(AGENPARL) – mer 16 novembre 2022 Buongiorno,
in merito al [bollettino mensile](https://www.anpal.gov.it/-/difficolta-delle-imprese-ad-assumere-a-novembre-e-record) Anpal – Unioncamere che ha fotografato la situazione del mercato del lavoro a novembre, inviamo il commento di Federico Vione, CEO di W-Group, società di human capital solutions.
Grazie e buon lavoro,
Serve un nuovo patto del lavoro tra imprese e persone
Il mercato del lavoro è vivo ma non sta molto bene. I nuovi dati di Unioncamere – Anpal parlano chiaro: le imprese hanno previsto di assumere circa 382 mila persone a novembre, segnando un calo del 19,9% di assunzioni rispetto ad ottobre. Le nubi che incombono su tutto il territorio nazionale – fatte di inflazione, aumento dei prezzi e una congiuntura politico-economica complessa – non aiutano, ma il vero problema sembra essere altrove. Anzi, in profondità.
Lo scenario post-pandemico del lavoro è continuamente trasformato da nuovi processi, richieste di nuove competenze, rinnovata domanda di benessere a cui le imprese non riescono a fornire una risposta articolata e di cui il fenomeno della Great Resignation è solo la punta dell’iceberg. A queste correnti sotterranee, che stanno cambiando il profilo del panorama attuale, serve una soluzione altrettanto radicale: un nuovo patto del lavoro tra imprese e lavoratori.
Al centro di questo patto ci dovrà essere la valorizzazione delle proprie risorse. I dati di Unioncamere non fanno altro che confermarlo: sui 382 mila profili ricercati, più di 177 mila sono di difficile reperimento e, in media, un’azienda riesce a trovare una figura adatta solo dopo 4 mesi.
Scommettere sulla formazione aziendale potrebbe essere la carta vincente per molti settori, che potrebbero investire il tempo perso nel cercare figure sul mercato nel reskilling interno e nel creare «in casa» le figure che servono. Si tratterebbe di un grande passo in avanti che permetterebbe a chi ha già un lavoro di arricchire le proprie competenze e all’azienda di attrarre nuovi talenti, in virtù della capacità di valorizzare i suoi.
E questa valorizzazione dovrà avvenire non solo sul lavoro, nei 180 gradi che riguardano i talenti nelle questioni professionali, ma a 360 – in tutti gli aspetti della loro vita.
Questo significa un patto del lavoro che abbia al centro non solo il lavoro, appunto. Ma il binomio vita-lavoro. Con stipendi competitivi, maggiore flessibilità nel bilanciamento tra i due aspetti, nuovi e maggiori benefit aziendali ma anche percorsi di valorizzazione soprattutto per i giovani. Solo le aziende che saranno disposte a stringere questo nuovo patto con i propri talenti, adattandosi alle loro richieste e creando il contesto adatto per attrarne di nuovi, riusciranno a risalire dal -19,9% attuale.
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