano a crescere è probabile che i prezzi aumentino ancora. Aggiungeva che tutto questo impone una riduzione delle tasse sull’energia. Riferendo che l’aliquota sul gas era già stata ridotta dal 22 al 5%, ma non era sufficiente, e che l’IVA sull’elettricità era rimasta invariata al 22%, ai fini di sgravare le imprese e i cittadini rapidamente e senza burocrazia il consigliere ha chiesto quindi di invitare Governo e Parlamento a ridurre temporaneamente l’aliquota IVA sull’elettricità dal 22 al 5%.
Hanspeter Staffler (Gruppo verde) ha detto che in un primo momento la proposta pareva interessante, tuttavia a una seconda lettura nascevano dubbi su quanto potesse essere mirata. Il problema andava affrontato in maniera differenziata, a seconda della quota di consumo: chi arrivava fino a una certa soglia poteva pagare un prezzo ridotto, da una certa soglia in su si doveva pagare il prezzo pieno. In questo modo, da un lato si aiutava chi aveva un reddito basso, dall’altro si incentivava la riduzione dei consumi.
Josef Unterholzner (Enzian) ha ritenuto invece che il voto andasse nella direzione giusta, e fosse poco burocratico: egli sosteneva sempre misure che permettevano ai cittadini di mantenere soldi in tasca. egli era abituato a misure di risparmio energetico e di acqua fin dalla nascita. ha apprezzato che il voto fosse firmato anche dal collega Renzler.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha ricordato un simile documento presentato dal suo gruppo in aprile, respinto dalla SVP, chiedendosi se era questo il modo di fare politica: si trattava di giochetti. La STF avrebbe comunque votato a favore perché non voleva partecipare a questi giochi, che non andavano a beneficio della politica. Sarebbe stato opportuno mettersi a tavolino per discutere delle necessità dei cittadini.
La discussione riprende alle 14.30.
(Autore: MC)
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